Unioni – Matrimoni gay – Gay.it Blog https://blogs.gay.it I migliori Blog LGBTQ in Italia Thu, 04 Jan 2024 11:24:11 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.2 Siamo famiglie! E’ l’inizio, non la fine della battaglia https://blogs.gay.it/senza-peccato/questa-legge-e-una-crepa-nella-diga https://blogs.gay.it/senza-peccato/questa-legge-e-una-crepa-nella-diga#comments Fri, 26 Feb 2016 12:23:22 +0000 https://blogs.gay.it/?p=2831

unionicivili5E’ fatta. Il Senato ha approvato la legge sulle unioni civili e presto la Camera farà altrettanto. E’ una legge che non ci piace, perché avremmo voluto molto di più. O è uguaglianza o non lo è, e questa legge non lo è assolutamente, soprattutto dopo aver immolato l’articolo 5 sulla stepchild adoption pur di avere il voto di Alfano. Ora fermiamoci un attimo, però. E ragioniamo.

In Italia mai nessuna legge che riconoscesse i diritti delle coppie omosessuali è arrivata ad essere discussa in Parlamento. Neppure i Dico del 2007, che comunque riguardavano i diritti individuali e non le coppie e suscitarono la reazione compatta della Chiesa che riuscì a farli morire prima di nascere.

Monica Cirinnà e il Pd, con un colpo di mano che ha del coraggioso e dell’incosciente hanno portato a casa un risultato storico. Il Senato ha riconosciuto l’esistenza del nostro amore e lo disciplina in modo molto simile a come fa con quello eterosessuale. E’ uguaglianza? No. E’ una discriminazione? Sì, ma siamo pratici, il rischio di rimanere fantasmi per tanti anni ancora era davvero concreto e se non fosse stato per la determinazione di persone come Monica Cirinnà, la quale si è spesa in questi anni come nessun altro e che ora è ingiustamente insultata, sarebbe finito tutto nel modo peggiore.

Il Pd è riuscito a portare all’approvazione un testo dignitoso, che contiene tutte le tutele che una coppia unita civilmente deve avere e con aperture che aiuteranno parecchio i tribunali e lo stesso Parlamento nel raggiungere quanto prima la piena uguaglianza.

Per costringere Alfano e il suo insignificante NCD a votare il DDL 2081 la legge è stata mutilata di una parte importante, quella delle adozioni, un buco nel cuore, come lo ha definito una commossa Cirinnà, a cui però si può e si deve porre rimedio al più presto. La stessa senatrice ha promesso che lo farà e considerato il suo impegno non ho dubbi che riuscirà a ridefinire la legge sulle adozioni rendendola inclusiva per i figli delle famiglie omogenitoriali.

Sacrificato l’obbligo di fedeltà nella coppia, ma nonostante la fantagiurisprudenza che ha contagiato buona parte della comunità LGBT, è acclarato che si tratta di un danno minimo, anzi, forse spingerà il legislatore a rimuoverlo anche dall’istituto del matrimonio, è un retaggio maschilista che un tempo giustificava i delitti per adulterio.
Per il resto c’è tutto: reversibilità pensionistica, assistenza sanitaria, congedo matrimoniale, comunione dei beni, doppio cognome, assistenza sanitaria, diritto al mantenimento, ricongiungimento familiare, obbligo alimenti post separazione, riconoscimento dello stato di famiglia e anche un’esplicitazione rivolta ai tribunali per agevolare l’adozione speciale secondo la legge del 1983.

unionicivili4Non è un matrimonio, ma garantisce le stesse tutele soprattutto nei momenti meno felici della vita, quando una coppia è alle prese con la malattia, la vecchiaia, e la morte. E‘ un passo epocale per questo Paese e ha anche il retrogusto dolciastro della vendetta, visto che Alfano pur di mantenere le poltrone al Governo è stato costretto a votarla. Nonostante le sue squallide dichiarazioni volte a ricompattare quell’elettorato ultracattolico spaesato che ora giura di non votarlo più, è evidente che ha sputato in faccia proprio ai bigotti che pretendevano abbandonasse il governo. Alfano si è rassegnato al presente, all’Europa dove questa legge sfigura davanti ai matrimoni egualitari, a un’evoluzione sociale e culturale che ormai nessuno può fermare.

unionicivili1Dobbiamo festeggiare. Comprendo il subbuglio della comunità LGBT e condivido rancori e indignazione, ma il brindisi è d’obbligo. Prima non esistevamo proprio. Eravamo definiti amici, o coinquilini come in celebri casi, e ora siamo accesi come tante lampadine che tutti possono vedere e non più ignorare. Credono che essendo una minoranza facciamo poca luce, che non cambierà nulla, ma noi siamo fari nella notte e abbagliamo il mondo. Ancora qualche settimana, il tempo di passare dalla Camera e poi dalla firma di Mattarella e potremo urlare “ECCOCI”, senza che nessuno potrà alzare il ditino per zittirci. Esistiamo, il nostro amore è riconosciuto e tutelato dallo Stato del quale siamo cittadini.

E’ solo un primo passo, d’accordo. Zoppicante sul terreno accidentato di una politica che fa ribrezzo, ma è stato compiuto. Ora sta a noi prendere per mano le famiglie arcobaleno, essere compatti come abbiamo dimostrato di essere in questi mesi e pretendere l’uguaglianza che ci spetta di diritto.

Questa non è la fine.

E’ il principio di tutto.

 

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Un nuovo giorno: è tutto da rifare, da distruggere e riconquistare https://blogs.gay.it/michele-giarratano/un-nuovo-giorno-tutto-da-rifare https://blogs.gay.it/michele-giarratano/un-nuovo-giorno-tutto-da-rifare#comments Wed, 17 Feb 2016 03:16:37 +0000 https://blogs.gay.it/?p=2750

Oggi è una data importante per la mia famiglia: io e mio marito Sergio festeggiamo (da lontano, lui a Roma e io a Bologna) 10 anni di vita insieme.

michele_giarratano_sergio_lo_giudice
Dieci anni in cui faticosamente siamo riusciti a costruire la nostra famiglia, facendo enormi sacrifici e viaggiando da un capo all’altro del mondo (e avendo la possibilità e la fortuna di poterlo fare fra l’altro, a differenza di tante altre coppie).
Dieci anni in cui nel nostro Paese nulla è cambiato e in cui la nostra famiglia tuttora non esiste né ha alcun diritto. Dieci anni di lotte, di corse ad ostacoli e di traguardi spostati sempre più in là, quando sembrava di essere ad un passo.
Come ieri, con la scelta di un partito di non votare il famoso “canguro.

