Gay.it https://www.gay.it News, Diritti LGBTQ, Pride, Omofobia, Forum, Video e Foto Sat, 04 May 2024 20:03:58 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.2 Madonna sbarca in Brasile e diventa cittadina onoraria di Rio de Janeiro https://www.gay.it/madonna-diventa-cittadina-onoraria-di-rio-de-janeiro https://www.gay.it/madonna-diventa-cittadina-onoraria-di-rio-de-janeiro#respond Sat, 04 May 2024 20:00:09 +0000 https://www.gay.it/?p=250277

 

Il 4 maggio Madonna terrà un epocale concerto sulla spiaggia di Copacabana, a Rio de Janeiro, con centinaia di migliaia di persone attese. Un evento gratuito per chiudere nel migliore dei modi il Celebration Tour, che ha celebrato i 40 anni di una carriera straordinaria. Per l’occasione Madonna è stata insignita di un riconoscimento di tutto rispetto da parte del consiglio comunale, che l’ha eletta cittadina onoraria di Rio.

A proporre simile titolo sono stati i consiglieri Cesar Maia e Carlo Caiado. Questo onore viene solitamente conferito a persone che non sono nate a Rio, ma che in qualche modo hanno svolto attività o progetti importanti per lo sviluppo locale. Ebbene per il concerto di Madonna, che andrà in onda su Globo Tv, sono attesi decine di migliaia di turisti in arrivo da tutto il mondo.

La popstar è nota per la sua continua reinvenzione e versatilità nella produzione musicale, nella composizione e nella presentazione visiva del suo lavoro, spingendo i confini dell’espressione artistica nella musica commerciale e rimanendo completamente al comando di tutti gli aspetti della propria carriera“, si legge nella motivazione dell’encomio. “Le sue opere, che incorporano temi sociali, politici, sessuali e religiosi, hanno generato consensi e controversie da parte della critica e del pubblico. Viene spesso citata come un’influenza su altri artisti nella concezione e nella produzione della loro arte”.

Non è ancora chiaro se Madonna ritirerà in prima persona il titolo appena conquistato, che potrebbe essere consegnato ovunque, dall’hotel Copacabana Palace dove l’artista alloggera o nel suo camerino, allestito direttamente in spiaggia. Madonna è attesa a Rio quest’oggi, dopo gli ultimissimi 5 concerti andati in scena a Città del Messico, per preparare nel migliore dei modi un’ultima tappa di un tour straordinario, contraddistinto da 81 sold out.

Madonna sbarca in Brasile e diventa cittadina onoraria di Rio de Janeiro - Madonna - Gay.it

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Immaginaria 2024, Sara Drago sarà la madrina del Festival https://www.gay.it/immaginaria-2024-sara-drago-madrina-international-film-festival-of-lesbians https://www.gay.it/immaginaria-2024-sara-drago-madrina-international-film-festival-of-lesbians#respond Sat, 04 May 2024 15:01:17 +0000 https://www.gay.it/?p=250483

Dal 9 al 12 maggio 2024 si svolgerà a Roma, al Nuovo Cinema Acquila, la XIX edizione di Immaginaria – International Film Festival of Lesbians and Other Rebellious Women, manifestazione di cinema indipendente, che sin dal 1993 ha l’obiettivo di raccontare le vite, la cultura, l’arte, la storia, la politica delle donne presenti e passate, lesbiche, femministe, audaci, coraggiose e ribelli, impegnate a costruire un mondo diverso.

Proprio per questo motivo, il claim di questa edizione, dedicata alla poetessa e donna ribelle Patrizia Cavalli, è “Let’s break it!”, ovvero un invito a infrangere il soffitto di cristallo che ancora oggi ostacola la produzione cinematografica femminile.

Immaginaria 2024
Immaginaria 2024

Immaginaria 2024, Sara Drago sarà la madrina del Festival

Madrina della XIX edizione del Festival sarà l’attrice Sara Drago, divenuta nota al grande pubblico per il personaggio di Lea Martelli nella serie tv Sky Original “Call My Agent – Italia“, che in pochissimo tempo ha contribuito a trasformarla in una vera e propria icona della community LGBTQIA+.

A dichiararlo è stata lei stessa durante l’intervista rilasciata ai colleghi di thewom.it:

“Mi hanno invitata a far da madrina a un festival internazionale di cinema queer e per me è una sorpresa: non ho mai amato le definizioni ma ho un mio orientamento eterosessuale per cui mi sono domandata cosa abbia spinto la community a battezzarmi come icona.

Per quanto mi riguarda, ho cercato anche grazie all’aiuto della sceneggiatura e dei miei colleghi di dare tridimensionalità a Lea e di non renderla bidimensionale, come spesso accade in racconti che ricorrono al cliché della lesbica con determinate caratteristiche anche fisiche dimenticando di quanto varia sia l’umanità.

Lea è forse una novità in tal senso e non ha connotati riconducibili agli standard di rappresentazione che spesso vengono restituiti: è lontana da ogni etichetta”.

