teoria gender – Gay.it Blog https://blogs.gay.it I migliori Blog LGBTQ in Italia Thu, 03 Dec 2015 08:34:16 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.3 Je suis Krancic: quando la satira colpisce i gay https://blogs.gay.it/diritti-e-rovesci/je-suis-krancic https://blogs.gay.it/diritti-e-rovesci/je-suis-krancic#comments Thu, 03 Dec 2015 08:00:19 +0000 https://blogs.gay.it/?p=2046

alfio-krancic“L’Europa culattona dei gay pride e delle teorie gender non sa rispondere con la dovuta forza alle minacce dell’Isis“, profetizzava a giugno, con grezzi tratti di salace satira, il vignettista irregolare di destra Alfio Krancic. Uno ruvido, Alfio, ma anche geniale e non bacchettone. Uno che sa farti incazzare, riesce a suscitare le ire con la sua matita aguzza come il suo cognome. Ma tant’è. Esule fiumano, già collaboratore de La voce della fogna, provocatoria storica pubblicazione della destra anni Settanta, da oltre vent’anni è la vignetta quotidiana de il Giornale fondato da Indro Montanelli. Su L’Indipendente come sul Secolo d’Italia, testate che ci hanno accomunati nelle nostre andature, entrambe controcorrente e fuori da ogni schema, c’è stato spazio per la mia piccola penna e per la sua matita esperta che mai ha smesso di essere ribelle.

Vignetta_KrancicOggi la vignetta coi culi e i culattoni finisce all’indice di Vanity Fair sotto gli strali, le urla, dell’attore Carlo Gabardini. E Alfio si schernisce come chi sa di averla fatta grossa ma parlando con me mi racconta due pezzi di verità, purché non suonino come una giustificazione. La vignetta è di molto precedente ai tristi fatti di Parigi e quindi, per quanto il disegno possa essere urticante (e lo è) non si può incolpare l’autore di una allusione retroattiva. I vignettisti, d’altra parte, sono pur sempre giornalisti, disegnatori di cronaca che, da che mondo è mondo, si scrive o si disegna dopo che gli avvenimenti hanno terminato il loro corso, impossibile farlo prima. A Krancic, tuttavia, non serve né interessa una difesa d’ufficio. Era fatta per provocare e mettere alla berlina i gay pride che restano “cialtronerie” secondo l’artista fiumano.

rohm-gayPiù che altro io decido di disturbarlo per annunciargli che proprio a lui – che in una recente intervista ebbe a dire che nessuno per lui avrebbe mai dichiarato “Je suis Krancic” – avrei voluto dedicare il primo post di un blog sul più importante portale d’informazione gay in Italia. Quindi lo saluto, non senza avergli ricordato prima che di culattoni per niente checche nella Storia, anche militare, d’Europa e del mondo ce ne sono stati un fracco. Dai tempi di Leonida re di Sparta con le sue mitiche falangi che hanno difeso la Grecia dall’assalto dei persiani, soldati pederasti che praticavano l’omofilia sui più giovani addirittura come valore pedagogico. Altro che fantomatica “teoria gender“, pratica piuttosto. Alfio mi dà ragione, non senza ricordarmi che in effetti pure il generale Röhm e le truppe naziste delle SA sterminati nella Notte dei lunghi coltelli a frociaggine non scherzavano. Eppure erano gente tosta.

Je-suis-charlie-feature2Come vedete fa incazzare, Krancic, ma nel suo essere ribelle e politicamente scorretto riesce a essere più obiettivo di certa stampa patinata e di moda. Per questo io glielo regalo volentieri il mio voltairriano omaggio. E spero non ci siano troppi finti estimatori della satira che a gennaio dissero di essere Charlie, pronti oggi a scandalizzarsi di fronte al paradosso contrario: una satira che ride di noi gay. E bene sia. Nell’etica del vignettista tutto ciò significa solo una cosa: che abbiamo vinto o stiamo per farlo. Non siamo più oppressi da dark room, cessi, fratte e angoli bui ma frequentatori, ospiti invitati, dei salotti buoni. Gente, magari una comunità, che finalmente conta, o almeno ha i numeri per contare. Tanto da meritarci le pernacchie dei satiri più autentici che mai hanno avuto come obiettivo i poveri perdenti. Anche per questo, oggi più che mai, credo si possa, anzi si debba dire anche “Je suis Krancic“. Che ci piaccia o (meglio) non ci piaccia la sua ironia. È la stampa, bellezze.