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Oggi speravo che io e Sergio non avremmo solo festeggiato i nostri 10 anni insieme, ma anche il primo passo verso l’uguaglianza delle persone gay e lesbiche in Italia, un primo passo verso l’uguaglianza delle nostre famiglie.
E invece con quello che è successo ieri tutto nuovamente è in bilico, a rischio, e in particolare la stepchild adoption, che permetterebbe a Luca e centinaia di bambini di avere pari diritti e dignità degli altri loro coetanei.
Che tristezza! Che amarezza!
Per fortuna Luca non ha nemmeno due anni, altrimenti, se fosse più grande, come potrei trovare le parole giuste per spiegargli che in questi giorni ci sono dei “signori” che fanno a braccio di ferro, ripicche fra partiti, e giocano sulla sua pelle e su quella di centinaia di bambini e famiglie a cui vengono negati diritti senza alcun motivo?
La storia si ricorderà di tutte e tutti loro.
E’ una magra consolazione lo so… ma lasciatemi almeno questo.

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Festival di Sanremo 2016: trashcronaca della prima serata https://blogs.gay.it/trashcronaca/sanremo-2016-prima-serata https://blogs.gay.it/trashcronaca/sanremo-2016-prima-serata#respond Wed, 10 Feb 2016 11:50:49 +0000 https://blogs.gay.it/?p=2692

Buongiorno amici!

Eccomi qui per il sesto anno a raccontarvi gioie e dolori del Festival della canzonetta italiana, per la precisione il numero 2 dell’era Conti che, ieri sera ha scelto, come al solito, il filtro “carbonizzato” di Instagram per apparire sul palco. La kermesse si apre con una bella carrellata delle 65 canzoni che hanno già vinto Sanremo: si va dal dopoguerra di Nilla Pizzi al pre-guerra del 2015 con il Volo passando per la mia vecchiaia che grida “certo non le fanno più le canzoni di una volta come Fiumi di Parole”. E poi si parte alla ricerca dell’erede dei 3 tenorini.

LORENZO FRAGOLA: il primo in gara, uno dei favoriti, con “Infinite Volte”. Tesoro, facciamo che una volta basta e avanza pure. Magari cambiati il vestito da impiegato della Tecnocasa e ricordati che le tue orecchie gareggiano a parte. Voto: 6

NOEMI_sanremo_2016NOEMI: Plus – è la prima a salire sul palco con il nastro arcobaleno, seguendo l’appello di Andrea Pinna per rivendicare i diritti della comunità LGBT.  Minus – sembra una Fiorella Mannoia 2.0 del periodo meno ispirato e quindi “La Borsa Di Una Donna” che sulla carta era una Chanel limited edition si riduce ad essere una Carpisa. Voto: 5

DEAR JACK: devo ammettere di avere una passione particolare per Leiner, il nuovo frontman. Quando era ad X Factor, ho dilapidato mezzo stipendio per votarlo. Il brano però sa di super vecchio e qualche stecca qua e là è capace di evocare il mitico live delle Lollipop. Confido in un miglioramento nelle prossime sere perché, ricordatevi: “Once you go black you never come back” Voto: 6

Nel frattempo esce tutto il cucuzzaro di vallette & vallettine di quest’anno: la meravigliosa Madalina Ghenea, in un abito by Sally Spectra Fashions, che ricorda una Daniela Bongiorno rinfrescata.

La superba Virginia Raffaele, in stato di grazia in versione Ferilli, applauditissima dal pubblico che probabilmente non ha capito che non è la vera Ferilli.

GABRIEL_GARKO_SANREMO_2016E poi entra lui: il bel Gabriel Garko. Quello che “I gay possono fare quello che vogliono basta che non infastidiscano”. In sala è un tripudio: ragazze che ululano, le milf che tirano fuori il binocolino nuovo di pacca, gli sguardi libidinosi stile sfilata di Ciao Darwin. É un “vorrei essere a Beato Tra Le Donne” e invece è un “mi ritrovo a Italia’s Next Drag Queen”. Però bisogna dire che è bravo: legge palesemente il gobbo con la stessa disinvoltura con cui io guardavo i bigliettini durante i compiti in classe.

Si torna alla gara con i superfavoriti, almeno fino ad oggi, di questa edizione: la coppia CACCAMO / IURATO. Talmente conosciuti che alla loro apparizione mi arriva un messaggio da mia cugina che mi chiede: “Orbene, e questi chi cazzo sono?” Praticamente lei, quella vestita da sorellastra di Cenerentola, ha vinto Amici 2 anni fa riuscendo, nonostante tutto, ad avere meno successo di quella che è diventata la corista della Pausini. Lui ha vinto Sanremo Giovani lo scorso anno, ha fatto un disco bellissimo prodotto dalla Caselli e dopo ha pensato bene di andare in Vaticano e chiedere un “endorsement” al Papa per la sua carriera. Che si appresta così a finire. “Via Di Qui” infatti non è solo il titolo della loro canzone ma un invito. Per loro l’hashtag da questa sera è #Jalisse2016. Voto: 6

laura_pausini_SANREMO_2016 Ora bambini andate a letto: arriva l’ambasciatrice del Gender. Colei che da giorni sta richiedendo a gran voce una legge sui diritti civili, colei che ha detto che non si sposerà fino a quando questa legge non sarà approvata: la Laurona nazionale. In perfetto abito mimetico: le bande laterali nere come il palco del Festival evidenziano, infatti, solo il rosa centrale, regalandole il fisico di farfallina Belen. Da lei non voglio pipponi, non voglio discorsi, non voglio che mi ripeta che ce l’ha come tutti, voglio solo che mi canti “La Solitudine”, il primo inno alla masturbazione mondiale, e gridi “daje frosciiiii”. Non fa esattamente così, ma chi osa con un “Se siamo uguali, siamo tutti simili allora dobbiamo unirci, non dividerci” Brava.