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David 2024, i vincitori. Trionfa Io Capitano, boom Paola Cortellesi con C’è Ancora Domani https://www.gay.it/david-2024-trionfa-io-capitano-boom-paola-cortellesi-con-ce-ancora-domani https://www.gay.it/david-2024-trionfa-io-capitano-boom-paola-cortellesi-con-ce-ancora-domani#respond Fri, 03 May 2024 22:36:54 +0000 https://www.gay.it/?p=250480

Trionfo doveva essere e trionfo è stato. Candidato agli Oscar come miglior film straniero, Io Capitano di Matteo Garrone ha vinto 7 David di Donatello, compresi quelli per la miglior pellicola e la miglior regia a Matteo Garrone, che è così arrivato a 4 riconoscimenti personali, affiancando mostri sacri come Mario Monicelli, Marco Bellocchio e Giuseppe Tornatore.

Film campione d’incassi con quasi 37 milioni di euro, nono titolo col maggiore incasso in Italia e quinto tra quelli di produzione nazionale, C’è ancora Domani ne ha vinti altri 6, su 19 nomination. Paola Cortellesi, all’esordio assoluto come regista, ne ha conquistati ben 5 in un colpo solo, ovvero miglior regista debuttante, attrice protagonista, sceneggiatura originale, David Giovani e David dello Spettatore. Un’exploit mai visto, e che probabilmente mai più si vedrà.

Migliori attori, protagonista e non, Michele Riondino ed Elio Germano per il bello e importante Palazzina Laf, con Emanuela Fanelli al suo 2° David come miglior attrice non protagonista in due anni. 5 David anche per Rapito di Marco Bellocchio, mentre lo straordinario La Chimera di Alice Rohrwacher, candidato a 13 David, è tornato a casa a mani vuote. 7 candidature in 12 anni con zero David vinti per Alice, idolatrata all’estero ma inspiegabilmente snobbata in patria.

Momento cult di serata, devastata dalla co-conduzione amatoriale di Biggio, la polemica innescata da Sergio Ballo, vincitore per i costumi di Rapito e giustamente infastidito dalla scellerata scelta di premiare le categorie tecniche in un altro studio rispetto al mitico Studio 5 in cui erano Carlo Conti e Alessia Marcuzzi. Nel loro caso, in una sorta di sottoscala.

VINCITORI

Miglior film
Io capitano, regia di Matteo Garrone

Miglior regia
Matteo Garrone – Io capitano

Miglior regista esordiente
Paola Cortellesi – C’è ancora domani

Migliore sceneggiatura originale
Furio Andreotti, Giulia Calenda e Paola Cortellesi – C’è ancora domani

Migliore sceneggiatura adattata
Marco Bellocchio, Susanna Nicchiarelli, Edoardo Albinati e Daniela Ceselli – Rapito

Miglior produttore
Archimede, Rai Cinema, Pathe e Tarantula – Io capitano

Miglior attrice protagonista
Paola Cortellesi – C’è ancora domani

Miglior attore protagonista
Michele Riondino – Palazzina Laf

Migliore attrice non protagonista
Emanuela Fanelli – C’è ancora domani

Miglior attore non protagonista
Elio Germano – Palazzina Laf

Migliore autore della fotografia
Paolo Carnera – Io capitano

Miglior compositore
Subsonica – Adagio

Migliore canzone originale
La mia terra (musica, testo e interpretazione di Diodato) – Palazzina Laf

Miglior scenografo
Andrea Castorina e Valeria Vecellio – Rapito

Miglior costumista
Sergio Ballo e Daria Calvelli – Rapito

Miglior truccatore
Enrico Iacoponi – Rapito

Miglior acconciatore
Alberta Giuliani – Rapito

Miglior montatore
Marco Spoletini – Io capitano

Miglior suono
Io capitano

Migliori effetti speciali visivi
Io Capitano

Miglior documentario
Laggiù qualcuno mi ama, regia di Mario Martone

Miglior cortometraggio
The Meatseller, regia di Margherita Giusti

Miglior film internazionale
Anatomia di una caduta, regia di Justine Triet

David Giovani
C’è ancora domani, regia di Paola Cortellesi

David speciale
Milena Vukotic – alla carriera
Giorgio Moroder – alla carriera
Vincenzo Mollica

David dello spettatore
C’è ancora domani, regia di Paola Cortellesi – 5.534.653 spettatori

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Nigeria, l’orrenda pratica del “kito”: bande omofobe attirano uomini gay sulle app di dating per “punirli” e ricattarli https://www.gay.it/nigeria-kito-app-dating https://www.gay.it/nigeria-kito-app-dating#respond Fri, 03 May 2024 15:02:49 +0000 https://www.gay.it/?p=250464

Generalmente, le app di dating non rappresentano l’ambiente più sicuro per incontrare potenziali partner o per avventure occasionali. Anche nella nostra realtà, non mancano racconti di estorsioni, ricatti e violenze legate a incontri anonimi.

Ma cosa accade quando le dinamiche rischiose di app quali Grindr, Taimi e Tinder si verificano in un paese dove le identità LGBTQIA+ sono criminalizzate?

In Nigeria, la persecuzione verso le identità non conformi si manifesta già con arresti di massa, condanne a morte e omobitransfobia istituzionale generalizzata a tutti i livelli. Esistono però anche metodi più subdoli, che prendono di mira i pochi spazi online riservati alla comunità.

