Expo, l’incontro omofobo di Maroni e l’alzata di scudi di certi gay

Expo, l'incontro omofobo di Maroni e l'alzata di scudi di certi gay - expo famiglia - Gay.it Blog

convegno_pioneer1Ok, ragazzi e ragazze: sulla questione Expo cerchiamo di fare chiarezza su un paio di questioni. La Regione Lombardia ha facoltà di inserire il logo in qualsiasi iniziativa da lei patrocinata, dalla sagra della michetta al raduno dei motociclisti dell’Oltrepò Pavese. E questo lo sappiamo. In virtù di ciò, è girato un manifesto con il patrocinio alla solita iniziativa antigay, capitanata da Adinolfi, Miriano e la rivista Tempi. Che dire, tre nomi, una garanzia. Di omofobia. Da Gay.it è quindi partito un articolo con una semplice domanda: “L’Expo supporta l’omofobia di Manif e Sentinelle?”. Da quell’interrogativo sono successe almeno un paio di cose, su cui vorrei farvi riflettere.

Punto primo, la solita levata di scudi da parte di gay et similia contro quell’articolo. Riassumendo il tutto, e mi scuso per l’estrema sintesi, ciò che si rimprovera alla testata è l’aver fornito un’”informazione falsa”, oltre al fatto che l’associazione con l’omofobia non è imputabile alla manifestazione in quanto tale. Seguono giustificazioni sul fatto che quel logo, a mo’ di sponsor, è un automatismo e amenità varie. Riguardo a questo, vi riporto a quanto detto sopra: si sa benissimo che la regione appiccica quel marchio in ogni dove. Il problema non è “come è possibile che sia finito lì!”, ma semmai “è davvero il caso che stia ancora lì?”. A mio giudizio, no.

Archiviata la solita inconsistenza frocia e la sua “friabilità” rispetto al partorire una posizione comune, arrivano nell’ordine lo sdegno del Pd – e qui scattano le risate registrate, visto che si sveglia su Maroni ed Expo, quando poi manif_expoha consiglieri e sindaci che sono i primi a votare mozioni per la famiglia naturale – e la risposta sulla pagina ufficiale Facebook dell’Esposizione Universale di Milano che recita solennemente: «Expo è una piattaforma di confronto che non produce sintesi ma lascia spazio a posizioni diverse e spesso antitetiche tra loro. Da questo punto di vista, la ricchezza di Expo è legata alla molteplicità di posizioni di tutti i soggetti coinvolti. Il tema non è come silenziare la voce portatrice da idee diverse dalle proprie, quanto piuttosto capire come utilizzare la piattaforma comunicativa di Expo per comunicare le proprie idee». Insomma, per chi ha scritto queste egregie parole la lotta per i diritti delle persone LGBT e la propagazione di odio sociale e di sentimenti omofobi stanno sullo stesso piano di dignità. Chissà se la penserebbero allo stesso modo di fronte a tesi che negano la Shoah, per fare un solo esempio.

Ribadendo che a parer mio un logo a patrocinio di un evento omofobo getta discredito su tutto l’evento e sulle stesse realtà che vi presenziano, e chiedendomi come mai abbiamo massacrato Barilla per molto meno mentre su questa vicenda vedo fare molte spallucce a gay anche impegnati politicamente e non, vorrei far notare che la expo_reazionipartecipazione della Regione è vergognosa di per sé, dato che dovrebbe rappresentare tutta la società civile e non dovrebbe dar spazio a chi promuove azioni di discriminazione contro intere categorie sociali. Ma a quanto pare anche questo è un concetto difficile da incamerare, almeno da parte di alcuni/e che invece parlano di “libertà di pensiero” rispetto alla possibilità che quel convegno possa essere fatto, con tanto di logo. E no miei cari, non so quanto debbano essere lecite (e quindi libere) le idee di chi vi vorrebbe inesistenti, riparati, senza uno straccio di diritto e via discorrendo. Non è così che funziona nei quartieri gay (e non) delle città europee dove andate a fare i fighi per le vacanze. Poi non chiedetevi perché a Madrid e a Parigi ci si può sposare e qui in Italia no. Non prima di esservi guardati allo specchio, almeno.

Ancora: la regione in questione detiene una quota di Expo e promuovendo certe iniziative lega scelte economiche specifiche a fatti culturali (o presunti tali) inequivocabili. Io, in quanto consumatore anche gay, poiché colpito da maroniquel tipo di scelte ho il diritto di indignarmi. Per cui il problema non siamo noi che denunciamo, ma qualcuno che non riesce a farlo come dovrebbe. Intesi?
Per altro, la risposta del comune di Milano per cui il logo non deve e non dovrà essere abbinato a iniziative del genere e l’interrogazione parlamentare annunciata per lunedì dovrebbe mettervi un’ulteriore pulce all’orecchio.

Detto questo e precisando tutto ciò, ribadisco quanto detto in altra sede, tra social e blog: volevo andare a Milano, per l’occasione, ma vista l’aria che tira penso che spenderò il mio denaro altrove. E che ci si strozzino pure, con il loro made in Italy.

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1 commento

  1. Ci si puo presentare per fare un discorso in pubblico?perchè veramente sono stanco di tutto cio…le uniche parole che sento da tutti è andarsene via dal “Bel” Paese per vivere in pace e sereni!

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