Prosegue la gara con gli STADIO: onesti, con canzone dedicata alle figlie, la risposta moderna ai Dear Jack. Peccato che non sia riuscito a seguirli molto perché, nel frattempo, mi chiedevo se per ascoltarli servisse la tessera del tifoso. Voto: 6

arisa_sanremo_2016ARISA: il pezzo migliore della serata. Una certezza sempre e comunque. Anche nell’abito. Un Benetton limited edition con un filo di lurex. Podio certo per lei. Voto: 8

ENRICO RUGGERI: apprezzabile che sia stato l’unico solista uomo a spendersi con il nastro rainbow. Il pezzo è abbastanza carico, sempre lì a ricordarci come lui sia uno dei pochi casi in Italia ad avere avuto più successo con la musica “alternativa” o “progressive” o “sperimentale” che con la commercialona. Voto: 6

BLUVERTIGO: diciamo che Morgan & co. sono chiaramente al Festival perché qualcuno deve pur arrivare ultimo. E viste le evidenti difficoltà vocali (mi sono spesso chiesto in che lingua stesse cantando) do’ il premio per la migliore canzone straniera sulla fiducia. Sempre in ricordo dei bei tempi di quando Asia Argento limonava duro con i doberman. Voto: 5

elton_johnE poi arriva lui l’immenso Elton John: in un medley dei suoi successi che ti fa commuovere in tutti i luoghi e in tutti i laghi. Che butta lì, in un’analisi della sua carriera, “Mai avrei pensato di poter diventare padre”. E in quel momento mi viene da applaudire forte con la faccia della Meloni tra le mani.

ROCCO HUNT arriva subito dopo: sappiamo chi è il suo pubblico, sappiamo il suo target di riferimento, il pezzo è anche carino ma io spero solo che Valeria Marini salga sul palco del Festival e faccia “La Isla Bonita” come solo lei sa fare. Voto: 6 ½

irene_fornaciari_sanremo_2016IRENE FORNACIARI: lei è la paladina della canzone sociale del Festival quest’anno. BLU è dedicata al tema dei migranti. Peccato che Irene sia una figlia d’arte che ce l’ha fatta meno di Francesco Facchinetti. Ed è tutto dire. Peccato anche per la canzone, veramente dimenticabile. Voto: 5

E il buon Facchinetti diventa anche uno dei casi della serata: con il tweet, poi subito cancellato, su una sua indisposizione verso chi “ostenta” troppa attenzione verso la causa gay. Ovviamente oggi dice che c’è stato un hacker che ha scritto dal suo profilo, della serie la pezza è peggio del buco. Forse, insieme alla Meloni, vorrei mettere anche lui tra le mie mani mentre applaudo: sia mai che si svegli un po’ il signorino.

La serata va a chiudersi: Maitre Gimes, il Rocco Hunt d’oltralpe, è l’ultimo ospite. Poi arrivano le prime sentenze: a rischio eliminazione Noemi, Dear Jack, BluVertigo e Irene Fornaciari.

A domani con le pagelle delle altre 10 canzoni dei big del Festival (tra cui gli ormai vincitori certi: Elio E Le Storie Tese) in gara e l’arrivo (finalmente) dei giovani.

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Siamo ancora “froci”: senatori specchio dell’ignoranza italiana https://blogs.gay.it/senza-peccato/ancora-froci-senatori-specchio-ignoranza-italiana https://blogs.gay.it/senza-peccato/ancora-froci-senatori-specchio-ignoranza-italiana#comments Tue, 09 Feb 2016 15:20:22 +0000 https://blogs.gay.it/?p=2655

Quando eravamo froci. Gli omosessuali nell'Italia di una volta - Andrea PiniA sentire certi discorsi dei senatori italiani sembra di essere tornati agli anni ’60, quando su settimanali e quotidiani venivano pubblicati articoli che parlavano di omosessualità come di malattia, vizio, scelta di perversione associata a reati quali prostituzione,droga e ricatti.

Era l’Italia perbenista e moralista del boom economico, che se progrediva a grandi passi sul fronte industriale e tecnologico restava ancora imprigionata ad un modello sociale clericofascista. Descrive bene quel periodo il libro di Andrea Pini “Quando eravamo froci. Gli omosessuali nell’Italia di una volta”, che attinge a documenti, pubblicazioni e raccoglie la voce dei testimoni.

Il più delle volte si nascondevano e vergognavano di una condizione percepita come sbagliata e da vivere solo di notte, con rapporti occasionali in ambienti sordidi e pericolosi. I pochi casi di persone che uscivano allo scoperto erano visti come eccentrici, folli da biasimare e non prendere troppo sul serio.

Sono passati decenni. Prima i movimenti giovanili del ’68, poi le leggi su divorzio e aborto e ancora di più la tragedia dell’Aids ha modificato la società e gli omosessuali stessi, che hanno preso coscienza di sé e, orgogliosi di una condizione diversa ma non inferiore a quella eterosessuale, hanno iniziato a reclamare uguaglianza giuridica. Proprio quei senatori che ascoltiamo discutere della legge Cirinnà dimostrano che questi anni di pride e manifestazioni pubbliche non hanno lasciato il segno come dovrebbero sulla coscienza civile. Dal Family Day, alle discussioni in tv di biechi personaggi mascherati da credenti, ai discorsi mal letti e neppure compresi di rappresentanti dei cittadini scopriamo un’Italia profondamente ignorante, incapace di osservare la società contemporanea, rispettare le differenze e accettare il principio di uguaglianza.

I termini usati a Palazzo Madama, ma anche in prestigiosi salotti televisivi dai nostri politici denunciano FD5un odio viscerale e antico, una sequela di insulti di stampo omofobo e retrivo, indegni per un Europa che dovrebbe essere fondata sul rispetto delle differenze.

Non provano alcuna vergogna nell’offendere quella categoria di cittadini apertamente discriminata dalle leggi italiane, che finora hanno sempre scelto di ignorare le coppie GLBT in ossequio allo Stato estero del Vaticano. Anzi, i vari Salvini, Giovanardi, Formigoni, Meloni e per ultimo un ridicolo Scilipoti, vanno fieri dei loro insulti e dell’ignoranza che diventa una bandiera da sventolare con orgoglio al Family Day. Se in qualsiasi altro consesso europeo si pretenderebbero le dimissioni di questi soggetti, da noi diventano interlocutori affidabili, la giusta controparte per un dibattito basato su slogan omofobi, citazioni religiose e tanto pressapochismo.

Il clima di odio che è esploso anche in seguito ad un’atroce crisi economica che ha esasperato i cittadini italiani, i quali cercano capri espiatori per sfogare le frustrazioni, deriva dalla mancata educazione civica e sessuale nelle scuole di ogni ordine e grado.

Nelle scuole non si parla e non si può parlare di uguaglianza di genere, rispetto delle differenze, e di sesso. Ragazzi mantenuti nell’ignoranza saranno cittadini preda del fanatismo religioso, avversione verso tutto ciò che ai loro occhi apparirà diverso, e quindi minaccioso.