La storia di Acho Kenneth – raccontata ad magazine Openly –  è quella di tantissimi altri uomini gay vittime di vere e proprie imboscate organizzate da alcune prominenti bande omofobe sulle app di dating.

Uno schema in cui è fin troppo facile cadere: in Nigeria, la discrezione tra gli persone che intrattengono relazioni omosessuali è fondamentale per evitare il carcere. Quindi, quando uno sconosciuto chiese ad Acho di incontrarlo direttamente a casa sua, la cosa non destò sospetti.

Kenneth fu tuttavia leggermente sorpreso quando al suo arrivo scoprì che il suo appuntamento, presentatosi come un certo Ugo, era in compagnia di quattro amici. Nonostante l’imbarazzo iniziale, gli altri si ritirarono presto, permettendo a lui e Ugo di appartarsi in camera da letto per qualche momento di intimità.

L’iniziale diffidenza di Acho si rivelò però fondata: pochi minuti dopo, gli uomini rientrarono in casa per intrappolarlo in un imboscata. Seguì un violento pestaggio, che Acho descrive ancora oggi con profondo terrore.

“Mi picchiavano, mi frustavano con le cinture mentre piangevo. Sapevo di essere stato incastrato”.

In Nigeria, questa pratica è conosciuta come kito, uno schema che sfrutta le app di dating per attrarre le vittime in luoghi isolati e “punirle” per il proprio orientamento sessuale. La violenza non termina quasi mai con il pestaggio.

Acho fu fatto spogliare e poi ripreso, mentre gli uomini si prendevano gioco di lui. Lo stesso video fu poi utilizzato per ricattarlo, con la minaccia di mostrarlo alla sua famiglia e ai suoi amici se l’uomo non avesse pagato l’equivalente di circa 1000 euro agli aggressori. L’uomo non aveva però le disponibilità per coprire l’intera somma.

“Mi hanno detto di chiamare la mia famiglia e dire loro che ero stato rapito, sennò avrebbero rivelato tutto e poi mi avrebbero ucciso”.

Acho è stato trattenuto per circa sette ore, il tempo necessario per raccogliere la somma necessaria per il suo rilascio.

Un protocollo ben rodato dalle bande omofobe nigeriane, che da oltre un decennio – dagli albori delle app di dating – tormentano persone appartenenti alla comunità LGBTQIA+ alla ricerca di amore, amicizie e una rete di supporto. Nel kito, non è raro che le vittime vengano punite con stupri correttivi.

Questo fenomeno si riscontra anche in altri paesi dove essere parte della minoranza sessuale comporta dei rischi, esponendo le persone LGBTQ+ a possibili trappole da parte di criminali occasionali, organizzazioni criminali e, a volte, anche forze dell’ordine.

Tuttavia, in Nigeria, i membri della comunità LGBTQ+ stanno trovando modi per contrattaccare, creando piattaforme online dove gli aggressori vengono smascherati pubblicando foto, nomi e messaggi tratti dalle app di incontri, servendo così da monito per gli altri.

 

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Adesso, prima di incontrarsi di nuovo con qualcuno, Acho consulta siti come Kito Diaries, JP Crime Fighter e Splendid Love per evitare di essere nuovamente vittima di abusi. L’unico strumento di difesa che resta alle persone queer è infatti la creazione di reti di supporto, visto che la polizia stessa si disinteressa della questione – quando non è artefice degli abusi. 

Il 70% dei crimini d’odio contro la comunità LGBTQIA+ in Nigeria è kito

Anche se nel paese più popoloso dell’Africa essere LGBTQ+ non è illegale de iure, coloro che intrattengono relazioni omosessuali rischiano condanne fino a 14 anni di prigione.

Nel nord del paese, regolato dalla legge della sharia, gli atti omosessuali possono portare alla pena di morte per gli uomini, mentre le donne possono subire fustigazioni e/o detenzioni. Fortunatamente, i casi di applicazione di tali pene sono rari e le sentenze vengono frequentemente lasciate insolute.

La situazione rende comunque i membri della comunità LGBTQ+ particolarmente vulnerabili allo sfruttamento, agli abusi e a essere intrappolati in situazioni pericolose.

Nel 2023, circa il 70% delle 996 violazioni dei diritti umani registrate contro individui identificati o percepiti come appartenenti alla comunità LGBTQ+ in Nigeria riguardava casi di kito, secondo quanto riportato dall’Iniziativa per le Pari Opportunità (TIER), che collabora con 22 gruppi per i diritti umani in tutto il paese.

TIER ha evidenziato un “incremento sostanziale” di questi episodi negli ultimi sette anni. Attivisti e gruppi per i diritti umani attribuiscono tale aumento sia alla legge del 2014 che criminalizza il matrimonio tra persone dello stesso sesso sia al deterioramento delle condizioni economiche del paese, che spingono i criminali ad adottare metodologie sempre più violente per le estorsioni.

I casi reali potrebbero però essere ancor più numerosi rispetto a quelli documentati.

“Le vittime di kito difficilmente denunciano, per paura delle ripercussioni” spiega Clinton Mabilo, avvocato per i diritti umani con sede a Warri, nello stato del Delta.

