The Voice, trashcronaca della quinta puntata

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The Voice passa finalmente alla sua seconda fase: quella della battaglia. Che non significa che arriva uno bono come Spartacus che riempie di ceffoni Troiano e lo rimanda in miniera, no no. Bensì i concorrenti rimasti si scontrano tra di loro per avere accesso, finalmente, al live. Una cosa salta subito all’occhio: dopo 4 puntate e 12630137 ore di provini si sono cambiati. Praticamente tra l’ascella di Pelù, il poliestere di Sua Santità Raffa e la giacca di Cocciante che sfregava per terra, quegli abiti sono stati bruciati e immolati a qualche Dio sconosciuto per liberare i demoni.

L’altra novità è che arrivano i vocal coach ad “aiutare” i giudici nel preparare i concorrenti. È Raffa a dare il via alle danze e per ringiovanire il suo stile decide di chiamare Gianni Morandi per aiutare Stefania e Beatrice sulle note di The Edge of Glory (d’altronde è risaputo che manona Morandi canta Lady Gaga di continuo sotto la doccia). L’esibizione è uno scempio: le ragazze gridano che sembrano l’uccellino di Shrek che a furia di dai e dai e di acuti poi esplode. La nostra sfortuna è che invece loro rimangono e addirittura Stefania passa il turno!

Tocca a Pelù che chiama come coach il cantante dei Marlene Kuntz. A sfidarsi sono ormai l’ultracentenario Danny Losito insieme a Savio, che ha l’immagine classica dell’impiegato del catasto. Si sfidano sulla canzone degli “Gnarsbarslei” (self pronuncia di Pelù) che si chiama “Cresi” (idem). La gara ha talmente tanta verve che Danny vince rimpiangendo Music Farm (e non mi stancherò mai di dirvi che andò a Sanremo con Las Ketchup il cui fantasma aleggia ancora su di noi)

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È il momento di Richard che per farci felici chiama come coach i nostri idoli Sanremesi: i Modà. Che è come convocare Flavia Vento al premio Nobel per la letteratura. A esibirsi tocca a la fu-Gazosa Jessica, una ragazza veramente tutta acqua, sapone e il resto non biodegradabile, insieme a MariaTeresa. Sebbene io mi aspettassi un colpo di scena e l’assegnazione di www.mipiacitu per sparigliare le carte, qui si va sul sicuro con Total Eclipse of the Heart. Per la Carrà sono talmente brave che Bonnie Tyler “dovrebbe avere paura”: secondo me, invece, più che i Modà bisognava chiamare la polizia. Jessica comunque la spunta.

A finire il primo giro di battaglie (che ahimè risultano veramente noiosissime, ma così noiose che si invoca l’arrivo di Marzullo o che ne so di una lotta nel fango tra Raffa e Cocciante) è Noemi con la sua squadra ribattezzata da LaPina “Torre del Lago” per l’evidente eterosessualità che la domina.

Sono Paola e Giuliana a sfidarsi a chi riesce a fare più manovre del camion guidando con i piedi… ehm, volevo dire a cantare Fireworks (anche se I Kissed a Girl sarebbe stata oggettivamente più centrata). L’esibizione non chiude ahimè con un limone generale. E Katy ti prego: se mai ti capiterà di vedere questa gara prega per loro e per i leggins di finta pelle della ragazza.

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A questo punto è già passata un’ora, quindi si prospettano altre 35 puntate di battaglie a cui se ne aggiungeranno altre 200 di live se vanno a questa velocità. Che ansia. Fortunatamente arriva la sfida epica della serata: quella tra Daniele Vit, colui che è passato nel Guinness dei Primati per avere fatto il maggior numero di reality, ma solo per una puntata prima di essere cacciato, e il mio amato Matteo. Il brano è This Love che ti manda immediatamente in corto circuito pensando ad Adam Levine e a cosa gli faresti se fosse nel tuo letto. Raffa segue estasiata dal bracciolo della sedia con la sua maglia da Ape Maia. Sembra un tuca tuca post moderno, a cui manca, ahimè, il ribaltamento della sedia stile Paperissima. Alla fine premia Matteo e boccia Daniele che si butta nel solito ginepraio di polemiche che lui è un musicista e bla bla. Insomma Daniele, basta… fatti una Vit e dagliela su.

Le gare si susseguono, in casa avevamo lanciato il gioco che ogni volta che un giudice diceva “non vorrei essere nei tuoi panni” qualcuno doveva bere uno shot, quindi siamo già fradici. In più Troiano e le sue occhiaie non aiutano l’allegria. Non si poteva scegliere una presentatrice inutile ma figa come la Kardashan a X Factor? Che ne so, La caGnalis? Una delle Lollipop…

L’idea è che comunque le blind abbiano un po’ fregato e in generale senti cantare alcuni e ti viene da dire “Smithers, sciogli i cani!”. C’è la sfida tra la bella e la bestia (con Cocciante come guest-star nella parte della tazzina da caffè) e la Carrà(mba), con tanto di cappellino da coach di baseball, premia la brutta ma dotatissima Paola. C’è la sfida tra Valentina e Marika e le loro giacchette jeans (che già andrebbero eliminate solo per quello e rispedite nel 1990) sulle note di Proud Mary che per me rimane sempre la mia canzone top di Just Dance. E c’è la gara finale sulle note di “Senza una donnaaa… sto bene anche domani”. Un po’ l’autobiografia di molti concorrenti maschi che senza una donna ci stanno bene domani ma anche ieri e l’altro ieri.

Alla fine tra le canotte di Pelù, la permanente di Cocciante, la giacca borchiata da favola della Carrà, il lesbo power di Noemi, abbiamo trovato i primi 11 ragazzi che passano al live. Ciò significa che ci attendono altre due puntate così. L’ansia mi opprime. Aridatece il karaoke di Fiorello!

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