FD1I nostri politici lo hanno capito molto bene. Guardate Salvini e la miracolosa resurrezione di una Lega Nord che era già cadavere. Ha capito che doveva far leva proprio sull’ignoranza e sui pregiudizi di una consistente fetta di popolazione per accreditarsi come guida politica cui riporre fiducia. Immigrati ladri e assassini, omosessuali che minacciano i bambini e la famiglia altrui sono i cavalli di battaglia di una destra incapace di trovare argomenti validi e che possono contare sull’appoggio, talvolta esplicito, di una Chiesa connivente.

Come possiamo sperare che la scuola torni a insegnare ed educare a quei principi costituzionali ed europei se i nostri rappresentanti istituzionali sono i primi a disattenderli? Come proporre progetti e iniziative nelle scuole volte all’abbattimento di stereotipi di genere e alla conoscenza del corpo e dei suoi meccanismi sessuali se essi vengono strumentalizzati per essere oggetto di scandalo giornalistico, invettiva, menzogna e discredito, quando non di ritorsione violenza?

Il dibattito sulla Legge Cirinnà, un provvedimento insufficiente e che attesta una discriminazione tra eterosessuali che possono accedere al matrimonio e coppie omosessuali che possono solo contare su un istituto apposito, dimostra il grado di inciviltà dal quale l’Italia non riesce ad affrancarsi.
I continui riferimenti alla gente del Family Day, con i loro striscioni offensivi tutti uguali appositamente preparati da qualcuno e sventolati spesso da bambini inconsapevoli, sono una delle caratteristiche che rivelano il tentativo di costruire una base elettorale che possa garantire stabilità alla poltrona politica. Non importa nulla ai senatori italiani della legge Cirinnà. Molti di loro hanno dimostrato di non aver mai neppure letto il testo in discussione, non discutono di leggi che possano migliorare la vita dei cittadini e tirano in ballo la libertà di coscienza per travisarla in libertà di offesa.

La speranza è quella che l’approvazione della legge sulle unioni civili costituisca un punto di partenzaFD4 non solo per la piena uguaglianza civile tra tutti i cittadini, ma per abbassare i toni, zittire quei personaggi senza né arte né parte riciclatisi difensori della famiglia tradizionale e ricominciare a parlare di accoglienza, rispetto, civiltà e uguaglianza. Che una volta che anche i più facinorosi capiranno che se le coppie omosessuali sono tutelate la loro vita può continuare senza alcun trauma, si possa ragionare di educazione civica e sessuale nelle scuole.

E’ fondamentale che i bambini e i ragazzi imparino a rispettare gli altri e sé stessi attraverso la conoscenza e possano essere loro i fautori di una società del domani più giusta, che ci faccia dimenticare questa italietta uscita fuori dalle pagine consunte di una brutta rivista degli anni sessanta.

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#FamilyFlop, il fallimento della piazza di chi odia https://blogs.gay.it/faccio-cose-vedo-gender/family-day-2016-flop https://blogs.gay.it/faccio-cose-vedo-gender/family-day-2016-flop#respond Mon, 01 Feb 2016 12:16:12 +0000 https://blogs.gay.it/?p=2575

Le foto che sono arrivate da Roma sono eloquenti.

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Il tentativo di “travolgere il Palazzo con la piazza” per fermare il ddl Cirinnà è miseramente fallito.
Ogni paragone, poi, fra il Circo Massimo del 30 gennaio e altre manifestazioni che li si sono svolte in passato (dalla CGIL di Cofferati al concerto dei Rolling Stones passando per il PD di Veltroni) appare francamente impietoso.

12665732_10208972026084321_1562714050_nDal reale al virtuale non è che le cose vadano poi meglio. Anzi.

Basta fare fare una piccola ricerca per capire il “sentiment”, o l’aria che tira, ad esempio su twitter dove gli hashtag #FamilyDay e #FamilyDay2016 sono usati principalmente per deridere promotori e partecipanti del raduno degli omofobi.

Certo, non vanno sottovalutati. Certo non erano pochi (pure in dieci sarebbero stati anche troppi). Ma non si può che definire quella piazza un vero e proprio flop. C’erano UDC, NCD, Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia oltre ad altre decine di sigle della galassia nera dell’estrema destra. C’erano diocesi e parrocchie, Vescovi, e poi una parte della Chiesa Ortodossa e della comunità islamica. C’erano sindaci, presidenti di regione e gonfaloni. E nonostante tutto la partecipazione è stata ben più bassa di quel milione annunciato nei giorni scorsi o dei ridicoli due milioni annunciati da un Gandolfini delirante dal palco della manifestazione.

Appare chiara come nel Paese la battaglia per fare dell’Italia un paese civile si possa dire chiusa. Con un sostegno sempre piùsvegliatitalia_unioni_civili vasto alla richiesta di approvare il ddl Cirinnà così com’è.

Ma il fallimento più grosso è quello politico. Hanno spaccato la CEI, hanno inutilmente tirato il Papa per la giacchetta, hanno provocato la rivolta degli Scout, hanno risvegliato la coscienza dei tanti cattolici liberali di questo paese e fatto infuriare la comunità ebraica millantando un sostegno mai ricevuto e hanno trascinato tutta la destra italiana in una manifestazione con numeri da flop epocale. Mi verrebbe da chiedergli di organizzare un Family Day al mese.

Adesso però la battaglia si sposta in Parlamento, nel suo luogo “naturale”, e l’alibi del Family Day per sabotare il ddl Cirinnà è stato definitivamente sgomberato dal tavolo. La classe politica italiana si assuma una volta per tutte le sue responsabilità ed approvi questa legge che è già un compromesso su diritti minimi al di sotto dei quali non è possibile andare.

 

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Unioni civili: meglio trasferirsi a ‘Frociolandia’! https://blogs.gay.it/gay-teen-is-the-new-normal/unioni-civili-meglio-frociolandia https://blogs.gay.it/gay-teen-is-the-new-normal/unioni-civili-meglio-frociolandia#respond Fri, 29 Jan 2016 11:55:54 +0000 https://blogs.gay.it/?p=2561

In Italia i gay non si sposeranno. Certamente non nell’immediato futuro. O almeno spero che non si potranno sposare SOLO nell’immediato futuro

In questi giorni, più che in altri, la polemica sulle unioni civili sta dominando le testate e animando i dibattiti. Tutti hanno detto la loro, da Renzi a Paola Marella, per motivi che sinceramente mi sfuggono, sono magicamente diventati esperti in teologia, sociologia, antropologia. Tutti sanno cosa è giusto, tutti sanno cosa bisogna fare, tutti sanno cosa gli altri non fanno.