Chimdimma Ike, direttore dei programmi presso TIERs, ha osservato che le cosiddette bande kito si sono organizzate in maniera sempre più strutturata, operando spesso da appartamenti ammobiliati e utilizzando terminali POS per estorcere denaro.

“Denunciare non è mai un’opzione” dice Chima, altra vittima di kito. “I criminali ti estorcono i soldi minacciando di inviare le tue foto intime a familiari e persino ai colleghi. Chi denuncia alla polizia spesso viene fatto sparire”.

Allo stesso modo di Acho, anche Chima ora sfrutta forum online come Kito Diaries per selezionare accuratamente i suoi appuntamenti, esaminando con attenzione anche i loro profili sui social media.

Fondato da Walter Ude ad Abuja nel 2015, The Kito Diaries è cresciuto fino a estendersi su piattaforme come Facebook, X e Instagram, accumulando un seguito collettivo di 43.000 persone.

Il sito svolge un ruolo cruciale nella protezione della comunità: le vittime inviano a Ude segnalazioni di ricatti o estorsioni. Egli si impegna a verificare tali denunce prima di ripubblicare i nomi, le foto, i profili noti sui social media e sulle app di incontri, i numeri di telefono e la città di residenza degli accusati.

Ormai, siti come questo sono diventati uno strumento anche per i vigilantes che desiderano assicurare giustizia alle vittime di questi orrendi crimini quando la polizia se ne lava le mani.

Dopo che un uomo gay è stato rapito e derubato a marzo, i suoi amici hanno infatti deciso di tampinare l’autore del reato, la cui foto era circolata su diversi forum,  sospettando che fosse parte di una più ampia rete criminale.

L’operazione sotto copertura, ampiamente riportata dai media nigeriani e dai TIER, ha visto l’impiego di tre uomini che, navigando online, hanno cercato di convincere il sospettato a organizzare un incontro.

Il sospettato è stato infine arrestato dalla polizia dopo aver incontrato uno degli uomini in un ristorante. L’arresto è avvenuto perché un agente, che aveva legami familiari con una delle vittime della banda, aveva precedentemente allertato le autorità. Diversamente, è facile che il tutto si sarebbe concluso con un nulla di fatto.

Guidati dal sospettato, gli agenti di polizia hanno inoltre raggiunto un appartamento utilizzato come base operativa da almeno altri otto uomini, secondo quanto riportato da TIER.

Un portavoce delle forze dell’ordine ha confermato l’arresto di tutti i componenti della banda a Lagos, la capitale, annunciando che sarebbero stati imputati per rapimento, estorsione e stupro davanti a un tribunale questo mese. Ma, purtroppo, sono pochissime le storie con un simile lieto fine.

 

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Pitch Perfect 4 e un nuovo Mean Girls, parlano Rebel Wilson, Rachel McAdams e Lindsay Lohan https://www.gay.it/pitch-perfect-4-e-un-nuovo-mean-girls-parlano-rebel-wilson-rachel-mcadams-e-lindsay-lohan https://www.gay.it/pitch-perfect-4-e-un-nuovo-mean-girls-parlano-rebel-wilson-rachel-mcadams-e-lindsay-lohan#respond Fri, 03 May 2024 13:00:37 +0000 https://www.gay.it/?p=250471

Ad Hollywood c’è sempre più pochezza di idee, con sequel, prequel, spin-off, remake e reboot che puntualmente vedono la luce del giorno.

Nel pieno della promozione della propria autobiografia, Rebel Wilson ha in tal senso rivelato che un 4° capitolo di Pitch Perfect è in fase di sviluppo. Via BBC Radio 2, Wilson, che nella trilogia originale ha interpretato Patricia “Ciccia Amy” Hobart, ha di fatto ufficializzato un nuovo Pitch Perfect, 7 anni dopo l’uscita in sala del 3°.

“Speriamo che ci sia un quarto film. È in fase di sviluppo. Voglio dire, so che ora siamo più vecchie, quindi non so esattamente quale sarà la trama. Immagino che prima debbano trovare la sceneggiatura giusta, che è l’annoso dilemma”.

Pitch Perfect 4 e un nuovo Mean Girls, parlano Rebel Wilson, Rachel McAdams e Lindsay Lohan - Rebel Wilson presenta la fidanzata Ramona Agruma - Gay.it

Il primo Pitch Perfect, sbarcato in Italia con il titolo Voices, uscì nel 2012, sbancando il box office USA. Nel 2015 il primo sequel, con Rebel Wilson arrivata a strappare un contratto da 10 milioni di dollari per prendere parte al 3°. “Ho assolutamente amato realizzare quei film”, ha aggiunto Wilson, che in questi ultimi anni ha fatto coming out e ha annunciato il fidanzamento con Ramona. “Siamo ancora tutte amiche, tutte noi ragazze. Credo che quello che la gente vede sullo schermo siamo davvero noi. Non è stata una vera e propria recitazione, perché amo cantare e ballare, e mi è piaciuto moltissimo stare in compagnia del cast. È stato davvero divertente”.