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Ecco cosa c’è dietro il “no gender” a scuola https://blogs.gay.it/dario-accolla/motivazioni-no-gender-scuola https://blogs.gay.it/dario-accolla/motivazioni-no-gender-scuola#comments Wed, 05 Aug 2015 14:55:03 +0000 https://blogs.gay.it/?p=1425

genderÈ successo giusto ieri mattina. Mi sveglio, guardo Facebook e trovo un’amica che ha condiviso un articolo di una pagina contro il “matrimonio gay”. L’argomento? Il “gender” a scuola, la masturbazione collettiva di bambini, insegnanti compiacenti e apocalissi similari. Mi stupisco che questa mia amica abbia abboccato a una baggianata simile. Così come resto incredulo di fronte alla notizia condivisa, presa da un sito chiaramente omofobo. Chiedo spiegazioni, cambio pagina e trovo un’altra mia amica ed ex collega che ha condiviso la stessa identica notizia. Bene, abbiamo un problema, penso.

La pagina in questione titola: “Mamma disperata dopo un incontro sul gender; ecco cosa accadrà a settembre”. Leggendo l’articolo vengo a scoprire che i miei colleghi e le mie colleghe delle scuole italiane tra poco meno di un mese «insegneranno ai nostri figli che non si nasce maschio o femmina ma si decide che cosa essere» e destruttureranno la famiglia «insegnando ai bambini che mamma e papà non è normale». Rivoluzionato l’insegnamento delle materie scientifiche: «il problema di matematica sarà: Mary e i suoi due papà…» per arrivare, manco a dirlo, alla legalizzazione della pedofilia.

11852730_10152923264090703_614091298_oContinuando a leggere l’articolo, oltre a recuperare il famoso volantino nato e diffuso a ridosso del Family Day viene fuori una non meglio precisata congiura mondiale, ordita dall’UE e dagli USA, con lo scopo di distruggere la famiglia, rendere sessualmente confuse le persone e, quindi, controllare i flussi demografici. Una roba che assume i connotati del fantasy e che ci fa rimpiangere le congetture su scie chimiche e rettiliani, ma che a quanto pare fa presa anche su persone intelligenti e oculate.

Le amiche che hanno condiviso questa notizia, per intenderci, sono sempre state gay-friendly. Una di loro viveva con una mia amica lesbica e conosceva la sua compagna. Si stava insieme, ai tempi dell’università, in modo sereno e pacifico. L’altra voleva addirittura presentarmi un suo conoscente, perché a parer suo saremmo stati una splendida coppia. E allora, di fronte a tutto questo, ti chiedi: cosa è successo per arrivare al punto che due persone siffatte, entrambe laureate e a contatto con le cose del mondo, si siano bevute una sfilza di cazzate simili?

È bastato leggere le loro giustificazioni per capire qual è stato il “black out” mentale. Sono madri e le hanno spaventate. Se hai un figlio che gioca in giardino e ti dicono “guarda che è in grave pericolo”, tu non stai lì a razionalizzare: corri fuori a vedere cosa è successo. Anche se non è successo niente. Poi magari viene fuori che c’è qualche nuvola e c’è il rischio di essere colpiti da un fulmine e che forse la persona che ti ha allarmato o è semplicemente fuori di testa oppure ha bisogno che tu abbia paura. Per poterti controllare. Te e le tue emozioni. Questi gruppi di pressione funzionano così. D’altronde è un istinto antico, ancestrale. Quasi animalesco. La madre difende i cuccioli (contro)attaccando. Non importa di chi sia la mano che si è introdotta nella tana. Intanto, per sicurezza, morde.

11824228_10152923264535703_529800559_nÈ interessante vedere che questi gruppi che paventano il cosiddetto “gender” a scuola siano gli stessi che si scagliano con non poca violenza psicologica e verbale contro le persone LGBT. Attaccando il ddl Cirinnà, per esempio, che non si è ben capito cosa c’entri con le materie di insegnamento. Sempre tali gruppi di invasati religiosi non hanno nessun problema a far passare notizie false, mettendo sullo stesso piano omosessualità e pedofilia. Non mi pare, però, che abbiano mai fatto una sola iniziativa contro gli abusi reali contro i minori, a cominciare da quelli interni a certa chiesa cattolica. Giusto per capire di chi stiamo parlando.

Per dire no alla legge sulle unioni civili, questa gente si inventa di sana pianta interventi educativi che non verranno mai messi in pratica. Fosse non altro perché illegali. È stata una reazione immediata, mi ha spiegato una delle due amiche «il mio terrore da mamma è la pedofilia. Potrei uccidere ma l’innocenza rubata non te la restituisce nessuno». Ecco cosa fanno queste persone per evitare che il ddl Cirinnà passi. Proiettando nella mente di persone ignare immagini orribili. A zero scrupoli. Giocando con le loro paure, per questioni politiche di altro tipo. Questa sì che è una violenza abominevole e reale, perché tocca davvero i bambini e le loro famiglie con immagini orribili. Obbligandoli a pensare a certe cose per dire no a tutt’altro. Occorrerebbe riflettere su questo.

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