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Noi gay ci lamentiamo perché non vediamo riconosciuti i nostri diritti, gli estremisti cattolici si lamentano perché vedono un mondo invaso dall’immoralità, i vecchi si lamentano perché il matrimonio gay è un abominio della Modernità, i giovani si lamentano perché siamo il Paese più arretrato dell’Occidente. Insomma, tutti si lamentano. E in una situazione drammaticamente instabile come questa, quel caro uomo di Maroni ha ben pensato che esprimere la propria idea con una intervista fosse troppo mainstream: meglio usare scritte monumentali su un grattacielo come canale di comunicazione. Il Papa, dal canto suo, sembra l’unica persona in questo Inferno a mantenersi calmo: è il capo della Chiesa cattolica e ha giustamente condannato le unioni civili. Anche contro di lui sono nate sterili polemiche ma, per quanto io non condivida la sua idea, apprezzo il fatto che almeno lui abbia un saggio motivo per rimanere sulle proprie convinzioni. Dopotutto è il capo della Chiesa: con centinaia di persone che invocano la punizione di Dio sugli omosessuali non può essere gay-friendly!

matrimonio-egualitario-gayChe possa piacere o no siamo in una guerra civile (spero gli amanti della Marvel apprezzino il riferimento) e, in un calderone spaventoso di idee, ritengo doveroso, in quanto gay e soprattutto in quanto italiano, dire anche io la mia sulle unioni civili. Premesso che l’etichetta “unioni civili” mi fa una tristezza incredibile, e premesso che non vedo un valido motivo per cui la parola matrimonio dovrebbe essere esclusiva per le coppie etero, devo essere sincero: a me, personalmente, dei matrimoni interessa ben poco. Ho 17 anni e, anche se può sembrare infantile, le nozze non sono il mio problema più grande. Semplicemente non ci penso o lo faccio di rado: nella mia vita ho ben altri problemi e questo non mi tocca … almeno per ora. Però prima o poi la questione matrimonio mi toccherà e, molto egoisticamente, mi piacerebbe, quando sarà ora, poter convolare a nozze senza tanti problemi potendo semplicemente raccogliere i frutti del lavoro e della fatica fatta da altri. Paradossalmente è proprio questo non voler fare fatica che mi spinge a dare tutto il mio sostegno a chi oggi sta lottando per il futuro di tutti gli omosessuali italiani.

Che se ne dica, noi ragazzi, anche se non sembra, siamo perfettamente informati su quello che sta accadendo. Ci informiamo attivamente, anzi, spesso veniamo a conoscenza delle cose ben prima di chi non è come ognuno di noi inserito nell’enorme cosmo della Rete. Le unioni civili le conosciamo fin troppo bene … in fondo chi non ha sentito parlare di queste benedette unioni civili!? Noi gay, ovviamente, ne siamo particolarmente interessati ma in questo momento l’attenzione di praticamente tutti i giovani è rivolta al ddl Cirinnà.

monica_cirinnàMonica Cirinnà, cara donna … Santa donna! Ha avuto la malsana idea di proporre al parlamento di questo Paese un testo di legge chiaramente non in linea con la mentalità comune. I politici italiani ci tengono alla propria reputazione e non possono permettersi di approvare una legge per la parità dei diritti eterosessuali e omosessuali. Siamo italiani dopotutto, e come per la pizza, il Colosseo e Al Bano, anche il perenne ritardo su certe faccende è un elemento che ci contraddistingue e dobbiamo difenderlo con orgoglio! Sono sicuro che sia la gelosia nei confronti della reputazione dell’Italia a tenere i lavori sulle unioni civili bloccati da mesi, non c’è altra spiegazione valida! O forse si?

Forse il problema è lo stesso ma andrebbe visto da un altro punto di vista: questa ostinata avversione al progresso non è altro che una sorta di reazione allergica, un ostinato rigetto nei confronti di tutte quelle cose in cui ci siamo fatalmente appiattiti da usanze provenienti dall’estero. Abbiamo assorbito le nuove parole inglesi, accettato il Babbo Natale della Coca-Cola ed Halloween, sostituito la Parmigiana il Mc Donald, non possiamo cedere anche sui diritti! Ok una zucca e qualche parola da snob ma i matrimoni gay no! Siamo pur sempre italiani!

Nel caso, dunque, anche il ddl Cirinnà si riveli un fallimento, non riuscendo a trovare una soluzione migliore, propongo un enorme esodo di omosessualità italiani all’estero: che l’Onu ci crei uno staterello tutto per noi da qualche parte, una “Frociolandia” in cui vivere per sempre felici e contenti. Così noi gay avremo i matrimoni e gli italiani potranno rimanere tranquilli e sereni nelle loro confortanti tradizioni. Tanto ormai di italiani che emigrano all’estero è pieno … potremmo valutare l’opzione di trasferirci anche noi. 

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Family Day, un vero uomo non cambia i pannolini https://blogs.gay.it/senza-peccato/un-vero-uomo-non-cambia-i-pannolini https://blogs.gay.it/senza-peccato/un-vero-uomo-non-cambia-i-pannolini#comments Thu, 28 Jan 2016 13:05:30 +0000 https://blogs.gay.it/?p=2533

Family Day, centinaia di migliaia di fondamentalisti cattolici e nostalgici fascisti che si riversano al Circo Massimo per gridare la loro contrarietà alla legge Cirinnà in discussione nei prossimi giorni.

In pratica, pretendono che i diritti di cui beneficiano non vengano estesi a chi ora ne è privo. Ma cosa nascondono davvero le loro istanze? Lo scopo dei fondamentalisti cattolici è la difesa dei diritti di bambini e di un modello famigliare minacciato dai gay?

Tutta la questione dei diritti che la Cirinnà riconosce si riduce non tanto alla pratica medica dell’utero in affitto, ma alla conseguenza di esso, alla possibilità di esercitare la paternità nei confronti della prole escludendo la donna da quel ruolo di moglie e madre assegnato da Dio, depauperandola di un potere sociale che in Italia è particolarmente forte.

donnafamigliaPer i cattolici reazionari che si riempiono la bocca di tante belle intenzioni non sta a cuore il vero interesse dei minori, che già sono amati e accuditi da coloro che li hanno fortemente voluti e hanno solo bisogno di una tutela formale dalla legge, e neppure della questione dello sfruttamento femminile in Asia a scopo riproduttivo. Perché non hanno mai protestato verso quel 99% di coppie eterosessuali che ricorrono alla GPA? Perché la CEI non ha mai alzato la voce verso questa pratica medica eticamente discutibile che esiste da decenni, ma di cui ci parla solo oggi riferendosi alle coppie omosessuali?

