La trashcronaca di The Voice

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Buongiorno cari amici masochisti che avete deciso di sprecare i vostri giovedì sera in compagnia di The Voice. Il fatto che seguiate pure la trashcronaca è così commuovente che quantomeno mi ripaga della presenza della superabilissima conduzione di Troiano. D’altronde c’era pure una canzone che faceva “voglio trovare un senso a Troiano, anche se poi Troiano, un senso non ce l’ha”. Comunque, ancora nella puntata andata in onda ieri sera si continua con le audizioni al buio, per cercare di comporre le squadre da 16 talenti a testa. Praticamente finiti i provini, la prima puntata durerà di più dell’elezione del Papa, una non-stop da Uno Mattina a Marzullo.

La prima pseudo talentuosa ragazza è Giuliana, ex concorrente di Ti lascio una canzone. Ora, a giudicare dal numero di persone che vengono da altri talent dovrebbero chiamarlo The Voice Of Ricicl-Italy, perché è un continuo. Canta Listen di Beyonce di cui Noemi ignora persino l’esistenza. Dieci punti in meno sul gayometro. E come punizione si prende in squadra la ragazza, che a Ti lascio una canzone sembrava una bambina, oggi, 3 anni dopo sembra la Carrà.

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I giudici decidono di lasciare al buio Ilaria. Lei si presenta dicendo “Finalmente mi giudicheranno solo per la mia voce”. Che una frase così ti fa pensare… cosa avrà? Quantomeno 3 tette! E invece a quanto pare l’hanno sfuocata perché non volevano che si riconoscesse la bigiotteria di Postal Market del 1998: il buongusto dei montatori Rai. Tra l’altro finisce con Pelù che commenta: “ho sentito la solarità in Ain’t no Sunshine“. Ma amore mio, allora vuol dire che lei è proprio un’interprete orrenda, eh!

Lorenzo ha un passato come supporter di Ligabue, Vasco e ha pure fatto Quasimodo con Cocciante. Ora io propongo una moratoria per gli scarti dei lavori di Cocciante: scremateli, deportateli in qualche villaggio turistico, perché non se ne può più! Fortunatamente Richard che sembra sempre più Grande Puffo davanti al fungo Casa Puffa, lo riconosce e lui se lo sceglie come coach.

È la volta di Giulia, diciassettenne che si è dimenticata che Non è la Rai è finito nel 1995 e Claudia che ha deciso di profanare Whitney, farla tornare dall’aldilà e farsi prendere a sprangate. La prima viene scelta da Pelù che ormai è chiaro che farà la fine di Morgan: metterà incinta qualche concorrente ventenne. La seconda viene rispedita a casa con il “non ho avuto il brivido” pronunciato dalla Carrà che è tipo il “non mi arriva della” Ventura o il “vaffanculo eh” della Maionchi.

I tanti concorrenti si susseguono, tra Rosalia la palermitana che sembra Teresa Mannino dopo il cortisone, un’altra che sembra la figlia cresciuta di Gabrielle Solis delle casalinghe disperate, una che canta Born this way in rumeno, altri che scelgono la Raffa solo perché è l’unico modo per fare comin’out davanti a 5 milioni di persone, e altri che chiamando Notre Dame un musical e non “un’opera popolare” rischiano la denunzia di Richard.

Comunque, le prerogative dei giudici rimangono quelle: Pelù che non pigia anzi “pijia” come dice lui, se non nasa una bella gnocca; la Carrà, con i suoi movimenti incriccati, che va costruendosi una squadra di soli gay; Noemi, con la sua classica pantagonna firmata Valerio Scanu, vuole sole lelle; Cocciante fa solo discorsi tipo: “eri un po’ MMHH, non ho sentito quel BRRR, io sul palco facevo BAM!”

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Certo che uno poi si chiede i criteri con i quali si girano: i due gemellini, che stonavano peggio delle Donatella di X Factor hanno trovato Cocciante (ma si era girata pure Raffaella che, capìta la sola, ha detto: “Sono contenta che continuiate. Con lui”) quella che fa i vocalizzi ogni due per tre con i pantaloni di pelle che se li metteva Buffy ed erano gli anni novanta, trova Raffa, mentre per Antonella e il suo vibrato in Sunrise non si gira nessuno. Diamine.

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La puntata finisce con due amare constatazioni: la prima è che 6 concorrenti la prossima settimana dovranno andare obbligatoriamente con Cocciante per comporre la sua squadra definitiva. Poveri. La seconda è che io altre tre ore e mezza di Blind audition non le reggerei manco se Fabio Troiano promettesse di iniziare a recitare come si deve. Il mio cane si è talmente appassionato che russa da quando ha sentito la sigla. Più o meno come mio marito. Facciamo che lo raggiungo.

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