Altro giro e altro potenziale sequel, perché sia Lindsay Lohan che Rachel McAdams si sono dette pronte a tornare sul set per girare un nuovo capitolo di Mean Girls, 20 anni dopo l’uscita al cinema del cult originale. A darne notizie è People.

mean girls
 

Lindsay, che interpretava Cady Heron nel film del 2004, “vuole fare un altro Mean Girls, ha un buon rapporto con tutti i membri del cast originale. Sono suoi amici. Un altro film sarebbe fantastico per lei e per il pubblico che ha l’amato”.

La fonte ha aggiunto che Rachel, che interpretava la mitologica Regina George, sarebbe disposta a tornare “se tutto ciò che le venisse presentato avesse un senso”. “È molto impegnata, ma sarebbe interessata a parlare di un sequel”.

Mean Girls andò incontro ad un sequel “non ufficiale”, nel 2011, mai visto al cinema, con un cast inedito e Tina Fey non coinvolta. Quest’ultima, sceneggiatrice del primo film, ha poi adattato Mean Girls in un musical a Broadway, strappando 12 nomination ai Tony Awards del 2018. Quel musical è recentemente uscito in sala, incassando ben 104 milioni di dollari in tutto il mondo.

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Meryl Streep Palma d’Oro onoraria al Festival di Cannes 2024 https://www.gay.it/meryl-streep-palma-doro-onoraria-al-festival-di-cannes-2024 https://www.gay.it/meryl-streep-palma-doro-onoraria-al-festival-di-cannes-2024#respond Fri, 03 May 2024 12:00:57 +0000 https://www.gay.it/?p=250474

Oggi 74enne, Meryl Streep è giustamente considerata la più grande attrice vivente. Vincitrice di 3 premi Oscar, 9 Golden Globe, 2 Bafta, 2 SAG, 2 David, 3 Emmy, un Orso d’argento a Berlino per The Hours e un Prix d’interprétation féminine al Festival di Cannes per Un grido nella notte, l’iconica attrice tornerà sulla Croisette dopo 35 anni di assenza per ricevere la Palma d’Oro alla carriera.

Streep, da sempre vicina alla comunità LGBTQIA+, sarà ospite della cerimonia inaugurale che si terrà al Grand Théâtre Lumière martedì 14 maggio.

Sono immensamente onorata di ricevere la notizia di questo prestigioso premio”, ha dichiarato Streep in un comunicato. “Vincere un premio a Cannes, per la comunità internazionale degli artisti, ha sempre rappresentato il più alto risultato nell’arte cinematografica. Essere all’ombra di coloro che sono stati premiati in precedenza è pauroso ed emozionante in egual misura. Non vedo l’ora di arrivare in Francia per ringraziare tutti di persona questo maggio“.

Tutti abbiamo qualcosa di Meryl Streep dentro di noi!“, hanno dichiarato la presidente del Festival di Cannes Iris Knobloch e il delegato generale Thierry Frémau. “Tutti noi abbiamo qualcosa dentro di noi di «Kramer contro Kramer», «La scelta di Sophie», «La mia Africa», «I ponti di Madison County», «Il diavolo veste Prada» e «Mamma Mia!». Poiché ha attraversato quasi 50 anni di cinema e ha incarnato innumerevoli capolavori, Meryl Streep fa parte del nostro immaginario collettivo, del nostro amore condiviso per il cinema”.

George Lucas, padre di Star Wars, riceverà la Palma d’Oro alla carriera. La 77ª edizione del Festival di Cannes avrà un solo italiano in gara, ovvero Paolo Sorrentino con Parthenope. Presidente di giuria è Greta Gerwig, mentre Xavier Dolan guiderà la giuria della sezione Un Certain Regard, con Lukas Dhont presidente di giuria della Queer Palm.

 

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5 libri italiani per liberarci dai vecchi e nuovi fascismi https://www.gay.it/5-libri-italiani-per-liberarci-dai-vecchi-e-nuovi-fascismi https://www.gay.it/5-libri-italiani-per-liberarci-dai-vecchi-e-nuovi-fascismi#respond Fri, 03 May 2024 11:00:35 +0000 https://www.gay.it/?p=249958

Cinque libri per comprendere l’importanza di un’Italia liberata, di un paese da liberare.

1) Nicoletta Verna, I giorni di vetro, Einaudi

giorni di Vetro

Redenta nasce a Castrocaro il giorno del delitto Matteotti. Tutti dicono che tiene addosso la carogna, che non arriverà alla festa di San Rocco. Invece, sopravvive e diventa donna. L’uomo che ha promesso di sposarla e svanisce nel nulla e lei è costretta a sposare il gerarca Vetro, reduce dalle campagne in Etiopia. Il suo cuore, però, comincia a battere davvero solo quando incontra Iris, una partigiana della banda di Diaz. Un libro avvolgente che consegna ai lettori uno sguardo nuovo intorno ai temi del sessismo e del fascismo. Una storia scritta magistralmente, che restituisce fiato alla parola letteratura.