Il problema è il ruolo di potere e supremazia della donna all’interno della famiglia e l’inaccettabile figura di un maschio che prenda il suo posto. Due uomini che decidono di fare un figlio e crescerlo da soli tradiscono un modello famigliare tipicamente italiano che pone la donna al centro dell’educazione della prole, con un potere educativo e gestionale pressochè assoluto ed esclusivo.

L’idea di Costanza Miriano di sottomissione della femmina ad un ruolo che la giornalista considera predeterminato da Dio rispecchia in pieno la missione antropologica che spetta alla moglie e madre, mitizzata dalla propaganda fascista e clericale fino alla legge sul divorzio e che oggi vede una recrudescenza negli slogan isterici del comitato promotore del Family Day.
La moglie e madre partorisce, allatta, pulisce, educa il figlio e gestisce la casa. E’ la mamma nella concezione tipicamente italiana di matrona e ha un ruolo decisionale determinante delegato dal marito, il quale fino agli anni settanta figurava come pater familias, capo formale, quando nella realtà tutto era demandato all’altra metà del cielo. La Miriano parla di sottomissione, ma sarebbe più corretto chiamarla sopraffazione nei confronti del padre, relegato a mero strumento punitivo dei bambini al ritorno dal lavoro, una figura assente quando non propriamente anaffettiva.

Per la donna ultra reazionaria del Family Day è una inconcepibile offesa che due uomini le rubino il potere materno. Un vero

Family Day, un vero uomo non cambia i pannolini - coppia gay - Gay.it Bloguomo non nutre il neonato e non cambia il pannolino, al massimo lo fa giocare mezz’ora la sera al ritorno dall’ufficio, mentre la moglie lava i piatti. Pensate che oltraggio se quei maschi che pretendono di crescere un figlio da soli sono anche omosessuali,  tradiscono totalmente la loro natura di maschi alfa e non necessitano della donna neppure per accoppiarsi. Agli occhi della moglie e madre fondamentalista cessano di essere uomini padri per diventare grottesche mamme che finiranno inevitabilmente per crescere figli schizofrenici.

Tutta la propaganda cattofascista poggia sulla questione GPA e sul diritto del bambino ad avere una madre, ma non esiste alcun diritto nello scegliersi i genitori, piuttosto spaventa il padre che assume il ruolo considerato di madre. Si parla poco e raramente delle famiglie arcobaleno dove i genitori sono entrambi di sesso femminile. Due lesbiche che fanno le mamme rispondono solo ad una chiamata naturale e sono rassicuranti. Anche il ricorso al seme maschile piuttosto che ad una gravidanza altrui è considerato meno discutibile.
Il nocciolo della campagna omofobica e cattoreazionaria che culmina nella manifestazione al Circo Massimo risiete tutto nell’identità del maschio in evoluzione e nel potere femminile messo in pericolo dall’uomo-padre-omosessuale.

Da questo quadro appaiono sbiadite tutte le altre motivazioni che hanno portato i laici reazionari, con la complicità della Chiesa a indire il nuovo Family Day dopo quello di giugno. E’ chiaro che non è in pericolo il matrimonio eterosessuale, non sono minacciati i bambini di nessuno e tantomeno in Italia il cosiddetto gender vuole invadere le scuole come un’epidemia di influenza. Sono argomenti spauracchio che nascondono una minaccia a ruoli famigliari determinati che già da diversi decenni sono in evoluzione. Le donne ultracattoliche non si rassegnano al fatto che dagli anni ’70 in poi le donne che lavorano e si realizzano fuori dall’ambiente domestico sono la maggioranza, che possono anche non fare figli ed essere felici, rinunciare ad un figlio non voluto in arrivo, essere cape e comandare anche fuori dalla famiglia.

Family Day, un vero uomo non cambia i pannolini - moglielavoro1 - Gay.it BlogPer chi afferma di essere costretta a lavorare dall’avida società contemporanea (Miriano dixit), è già durissima delegare alla scuola o ad una baby sitter la sovranità nei confronti della prole, figuariamoci considerare la possibilità che tutti quei compiti tipicamente femminili vengano svolti da un uomo e con la stessa capacità. Ne va di mezzo la società, ne va di mezzo la famiglia! In realtà, in bilico c’è solo il ruolo della moglie e madre, già evolutosi da tempo ma a cui loro non si rassegnano.

La crisi economica che vede quasi il 50% dei giovani senza lavoro e costretti a casa dei genitori ha generato un ritorno prepotente della supremazia materna in famiglia. L’abitudine tutta italiana del considerare i trentenni come bambini incapaci è stato alimentato dall’alto tasso di disoccupazione e oggi è il riflesso di script tradizionali dai quali faticosamente ci allontaniamo.

Nelle famiglie con genitori giovani tutto è diverso e il padre già svolge compiti prima demandati alla madre. E’ necessario, se la moglie lavora quanto e più del marito, ma capita ancora di constatare che quando nasce un bambino il papà scompare ed è la madre a prendere il sopravvento. Spesso avviene in nuclei fortemente conservatori e credenti, dove le attese si confondono con abitudini imparate in chiesa. La legislazione italiana che a fatica concede permessi di paternità di certo non aiuta il percorso di responsabilizzazione del neopapà e conferma un ruolo femminile esclusivo ormai antiquato.

Con questa analisi di stampo sociologico si demoliscono gli stereotipi di genere a cui quelli del Family Day sono tanto

Family Day, un vero uomo non cambia i pannolini - donnafamiglia3 - Gay.it Blogattaccati. Le donne rivendicano la loro sottomissione (o supremazia) famigliare e gli uomini le appoggiano nella battaglia per comodità. Condividono la scelta di delegare potere educativo e gestionale per avere campo libero fuori dalla famiglia, negli ambiti lavorativi e amicali. Per loro la donna è un dolce forno che produce figli a ripetizione (i doni di Dio, certo) e quale differenza c’è tra una donna perennemente incinta che non lavora e si occupa solo della prole e della casa rispetto a una vietnamita che per ragioni economiche cede più volte il suo corpo per generare figli altrui?

