teoria del gender – Gay.it Blog https://blogs.gay.it I migliori Blog LGBTQ in Italia Wed, 14 Jul 2021 14:42:20 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.2 Cosa c’è da scalpitare tanto per difendere la “famiglia naturale”? https://blogs.gay.it/dario-accolla/difendere-famiglia-naturale-teoria-gender https://blogs.gay.it/dario-accolla/difendere-famiglia-naturale-teoria-gender#comments Thu, 30 Jul 2015 13:57:04 +0000 https://blogs.gay.it/?p=1415

famiglia_naturaleDue rapide riflessioni sulla vicenda della Basilicata, il cui consiglio regionale ha votato una mozione anti-gender. Tralascio il fatto che ci sia, anche in questo caso, lo zampino del solito Pd. A quanto pare dentro quel partito esiste ancora una discreta minoranza di persone che crede alla favola del “gender” mentre in parlamento si discute di unioni civili e di diritti per le coppie di persone formate dallo stesso sesso. Se certi amministratori locali e qualche parlamentare vogliono stare dalla parte del “milione” di persone che hanno sfilato al Family Day, si accomodino pure. Anche schierarsi dalla parte del ridicolo è una scelta legittima in un paese assurdo come il nostro.

La cosa che dovrebbe farci riflettere, un po’ tutti e tutte, è tuttavia l’assurdità intrinseca della cosa. Si spaccia la famiglia tradizionale – con papà e mamma che, se si ha la fortuna di non essere lanciati in un cassonetto o affidati a un orfanotrofio, crescono felici e contenti la loro prole – per unica famiglia possibile, perché “naturale”. Eppure, per affermare la naturalità di un qualcosa che dovrebbe esistere di per sé, si ricorre a interpellanze cretine, si mettono presidio_adinolfi_senatoall’indice i libri, si piantona il parlamento per non far approvare il ddl Cirinnà – a proposito, del milione di piazza San Giovanni pare si siano presentati in pochi, a firmare contro la legge – e amenità similari. Per capire la follia della cosa, è come se un domani si scoprisse un nuovo pianeta nel nostro sistema solare e un gruppo di astronomi impazziti cominciasse a sentire la necessità di dire che la Terra gira attorno al Sole, chiedendo leggi specifiche per affermare questo. Paventando il rischio, di fronte la scoperta di altri corpi celesti, che il nostro pianeta perda la sua orbita e vaghi nelle profondità dello spazio. Una cazzata, vero? Cosmica, per di più. Mutatis mutandis, è quello che fanno sentinelle e truppe adinolfiane. E di fronte a questo inenarrabile profluvio di inesattezze e di stupidità, trovano pure un sindaco e un consigliere che, pagati coi soldi di tutti e tutte, votano mozioni basate sul nulla.

Verificato che non si capisce come mai la “famiglia naturale”, se esiste di per sé, ha bisogno di questi interventi utili come per salvaguardare il diritto del Sole di sorgere ad est, il fatto che bisogna insegnare nelle scuole che è famiglia solo quella eterosessuale, composta da padre e madre e figli, non solo sottolinea la debolezza di questo tipo di operazione culturale, ma si trasforma automaticamente in un insulto verso tutte quelle persone che vivono in famiglie di altro tipo. Vogliamo fare alcuni esempi?

sentinelle_pisaLa mia amica Rita vive a Barcellona in situazione di famiglia monoparentale, ha una bambina e la sta tirando su anche bene. Con le sue forze e con il suo amore. Se vivesse in Basilicata, a sua figlia verrebbe insegnato che sua madre non è la sua famiglia.
I miei amici Dario e Andrea sono sposati in Canada, hanno avuto tre figli, tutti con la surrogacy e stiano tranquilli i fan di Costanza Miriano: non hanno sganciato un centesimo per comprare embrioni e affittare uteri. Se i loro tre bimbi vivessero a Matera, gli insegnerebbero che non hanno genitori.
Ho due zii, marito e moglie, che non hanno avuto figli perché la vita ha deciso altrimenti. Se avessi frequentato le elementari a Policoro avrei potuto dire loro che non sono una famiglia, perché per esser tale ci vuole un bambino di mezzo.
Avevo un allievo, al liceo, qualche anno fa. Il padre lo aveva abbandonato, la madre lo aveva affidato ai nonni. Cresceva con loro e ai colloqui quelle due persone, decisamente anziane e con gli acciacchi dell’età, mostravano tutto l’amore e la responsabilità di cui erano capaci. Se avessi insegnato secondo le direttive della mozione lucana, avrei dovuto dire loro che non potevo riceverli, perché loro non erano famiglia.

Sono ragioni come queste che mi inducono a pensare una cosa molto semplice: quando un politico si avventura a votare provvedimenti di una certa rilevanza in ambiti quali educazione, famiglia, scuola e argomenti siffatti, dovrebbe avere come punto di riferimento non i deliri di cricche di invasati religiosi, ma la vita reale delle persone. In Basilicata hanno perso una buona occasione per dimostrare di non credere alle favole (il “gender”, ragazzi, sta solo nella mente perversa di chi ci crede). Votando in un certo modo, si rischia di rendere un incubo la vita di molti studenti e studentesse. E di questo, prima o poi, qualcuno dovrà risponderne.