2) Estella, Valerio Varesi, Neri Pozza

5 libri italiani per liberarci dai vecchi e nuovi fascismi - Gay.it

Quella di Teresa Noce è una storia straordinaria e dimenticata. Lo dice anche il sottotitolo del bel testo firmato da Valerio Varesi per Neri Pozza, Estella. Nell’Italia appena liberata del 1945, Noce è già esistita davvero molte volte: ha combattuto in Spagna, ha vissuto da clandestina in Francia, ha preso parte alla Resistenza, ha conosciuto il dramma dei campi di concentramento, poi ha rinsaldato la sua fede politica come sindacalista e parlamentare. La partecipazione è la sua vocazione, la politica l’unico gesto in cui crede davvero. Femminista, proletaria, libera e liberata.

3) Diario Partigiano, Ada Gobetti, Einaudi

Diario partigiano - Ada Gobetti - copertina

Uno dei documenti più importanti della Resistenza italiana. Un diario intimo che si fa resoconto storico. La storia di una donna, una madre, che va alla guerra insieme al figlio. Alla guerra per rifare l’Italia, per rifare il mondo con la lotta e le idee.

4) Io, partigiana, Lidia Menapace, Manni Editore

5 libri italiani per liberarci dai vecchi e nuovi fascismi - cop%20menapace 0 - Gay.it

Staffetta partigiana, senatrice della Repubblica italiana, pacifista e femminista militante, Lidia Menapace è una figura chiave del Novecento italiano. Nata a Novara nel 24, Lidia Menapace ha combattuto una vita intera per i valori che oggi ancora – e drammaticamente – mettiamo in dubbio.

5) Fascismo e populismo, Antonio Scurati, Bompiani

Fascismo e populismo. Mussolini oggi - Antonio Scurati - copertina

Dopo anni e anni di corpo a corpo letterario con i protagonisti del fascismo italiano – su tutti Mussolini – Scurati sigla un pamphlet utile a comprendere che, ahinoi, lo spettro del fascismo non ha mai smesso di aggirarsi per l’Europa. Uno spettro che oggi sta infestando i paesi e le menti, uno spirito che prova a nascondersi, per agire inosservato. Uno spettro – il fascismo – pericoloso e criminale.

 

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Kenya, la Corte Suprema vieta l’incitamento alla violenza contro la comunità LGBTQIA+. Ma è solo una misura temporanea https://www.gay.it/kenya-divieto-incitamento-violenza-lgbt https://www.gay.it/kenya-divieto-incitamento-violenza-lgbt#respond Fri, 03 May 2024 11:00:29 +0000 https://www.gay.it/?p=250455

Come accade in molti altri paesi africani, anche il Kenya affronta negli ultimi anni un’intensa ondata di omobitransfobia. Analogamente a nazioni quali Uganda e Ghana, il cuore del problema risiede nelle stesse istituzioni.

Nel 2019, la comunità LGBTQIA+ kenyota incassò una profonda delusione quando il parlamento respinse una proposta di legge volta a depenalizzare l’omosessualità. Il governo scelse in seguito di intraprendere una persecuzione ancora più pesante: nel 2023, il parlamento propose un nuovo disegno di legge anti-LGBTQIA+ che – se approvato – prevederebbe il divieto formale di qualsiasi attività considerata come “promozione dell’omosessualità, incluso il dichiararsi apertamente queer e l’indossare simboli associati al Pride.

Le sanzioni previste sono severe: violazioni comporterebbero una pena detentiva minima di 10 anni. Chi fosse invece trovato colpevole di atti omosessuali rischierebbe almeno 14 anni di carcere. Verrebbe poi instaurato il reato omosessualità aggravata” – proprio come in Uganda – che penalizzerebbe ulteriormente i rapporti sessuali con minori o persone disabili, o la trasmissione di malattie terminali tramite contatto sessuale con la condanna a morte.

Attualmente, il disegno di legge è bloccato, presumibilmente a causa delle pressioni internazionali. Si ritiene che le minacce di Unione Europea, Stati Uniti e Fondo Monetario Internazionale di ritirare aiuti finanziari per oltre 40 miliardi di dollari abbiano giocato un ruolo cruciale nel fermare l’approvazione della legge. 

Tuttavia, la spada di Damocle pende ancora sulle teste di migliaia di cittadini, che attendono con apprensione i futuri sviluppi. Nonostante le preoccupazioni generate dal pendente disegno di legge, recentemente si è accesa una flebile luce di speranza.

La Corte Suprema del Kenya ha infatti emesso un’ordinanza temporanea che proibisce agli attivisti anti-LGBTQ di incitare all’omicidio nei confronti della comunità LGBTQ+ del paese – qualcosa di scontato dalle nostre parti, ma che non è affatto assicurato nei paesi africani dove l’omosessualità è considerata illegale, e dove talvolta sono gli stessi capi di stato ad incitare la violenza contro le minoranze sessuali.

Si tratta però solo di una misura cautelare temporanea, in vigore mentre la corte esamina una denuncia avanzata da varie organizzazioni per i diritti umani relativa alla possibilità per le autorità legali cittadine di autorizzare manifestazioni anti-LGBTQ che promuovono la violenza contro i cittadini queer.

Dopo che il capo della polizia di Mombasa, il Generale Japhet Koome, ha permesso ad organizzazioni anti-LGBTQIA+ di agire inaudita violenza, enti come la Commissione Nazionale sui Diritti Umani, Amnesty International-Kenya, la Commissione per i Diritti Umani del Kenya e la Commissione Nazionale per la Coesione e l’Integrazione hanno fatto appello alla corte per sollecitare un intervento urgente.