La legge sulle unioni civili è un passaggio storico che segna anche l’evoluzione sociologica del modello famigliare italiano. Prende atto dei cambiamenti già avvenuti e di quelli in atto, disciplinando fattispecie famigliari che esistono da tempo e che ipocritamente chiama formazioni sociali specifiche. La legge Cirinnà è la soglia minima sotto la quale non è possibile andare pena la dignità di quelle famiglie che vuole tutelare.
Un’eventuale bocciatura sarebbe una sciagura che riporterebbe l’Italia socialmente indietro di trent’anni, proprio dove le mogli e madri del Family Day e i padri fantasmi da bar vorrebbero tornare.

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Ieri il Partito Democratico ha deciso di non decidere https://blogs.gay.it/faccio-cose-vedo-gender/partito-democratico-unioni-civili https://blogs.gay.it/faccio-cose-vedo-gender/partito-democratico-unioni-civili#respond Wed, 27 Jan 2016 07:43:12 +0000 https://blogs.gay.it/?p=2513

senato-base2Ieri il PD all’unanimità ha deciso di non decidere: libertà di coscienza. Nulla di che. Lo sapevamo già.

A questo punto è sempre più concreto il sentore che le unioni civili non passeranno mai. Perché faranno dell’art.5 sulla stepchild adoption carne da macello e a quel punto M5S e SEL non la voteranno più. Vincono tutti: i cattodem, gli omofobi e pure quelli che, in pochi, dentro il PD ci hanno creduto e ci hanno provato fino all’ultimo ad approvare una legge giusta. Vincono anche i cinque stelle e sel che una legge ormai al limite dell’omofobia e del nazismo, per valore punitivo, giustamente non l’avranno voluta votare. Gli unici a perdere saranno di nuovo i cittadini LGBT e le loro famiglie. Ma è un dettaglio del tutto trascurabile.

Sarò sincero: io non ci vedo niente di entusiasmante in quello che è successo. Si esulta perché il PD sostiene “l’impianto delle unioni civili “. Ok. Bello. Ma a me pare il minimo. Al netto dei rapporti di forza in parlamento stiamo (stanno) festeggiando come se fosse una conquista di civiltà che il più grande partito del socialismo europeo dica si ad una legge già frutto di un compromesso, rimaneggiata 4 volte, riscritta 2, dalla quale è già scomparsa la parola famiglia, è già scomparsa la parola matrimonio e ora scompariranno anche i richiami diretti al codice civile per rispondere alle preoccupazioni del Papa (cit. Debora Serracchiani). E solo previa libertà (di coscienza) ai suoi senatori di poter provare a discriminare i figli delle persone omosessuali, con la presentazione di emendamenti che sfiorano il nazismo, non potendo discriminare ulteriormente i genitori.

Per il PD, in pratica, quello che conta è approvare una legge. Qualunque legge. Se avrà la stepchild o l’affido rafforzato è uguale. Se avrà la galera per i genitori che hanno ricorso a gpa va bene uguale. Se prevederà il pre-affido di due anni,ma solo destinato alle coppie gay, va bene pure quello. Purché si approvi. Una soluzione vale l’altra.

Socialisti-democratici-pd-1024x555-1401110324Posso dire che questo non può essere motivo di esultanza se arriva dal “più grande partito del socialismo europeo”? Si. Posso. Poi raccontiamoci che Cristo è morto nel sonno e scendiamo in piazza a festeggiare per questa conquista di civiltà.

Forse il mio problema è che ho la presunzione di fare anche politica e non solo tattica e strategia. Il dato politico è che per il pd stepchild adoption o affido rafforzato hanno lo stesso valore. Poi arrivano i punti “si ma non hanno voti” o “e va bene ma serve per approvare la legge”. Ma questa è appunto tattica.

Politicamente si è detto che l’opzione “estendere diritti a bambini che oggi diritti non hanno, estendere doveri a genitori che oggi doveri non hanno” è uguale a “i figli delle coppie omosessuali meritano meno tutele e meno diritti per via dell’orientamento sessuale dei genitori”. Trionfo della tattica, sconfitta della politica. Che per un partito politico non c’è male, eh!

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Strategia non troppo occulta per bocciare le unioni civili https://blogs.gay.it/senza-peccato/strategia-per-bloccare-unioni-civili https://blogs.gay.it/senza-peccato/strategia-per-bloccare-unioni-civili#comments Wed, 20 Jan 2016 15:16:56 +0000 https://blogs.gay.it/?p=2417

Cosa nasconde l’offensiva lanciata da Repubblica un paio di giorni fa? Dopo i dubbi sulla stepchild adoption, il quotidiano ha insinuato ombre di incostituzionalità sulla legge che sarà discussa in Senato dal 28 gennaio. Secondo l’articolo sarebbe il Quirinale a porre questioni in merito a presunte confusioni con il matrimonio stabilito dalla Costituzione italiana, che il giornale, in perfetta aderenza alle opinioni erronee dei peggiori ultracattolici, riterrebbe riservato solo a coppie eterosessuali. Secondo Repubblica, quindi sarebbero opportuni emendamenti per distinguere il più possibile la legge sulle unioni civili promossa dalla senatrice Monica Cirinnà dal matrimonio come previsto nell’ordinamento italiano.

Il pezzo si fonda su due falsi storici:

  1. Una legge sulle unioni civili (e tantomeno una sul matrimonio egualitario) non andrebbe contro l’art. 29 della nostra privilegiCarta, perchè la sentenza n.138 del 2010 della Corte Costituzionale non dice assolutamente che il matrimonio in Italia è riservato a coppie formate da persone di sesso diverso, anzi, afferma che è il Parlamento che deve scegliere la modalità per tutelare le famiglie composte da omosessuali, come già avviene in molti paesi europei. I padri costituenti certamente non prevedevano l’estensione del matrimonio a cittadini dello stesso sesso, così come non ponevano in dubbio l’indissolubilità del matrimonio con l’istituto del divorzio. E’ significativa però la scelta di non includere nel testo alcun riferimento al sesso dei coniugi.
  2. Il Colle non ha posto alcuna questione in merito ad una legge che ancora non è stata neppure discussa. Eventualmente Mattarella potrebbe non firmarla una volta approvata da Senato e Camera e rimandarla al Parlamente per una discussione, ma nulla più.

bagnascoSi cerca di spostare l’attenzione dalla questione specifica della stepchild adoption a dubbi su tutto il disegno normativo, per sostenere emendamenti che saranno presentati da ogni parte politica (Pd compreso) che annacqueranno una legge che già per come è formulata appare limitante, visto che non equipara le coppie LGBT a quelle eterosessuali e le definisce formazioni sociali specifiche. Nel bel mezzo della discussione a Palazzo Madama si svolgerà il Family Day a cui il Presidente della CEI Bagnasco ha dato il placet, cercando di dettare l’agenda delle priorità da affrontare al Parlamento e a Renzi. Un atto inaudito in qualunque nazione civile europea, considerata invece una notizia da riportare senza commenti in Italia. Tra Family Day degli impresentabili Adinolfi e Miriano e l’endorsement della Chiesa, è molto probabile che alcuni emendamenti finiranno per essere approvati.

