Masterchef, trashcronaca della sfida per cucinare il piatto di Obama

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Buongiorno miei cari compari di scorribande culinarie, benvenuti alla trashcronaca di questa terza sfida di Masterchef, il super programma di cucina che in questi tre anni mi ha insegnato a cucinare dei pranzi reali. Infatti ormai riesco a fare agilmente frittate di ogni tipo e vi assicuro che per il sottoscritto è un risultato epocale.
Ma partiamo con la prima mistery box che vede protagonista il carrè d’agnello. La nostra benamata Rachida si sente già vincitrice perché vuole fare un kebab pronto a dominare il mondo. Anche Almo è molto sicuro di farcela e per l’occasione sfoggia un suo look altisonante comprendente degli occhiali da saldatore che possono diventare anche antinebbia all’occorrenza abbinati al classico foulard da uomo che non va più di moda da quando Pippo Baudo presentava Fantastico. Ma nessuno di loro ce la fa e a trionfare è Emma con una “Fregola al sapore di menta” che può scegliere così il piatto dell’invention test.
Una prova che vede un ospite speciale: Graham Elliott, giudice di Masterchef Usa, uno dei cuochi più famosi d’America, nonché perfetta controfigura di Russell di UP. I piatti tra cui scegliere sono i tre che ha mangiato Obama nel suo ristorante per il suo quarantanovesimo compleanno: “Sashimi di ricciola con mousse di avocado e tortino di riso croccante”, “Bisque di mais dolce con marmellata di peperoni rossi e crema al basilico” e per chiudere il “Corn Dog”, una specie di Hot Dog nobilitato dall’aggiunta dell’astice. Praticamente ad Obama, che è uno che mi sa che mangia come uno scaricatore di porto, lo fanno uscire con la fame. Ah Obama, sient a mme. Magari i prossimi ti conviene venire a festeggiarli in Italia.

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All’apparizione di Graham in studio è tutta una fregola (tanto per rimanere in tema): Laura si mette a bere il morellino a canna e Rachida si sta già allenando a dire THANKII THANKIIII e si mette a piangere perché pensa di cucinare lei per Obama, che Salvatore definisce “U capu delle nazioni mondiali”. In più tra l’inglese di Elliott, l’ita-french-arab di Rachida e il bolognese di Barbieri (oggi per l’occasione vestito da John Lennon) non si capisce più una ceppa. L’entusiasmo scema solo quando scoprono che devono fare la “bisque” che io non ho ancora capito cosa sia. Le uniche bisque che conosco sono quelle clandestine dove gioco a poker (ok, sono pronto per sostituire Pippo Franco al bagaglino)
Sono tutti un po’ in panico, in particolare BeatrOce, sulla quale vorrei aprire l’ennesima parentesi: tipo… quando dice di avere 23 anni è un errore di battitura oppure si riferisce all’età che aveva nel secolo scorso? E quando dice di sentirsi “In imbarazzo” è per l’ombretto che ha messo?
Comunque la metà dei piatti cucinati sono un disastro: il lancio dei piatti di Joe è pronto per diventare una disciplina olimpica. Viene eliminato il bono dal braccio gonfio Giorgio e Rachida vive un dramma, dove cazziata per l’ennesima volta finge di andarsene per poi essere richiamata fortunatamente da Cracco. A vincere sono Alberto il cui piatto è già stato rinominato “vecio con zuppetta” pari merito a Salvatore: entrambi saranno i capisquadra della prova in esterna, che si svolge a Milano ad una magnifica gara di polo equestre, frequentata da tante belle signore con quei cappellini fantasiosi che ti verrebbe voglia di prenderle ogni volta a roncolate.

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Ma prima di raccontare la seconda gara vorrei porre la vostra attenzione sulle professioni degli aspiranti chef: tipo la gemmologa si alza ogni mattina e cosa fa? Aggiorna la pagina wikipedia di Gemma del sud? E il capitano di lungo corso? Vi prego illuminatemi.
Comunque siamo a questa gara di polo, ci sono due squadre pronte a cucinare per tanti “wannabe” Julia Roberts e Richard Gere.. ma gli basterebbe pure Serena Van Der Woodsen.
Mentre la squadra blu e la rossa cucinano, Bastianich vestito più da pescatore in un laghetto di carpe intervista gli avventori e qui nascono momenti cult: tipo la signora con la r moscia che “adova le gave di polo in Engadina” (che sarebbe un perfetto nome per un piatto veneto ad esempio). Io l’avrei ascoltata per ore e ore. Mentre mi aspetto che Jean Claude e madre di Sensualità a corte arrivino da un momento all’altro, Rachida spiega la sua filosofia per un pasto nobiliare. Bocconi non troppo grandi perché quando si mangia bisogna fare oh, non ah (agevoliamo foto rappresentativa). Ci vogliono insomma modi gentili.
I commensali votano alcuni con coscienza altri random “voto il rosso perché è il colore della passione”. D’altronde bisogna dire che hanno avuto quello che si sono meritati: cioè la meravigliosa pasta Barilla.
A decidere chi vincerà sarà un meraviglioso cavallo con due splendide pulzelle. Dalla carrozza infatti scenderà solo la ragazza col cappello della squadra vincente. Che poi. Che poca fantasia. Io ad esempio avrei aspettato che il cavallo dovesse fare i suoi bisogni e in base al colore della cacca del cavallo veniva eletto il vincitore… più ad effetto no? Comunque trionfa la squadra blu e al rientro parte dei rossi si trovano ad affrontare il pressure test che ha come tema gli gnocchi: da realizzare in 20 minuti. Tempo in cui io nemmeno riesco ad aprire la busta di gnocchi surgelati.

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Pare che nonno Alberto abbia vita facile essendo sempre stato il re della patata ma attenzione: gli cade l’olio. Che si stia preparando un nuovo oilgate? Ma è solo un’ansia passeggera: Laura viene eliminata e lui si salva lasciandoci una massima: “Abbiamo sempre qualcosa dentro, anche se invecchiamo. Per poter continuare o a esprimerti o a sognare. Perché il sogno è a colori e vorrei che tutto fosse a colori ancora, finchè muoio”.
A giovedì prossimo.

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