La decisione è stata scaturita anche dalle accuse mosse contro il parlamentare Mohamed Ali, il quale, insieme ad altri rappresentanti del movimento anti-LGBTQIA+, avrebbe esortato la popolazione a perseguitare e uccidere persone gay e lesbiche, o a costringerle a lasciare il paese.

L’ordine, emanato dalla giudice Olga Sewe, mette al bando qualsiasi tipo di chiamata alle armi contro la comunità LGBTQIA+, che si tratti di violenza, incitamento alla conversione e minacce di espulsione dal paese.

Nel testo della denuncia presentata dalle organizzazioni per i diritti umani coinvolte, si parla di oltre 100 casi di violenza, sfratti coercitivi e diniego di servizi direttamente causati dalle proteste anti-LGBTQIA+. Si ipotizza inoltre che tali proteste abbiano portato alla chiusura di almeno 20 strutture sanitarie focalizzate principalmente sulla salute sessuale e la prevenzione e cura dell’HIV.

Attualmente, gli atti sessuali con persone dello stesso sesso sono illegali in Kenya, facendo seguito a leggi dell’epoca coloniale, e sono punibili con fino a 14 anni di carcere.

Il clima ostile è corroborato anche da una popolazione tradizionalista e fortemente influenzata dalla dottrina cattolica: secondo i più recenti dati raccolti dal Pew Research, solo il 9% dei kenyoti è favorevole al matrimonio egualitario.

Nonostante le sfide, la comunità LGBTQ+ kenyota continua a nutrire speranze. Nelle principali città, e in particolare nella capitale Nairobi, fioriscono vivaci comunità LGBTQ+. Organizzazioni influenti come GALCK+ sono in prima linea nella difesa dei diritti, e ulteriori recenti sentenze della Corte Suprema hanno consolidati almeno le libertà fondamentali per questa fascia della popolazione, riconoscendone il diritto di riunione e permettendo alle organizzazioni di difesa di registrarsi come entità no-profit.

Nella sua dichiarazione riguardo alla recente sentenza dell’Alta Corte, il Centre for Minority Rights and Strategic Litigation ha ricordato: “Vogliamo sottolineare ancora una volta come la cultura dell’odio abbia diviso le nazioni e lasciato ferite non rimarginate, mentre i paesi che hanno saputo accogliere e valorizzare la diversità hanno prosperato in ogni ambito.

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Papa Francesco: “L’ideologia gender è diversa da omosessuali e transessuali, che devono essere accettati e integrati” https://www.gay.it/papa-francesco-lideologia-gender-e-diversa-da-omosessuali-e-transessuali-che-devono-essere-accettati-e-integrati https://www.gay.it/papa-francesco-lideologia-gender-e-diversa-da-omosessuali-e-transessuali-che-devono-essere-accettati-e-integrati#respond Fri, 03 May 2024 10:00:20 +0000 https://www.gay.it/?p=250453

La pubblicazione del Dignitas infinita da parte del Vaticano ha suscitato non poche polemiche, avendo rivelato il cuore ultra-conservatore della Chiesa a guida Bergoglio in tema di diritti individuali, mostrando un volto progressista di comodo su questioni quali la violenza sulle donne e sui migranti. Un documento che ha messo l’intera comunità LGBTI ai margini, tra teoria gender, gestazione per altri, bambini trans e altre mistificazioni reazionarie. Sull’identità di genere è emersa una chiara matrice transfobica che ha portato un gruppo di genitori cattolici maltesi con figli e figlie gay o trans a scrivere una lettera di 3 pagine a Papa Francesco, perché i paragrafi 56-60 della dichiarazione Dignitas infinita “spingono ancora una volta le persone trans alla periferia, togliendo loro quel piccolo spiraglio di luce che potevano aver trovato per sentirsi persone integre”.

Nel documento emanato dal Dicastero della Dottrina della Fede si legge infatti che “di norma” l’intervento chirurgico per il cambio di sesso “rischia di minacciare la dignità unica che la persona ha ricevuto fin dal momento del concepimento”. L’“assistenza medica” sarebbe invece “ammessa” solo e soltanto se finalizzata a risolvere “anomalie dei genitali già evidenti alla nascita o che si sviluppino successivamente”.

I genitori maltesi, che per la consegna della lettera si sono affidati a don Andrea Conocchia, il sacerdote di Ostia amico delle transessuali del litorale romano, hanno lamentato l’assenza di “un’analisi attenta e approfondita, informata da prove scientifiche rigorose, da studi teologici accademicamente validi, e dalle prospettive delle persone trans stesse e i loro genitori”. Con simili parole da parte della Chiesa Cattolica il rischio è che “i genitori che ripudiano i loro figli trans e li cacciano di casa a causa delle loro convinzioni religiose” possano sentirsi persino incoraggiati, con conseguente aumento dei “discorsi di odio, discriminazione, bullismo e transfobia”.

