“E tutto va come deve andare, o perlomeno così dicono” lo cantava persino Max Pezzali dei tempi d’oro prima che cominciasse a vestirsi Missoni.

E così è andata. Stefano è il quarto Masterchef italiano e certamente segue quell’onda di simpatia che hanno avuto l’avvocato Stefanelli due anni fa e “Federico-chi” lo scorso anno.

Ma i veri accadimenti di cui parlare e per cui faremo un excursus riguardano quel bel programmino che è Striscia la notizia che ha deciso di rivelare il vincitore di Masterchef con 48 ore di anticipo. Che poi Masterchef sia stato registrato quest’estate lo sanno anche i muri visto che i concorrenti certe volte sudavano come dei mufloni in riserva. Quindi è stato un po’ il segreto di Pulcinella. Con che scopo poi? Quello di non farci vedere la finalona?

Il punto è, come è stato detto, che a venire premiato non sarà solo un nome, ma un piatto, un modo di pensare la cucina, quindi lo spoiler, più che un’identità avrebbe dovuto riguardare una ricetta. E invece quel programmaccio si è dimostrato per l’ennesima volta quello che è: una vecchia zavagliata analogica che cerca di rubare sangue vergine a chi ha saputo costruire un nuovo modo di fare televisione & cultura. Quindi, caro il mio Ricci, sappi che ci impegneremo tutti per fare diventare questa finale la più vista della storia e magari a dare una bottarella pure ai velini.

Ora, finito il momento pippone, possiamo raccontarvi cosa è successo in questa benedetta finale. Nella prima mistery box i tre malcapitati rimasti (Stefano, Amelia e Nicolò) trovano uno specchio. Sì, perché dovranno raccontare un piatto che li rappresenti al 100%. Ed è subito The Sims che per aumentare i punti carisma dovevi parlare con lo specchio.

Stefano propone un anonimo “Rognone in crosta di sale” (e sudore, visto che lo deve rappresentare al 100%), Amelia la verace “il sapore di un’emozione” (ed è subito “un posto al sole”) ma a trionfare è Nicolò con il suo “I due Nicolò”. E’ talmente entusiasta che fa le espressioni della Sciarelli a “Chi l’ha visto”

Sarà lui ad avere il vantaggio nell’invention test che vede protagonista Rosanna Marziale, regina del ristorante “le colonne di Casterta”. Che quando ho sentito Rosanna mi è preso un colpo e ho pensato sbucasse la Lambertucci. Meno male che non è andata così. Comunque Nicolò potrà scegliere tra tre piatti pazzeschi che hanno come elemento principale la mozzarella e assegnarne uno ad ognuno.

Il risultato è che lui si tiene la Pizza al contrario, per Amelia la Palla di mozzarella con tagliolini al basilico e per Stefano Zuppa di cozze nel latte di mozzarella nera. Che la pizza al contrario, per dire, sembra una roba talmente buona, che sto chiamando PizzaBo da 10 minuti per ordinarne 25 da mangiare ora. In tutto questo Stefano chiede che “colorante” usare per il latte di mozzarella. Praticamente ha scambiato il nero di seppia per un colorante da lavatrice.

Amelia ha il piatto più difficile: si capisce chiaramente che inserire i tagliolini in quella mozzarella richiede una laurea in ingegneria e 3 master. Le viene data la possibilità di fare 3 domande alla chef: e lei anzichè chiedere quello e perché Barbieri si ostina a portare quei risvoltini, divaga. E propone un piatto buono ma non perfetto, non da finale. Sebbene Stefano dimentichi il pane, uno degli elementi fondamentali del suo piatto. Ma viene eliminata Amelia. E non solo ahimè perché porta le Hogan. Praticamente è l’eliminazione più ingiusta da quando nel 1999 Christina rubò il Grammy a Britney.

La finale sarà quindi Stefano vs. Nicolò.

La tensione viene spezzata da un po’ di pubblicità. Simone Rugiati ciarla “Con le mani si possono fare tante cose” e io firmo una petizione per riavere Ela Weber negli spot Auricchio. Intanto Striscia sta lanciando un nuovo clamoroso spoiler su un programma Sky: alla fine di 1992, la serie su Tangentopoli di cui tutti parlano, condannano Craxi.

E così ci siamo: che la finale più annunciata della storia abbia inizio, fortunatamente non in diretta come l’anno scorso. Tornano tutti gli ex concorrenti e per me è subito confessionale con Arianna che manda a fanculo i giudici… meno male che rivedo la mia Viola e il mio Simone sempre i migliori.

Poi arrivano i parenti e l’orecchino a forma di gatto della compagna di Stefano per me potrebbe già chiudere la gara. La mamma di Nicolò è una bulla, il padre ricorda vagamente il pinguino di Batman. Praticamente una gara tra la petite borghesia milanese vs la middle class veneta.

A Nicolò cade subito l’olio: ed è di nuovo oilgate due anni dopo. Nel frattempo lui giura di farcela talmente tante volte che Ambra levate.

Poi la gara è un susseguirsi di emozioni: 2 ore e mezzo in cui in giudici riescono ad assaggiare 7 piatti di Nicolò e 6 di Stefano. E Chapeau a loro 3, io solo a guardarli mangiare ho bisogno di una cucchiaiata di Brioschi.

E finisce come si sapeva: Stefano è il nuovo Masterchef e Nicolò è il nostro Di Caprio: giovane, di talento e senza nessun premio.

Grazie Masterchef, sei stato pazzesco!