C’è un accordo occulto per far saltare la legge Cirinnà? Qualsiasi emendamento peggiorativo porterebbe il Movimento 5 Stelle e Sel a negare il voto favorevole come già annunciato da tempo e considerato i malpancisti e il no in ogni caso di Ncd e Forza Italia, la Cirinnà potrebbe essere bocciata definitivamente.

E’ questo lo scopo di una campagna mediatica che tra bufale clamorose, sondaggi fittizi e insulti omofobi sembra voler cirinnàpreparare l’opinione pubblica ad accettare un disegno politico già scritto? Una bocciatura del DDL Cirinnà non sarebbe un dramma per la tenuta del Governo, visto che Renzi potrebbe scaricare la colpa proprio sui grillini e rafforzerebbe il ruolo del partito fantasma di Alfano, pronto ad attribuirsene il merito davanti ai fedeli ultrareazionari.

Sarebbe una sconfitta totale per la comunità LGBT, invece, colpita al cuore da una bocciatura che sancirebbe la rovinosa fine di battaglie tutte focalizzate negli ultimi anni all’approvazione della timida legge che disciplina le unioni civili omosessuali.

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#FIGLISENZADIRITTI: la campagna di Famiglie Arcobaleno https://blogs.gay.it/michele-giarratano/figlisenzadiritti-la-campagna-di-famiglie-arcobaleno https://blogs.gay.it/michele-giarratano/figlisenzadiritti-la-campagna-di-famiglie-arcobaleno#comments Wed, 11 Nov 2015 10:15:33 +0000 https://blogs.gay.it/?p=1909

FullSizeRender-7In queste settimane in cui su tutti i giornali e in tutte le tv non si è fatto altro che parlare di Unioni civili e “adozioni gay” il risultato principale che si è ottenuto è stato quello di ingenerare una gran confusione, soprattutto sul tema della stepchild adoption, ormai divenuto campo di battaglia principale del ddl Cirinnà.
Fra proposte di trasformare l’adozione del figlio del partner in affido rinforzato, e richieste ai padri gay di fare passi indietro, infine, come ho già scritto giorni fa, si è perso di vista il punto centrale della questione: i diritti delle bambine e dei bambini coinvolti.
Per questo motivo oggi voglio dare spazio nel mio blog ad una bellissima campagna di Famiglie Arcobaleno che riporta al centro del discorso ciò che è davvero importante; campagna che ha letteralmente invaso in modo virale i social network incassando il sostegno di numerosi personaggi pubblici: #FIGLISENZADIRITTI.
Per farlo ho pensato di lasciar parlare direttamente Marilena Grassadonia, neoeletta presidente di Famiglie Arcobaleno, ponendole 3 semplici domande sulla campagna e sulle rivendicazioni ad essa connesse.
Marilena vive a Roma, ha 45 anni, è sposata con Laura, e insieme hanno tre figli.
Con un messaggio a Matteo Renzi su Twitter e una foto della loro bella famiglia hanno inaugurato la campagna.
Buona lettura!

figlisenzadiritti_1Marilena, perché questa campagna?
Per smuovere la percezione da parte dei politici e dell’opinione pubblica. Siamo in una stagione forse importante per i diritti civili in questo Paese e bisogna ristabilire la correttezza dell’informazione. Sentiamo spesso parlare di salvaguardare i figli di coppie gay e lesbiche e il primo diritto fondamentale che va loro concesso è quello di vedere riconosciuti i due genitori che hanno deciso di metterli al mondo. Vogliamo tutelare questi figli affinchè siano bambini come tutti gli altri. Non si possono fare discriminazioni tra bambini. La campagna è semplice: ci mostriamo, con le nostre immagini private di famiglie alla stregua di tutte le altre, mostriamo la nostra quotidianità per far capire che necessita degli stessi diritti delle altre famiglie.

A chi è rivolta la campagna?
In primis al segretario premier Matteo Renzi, che nelle sue primarie del 2013 aveva promesso unioni civili e step child adoption. Aveva anche menzionato Ernesto, il figlio di due sue collaboratrici, promettendogli che avrebbe avuto gli stessi diritti dei suoi figli. Ecco, noi non abbiamo mai cambiato idea, noi siamo stati e siamo ancora dalla parte di Ernesto. Ci sono centinai di bambini come Ernesto e il nostro legislatore non può più ignorarli, anzi deve concedere a loro di vivere in un Paese al pari degli altri Paesi civili europei, che hanno già legiferato in tal senso, da molto tempo. Tutti possono sostenere la campagna sui nostri canali Facebook e Twitter. La nostra è una battaglia di civiltà, il cui sostegno deve arrivare non solo dalla comunità LGBT, ma da tutta la società civile.

Schermata 2015-10-29 a 13_40_04(1)Qual è l’obiettivo delle Famiglie Arcobaleno?
La legge sulle unioni civili in discussione al Senato propone la “step child adoption”, ossia l’estensione della responsabilità genitoriale sul figlio biologico del partner; e, ci tengo a precisare, non l’adozione per i gay, come erroneamente riportano alcuni media. Noi chiediamo che non venga toccata la step child adoption, e soprattutto che non venga sostituita con la misura del ventilato “affido rinforzato”, promosso da alcuni senatori del PD e che, nel caso, sarebbe un istituto assurdo, inedito nell’ordinamento italiano e anche negli ordinamenti internazionali, un istituto che non tutelerebbe affatto i bambini, ma rischierebbe di allontanarli ancora di più dal proprio genitore sociale. La step child adoption non istituirebbe la genitorialità omosessuale, come dicono gli oppositori, quella già esiste ed è un fatto reale ormai nelle nostre città: ripeto vanno solo tutelati i bambini riconoscendo per loro anche il genitore non legale. Come ha detto qualcuno “i diritti sono di tutti, altrimenti sono privilegi”.

Dunque che aspettate? Condividete anche voi la campagna #FIGLISENZADIRITTI.

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