A questa lettera di 3 pagine Papa Francesco ha risposto, come scrive National Catholic Reporter, dicendosi pronto ad accogliere le loro richieste a “cuore aperto“, mentre suor Jeannine Gramick, da anni vicina alla comunità LGBTQIA+, si è detta “triste e delusa” per il concetto di ideologia gender espresso dal Pontefice. A più riprese negli ultimi 18 mesi Bergoglio ha definito l’ideologia genderil pericolo più brutto del nostro tempo”, perché “cancella le differenze nella pretesa di rendere tutti uguali”.

E qui, scrive LaRepubblica, il Papa ha risposto.

“L’ideologia del gender è qualcosa di diverso dalle persone omosessuali o transessuali”, ha scritto a suor Jeannine Gramick. “L’ideologia del gender rende tutti uguali senza rispetto per la storia personale. Capisco la preoccupazione per quel paragrafo di Dignitas Infinita, ma non si riferisce alle persone transgender ma all’ideologia del gender, che annulla le differenze. Le persone transgender devono essere accettate e integrate nella società”.

Immediata la replica di suor Gramick: “Papa Francesco è giustamente preoccupato che la società non renda “tutti uguali senza rispetto per la storia personale”. Ma nella nostra cultura, coloro che usano il termine “ideologia del gender”, fanno proprio questo, non accettando le differenze nel modo in cui le persone percepiscono la propria identità di genere. Le persone che usano questo termine rendono quindi tutti uguali non rispettando le storie individuali e personali delle persone”. “Le persone transgender non cancellano né negano le differenze sessuali o di genere. È proprio perché una persona transgender sa che esistono differenze di genere che si rende conto che il suo corpo non corrisponde alla sua anima”.

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Salerno, aggressione omofoba al grido “ricchi*ne, uomo di merd*, clandestino di merd*” https://www.gay.it/salerno-aggressione-omofoba-al-grido-ricchine-uomo-di-merd-clandestino-di-merd https://www.gay.it/salerno-aggressione-omofoba-al-grido-ricchine-uomo-di-merd-clandestino-di-merd#respond Fri, 03 May 2024 09:00:24 +0000 https://www.gay.it/?p=250454

Arcigay Salerno ha denunciato un episodio di omofobia avvenuto la sera del 30 aprile.

Samir 32 anni di origini honduregne e residente a Baronissi, è stato aggredito fisicamente e con offese a sfondo omofobico nella zona di Via dei Mercanti dal suo ex datore di lavoro, identificato dalle forze dell’ordine come E.S., proprietario di un locale della zona. Il giovane era da solo quando è stato oggetto di offese, preso a schiaffi e strattonato. Immediata la denuncia ai carabinieri da parte della vittima.

Ero appena uscito da un bar ed ero in sella alla mia bicicletta quando questa persona mi si è parata davanti, mi ha afferrato per i capelli facendomi cadere”, ha rivelato Samir, che è stato soccorso presso il locale Pronto Soccorso dopo l’immediato intervento sul posto della polizia. ”Mi ha preso a schiaffi e pugni e poi ha iniziato ad insultarmi con frasi del tipo “ricchi*ne, uomo di merd*, clandestino di merd*” ed altre frasi molto volgari. Sono sconvolto, impaurito e penso a tutte le persone che subiscono questo tipo di aggressione. Queste perso ne devono essere fermate, la nostra comunità si deve svegliare. Adesso voglio solo ritrovare la mia serenità ed avere giustizia, per me e per tutte le vittime come me”.

Arcigay Salerno ha espresso tutta la propria vicinanza e solidarietà alla vittima di questa feroce aggressione razzista e omofoba.

Il Commissario Francesco Napoli ha telefonato personalmente a Samir esprimendo sentimenti di vicinanza e mettendo a disposizione il supporto legale e psicologico dell’associazione provinciale.

Ho sentito Samir ed ho trovato una persona impaurita e profondamente scossa. Questi episodi sono parte di quel clima di violenza e discriminazione che si respira sempre più prepotente nel nostro Paese. Le ripetute esternazioni di stampo omolesbotransfobico che sentiamo ogni giorno dai nostri governanti, contro la comunità lgbtqia+, contro le donne, contro le persone straniere e contro le persone con disabilità, non fanno altro che autorizzare personaggi di questo tipo a tirare fuori la propria rabbia ed il proprio odio nei confronti di persone che ritengono diverse ed inferiori. Tutto questo deve essere fermato abbiamo bisogno che la comunità lgbtqia+ e tutta la cittadinanza salernitana si sveglino ed inizino ad indignarsi. Nelle prossime ore convocheremo una assemblea e capiremo insieme se convocare una manifestazione pubblica di solidarietà. Intanto le istituzioni cittadine battano un colpo, prendano posizione. Ancora oggi siamo senza un presidio di tutela e aggregazione per la comunità lgbtqia+, non riusciamo ad erogare servizi adeguati. La scarsa attenzione al tema dei diritti civili, delle uguaglianze e del contrasto all’odio a sfondo sessuale genera impunità, autorizza chiunque a prendersela con la nostra comunità. Tutto questo è inaccettabile. La politica locale deve iniziare a prendere delle posizioni ad alta voce, senza se e senza ma, ed agire di conseguenza con atti pubblici e amministrativi che proteggano le persone lgbtqia+ in questa città”.

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