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Bergoglio e i gay: come i dalmata con Crudelia Demon https://blogs.gay.it/dario-accolla/bergoglio-e-i-gay-come-i-dalmata-con-crudelia-demon https://blogs.gay.it/dario-accolla/bergoglio-e-i-gay-come-i-dalmata-con-crudelia-demon#comments Sun, 22 Mar 2015 12:24:15 +0000 https://www.gay.it/blogs/?p=875

bergoglio_napoli_dalmata1E niente, il simpatico Bergoglio non ce la fa. O almeno così sembra. Arrivato a Napoli e acclamato addirittura dalla delegazione cittadina di Arcigay, non ha avuto niente di meglio da dire, tra cose giuste e di buon senso, che «la teoria del gender è colonizzazione ideologica» provienente dall’estero. Adesso, io capisco pure che per la famigerata casalinga di Voghera e l’elettrauto di Calatafimi basta l’accento alla Diego Armando Maradona per far nascere un sorriso di fronte a certe scempiaggini, ma il dramma di quella dichiarazione è duplice e investe sia la cristianità, nella persona di uno dei suoi massimi rappresentanti, sia la comunità LGBT, che ha ritenuto fosse opportuno accodarsi all’ondata mediatica sperando di far passare chissà quale messaggio e ricevendo, come al solito e rispetto a specifici contesti, un sonoro ceffone. Ma andiamo per ordine.

Che un pontefice – guida spirituale di una religione intera e capo di stato straniero – abbia bisogno di rifugiarsi in fantomatiche teorie inventate ad arte per far passare a sentinelle e giornaliste impedite al computer i pomeriggi in piazza, ci fa temere per lo stato di salute del cattolicesimo. Almeno un tempo scomodavano Sodoma e Gomorra e l’intervento del maligno. Adesso ci si rifugia nelle elucubrazioni di un Adinolfi qualsiasi. Ci aspettiamo, per coerenza, che domani il papa se la prenda contro i pinguini maschi che covano le uova, alludendo all’omosessualizzazione forzata dell’Antartide. Sulla colonizzazione che viene da lontano, ancora, suggerirei al papa di chiedere consulenza ad Incas e Maya, forzatamente convertiti a un’altra religione. Sempre che ne trovi uno in vita.

papa_napoli2Che un’associazione LGBT decida di compiere un atto politico così delicato e di rivendicarlo a priori come un successo, mentre si sbriciola di fronte agli occhi di tutti in un clamoroso tonfo, è qualcosa che dovrebbe fare riflettere un po’ tutti e tutte sull’ordine sparso che caratterizza il nostro movimento. Per carità, non sono nessuno per dire a chicchessia dove andare e con chi parlare. Ma mi sembra un po’ come la storia di Francesca Pascale: perché portare dalla propria parte (o credere di farlo) personaggi la cui storia va in direzione opposta rispetto alle battaglie che si dice di voler combattere? Certo, si può sempre cambiare idea, ma non mi sembra che Bergoglio si sia mai speso non dico per la causa LGBT, ma almeno a favore delle singole persone, contrastando certi luoghi comuni che ancora, dentro la chiesa cattolica, sono moneta sonante nel trattamento della questione omosessuale.

E a chi dice che il papa ha pronunciato il fantomatico «chi sono io per giudicare?», andrebbe anche ricordato che le ha fatte seguire da un richiamo al catechismo, dove c’è scritto tutto quello che c’è da sapere su gay e lesbiche. Vi invito alla lettura, rimarrete sorpresi. Certo, da Napoli giustamente si difende quella scelta: «da qualche parte si deve pur cominciare il dialogo», ho letto qua e là sui social. Ma intendiamoci: aprire un dialogo con l’antagonista significa essenzialmente chpapa_napoli1e le due parti in gioco decidono di retrocedere sui propri terreni di conflittualità. Adesso, partendo dall’evidenza che sui diritti umani non si dovrebbero accettare mediazioni (mica siamo del Pd!), non mi risulta che la chiesa abbia deciso di essere meno omofoba. Non vorrei che Arcigay Napoli arretrasse su certe questioni, come omogenitorialità, matrimonio per tutti/e, lotta all’omofobia, ecc. Anche perché, sempre per tornare alla tessera data a Pascale, lunedì le associazioni incontreranno Mara Carfagna (Forza Italia) che presenterà una proposta di legge sulle unioni civili alternativa al ddl Cirinnà. E dato che ha già fatto sapere che si esclude il matrimonio, si prevede ancora più restrittiva rispetto al testo in discussione. A meno che non si mirasse a questo, quando è stata tesserata la compagna di Berlusconi.

Infine, un’ultima considerazione su quei gay stupiti e amareggiati per le parole omofobe del papa a Napoli: è un po’ come se un dalmata si sentisse offeso da Crudelia Demon. Stessa identica ingenuità. E in politica occorrerebbe un po’ più di pelo sullo stomaco. Possibilmente prima che diventi pelliccia.

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