Roma – Gay.it Blog https://blogs.gay.it I migliori Blog LGBTQ in Italia Fri, 11 Nov 2022 11:07:51 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.2 Vent’anni senza Dario, oggi a Roma #TuttiLeggonoBellezza https://blogs.gay.it/diritti-e-rovesci/venti-anni-senza-dario-bellezza https://blogs.gay.it/diritti-e-rovesci/venti-anni-senza-dario-bellezza#respond Thu, 31 Mar 2016 10:28:57 +0000 https://blogs.gay.it/?p=3068

Bellezza_Consoli#TuttiLeggonoBellezza un happening letterario per riascoltare la voce di Dario Bellezza attraverso le sue poesie nel giorno del ventesimo anniversario della scomparsa.
Sarà questo il tema portante della serata omaggio al grande poeta romano in programma giovedì 31 marzo 2016 alle ore 18 presso la Casa delle Letterature (Piazza dell’Orologio, 3 Roma).
Nomi noti e meno noti, artisti di strada, menestrelli, appassionati di poesia. Tutti sono invitati a rendere omaggio all’autore scomparso il 31 marzo del 1996 leggendo versi tratti dalla sua opera omnia.
L’evento, ideato e diretto dallo scrittore Paolo Di Paolo, dal giornalista Daniele Priori, coautore con Massimo Consoli, amico di Bellezza, del libro “Diario di un mostro”, pubblicato in ricordo del poeta romano esattamente dieci anni fa e dalla responsabile della Casa delle Letterature di Roma Maria Ida Gaeta, con la collaborazione della rivista Nuovi Argomenti e della Fondazione Luciano Massimo Consoli, hanno già aderito tra gli altri: Antonio Veneziani, poeta e amico di Bellezza che porterà la sua testimonianza, il poeta Elio Pecora, Beppe Costa, poeta e editore di Dario Bellezza per i tipi de Il Pellicano, il giornalista e poeta Maurizio Gregorini, autore del libro “Il male di Bellezza” (Castelvecchi), ultima lunga drammatica intervista testamento, lo scrittore e fotografo, Fabrizio Cavallaro, autore della raccolta di saggi “L’arcano fascino dell’amore tradito” (Giulio Perrone Editore), la scrittrice e poetessa Gabriella Sica, la scrittrice, giornalista e poetessa Bianca Maria Frabotta, lo scrittore due volte finalista del Premio Campiello Giovani, Giorgio Ghiotti, lo scrittore Ignazio Gori, il professor Alfredo Morelli, docente universitario, il docente di filosofia, Teodosio Orlando, l’organizzatrice di eventi culturali, Pamela Mattana, l’attore Nicola Sorrenti e il cantautore Ciri Ceccarini. Il commento musicale sarà affidato al maestro Marco Del Greco.
L’evento è realizzato anche in collaborazione con le associazioni GayLib e GayCenter.
Ha annunciato la partecipazione una rappresentanza della famiglia Bellezza.

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Marc Prato uno di noi? Ma anche no… https://blogs.gay.it/diritti-e-rovesci/marc-prato-uno-di-noi-ma-anche-no https://blogs.gay.it/diritti-e-rovesci/marc-prato-uno-di-noi-ma-anche-no#respond Thu, 10 Mar 2016 07:52:15 +0000 http://www.gay.it/blogs/?p=2948

Da Torino a Roma. Tutto in pochissimi giorni. L’eco della vergogna, la vera omofobia, è tornata ad attraversare l’Italia. Da nord a sud. Avvelenando i pozzi della decenza e del raziocinio, scaraventando di nuovo, come in un drammatico ritorno a casa, la questione omosessuale, intesa come diritti civili, normalità conquistata, nuove famiglie, amori che finalmente trovano un nome e una loro banale, noiosa, ancora peraltro nemmeno del tutto legiferata ritualità civile, dalle pagine nobili della politica a quelle d’accatto e di lettura veloce e schifata della solita cronaca nera.

Così la parola gay precipita nuovamente in un rapido e tragico giro di valzer – nel quale la stampa come al solito ci ha messo del suo – a popolare i peggiori incubi di sempre, con centinaia di migliaia di persone normali costrette nuovamente a giustificarsi e spiegare l’inspiegabile nell’eterno derby tra etero e omosessuali, nel quale no, noi gay non siamo tutti drogati, assassini, promiscui; un po’ come tutte le mamme non sono le assassine di Cogne e i figli non sono tutti Erika e Omar. Costretti insomma, di fronte ai gretti commenti dei bar virtuali e reali che “Ah!!! E questi vorrebbero pure i figli?!?”a ricordare che gli omicidi, dannazione, avvengono anche negli “ambienti etero”. Anzi, porca paletta, per una semplice questione banalmente numerica, proprio tra gli etero che i figli li mettono al mondo naturalmente e li ammazzano tragicamente come novelle medee, ne avvengono di più, tutti i giorni, ma semplicemente nessun giornalista titolerebbe “festino etero” perché l’espressione non è trend-topic nel nuovo linguaggio formulare chiamato Seo (Search Engine Optimization) che è l’acronimo inglese con il quale Google manda più su un articolo nell’indice delle ricerche. Poco nobile come argomentazione ma sostanziale, soprattutto per chi di informazione ci vive e ci guadagna, specie su internet. Dove però, anche lì, c’è un limite di decenza da non superare, sia chiaro. Perché no che Marc Prato, il presunto assassino di Roma, sia “uno di noi”, anche se lo dice il caporedattore gay dichiarato del Messaggero davvero non si può sentire e non sta in piedi.

Fatto sta che, di fronte allo storytelling delle nuove famiglie perfette e integrate, dei bravi ragazzi che nulla hanno da chiedere di più di una buona legge sulle unioni civili, bastano pochi elementi tanto distanti l’uno dall’altro quanto detonanti tra loro a rimettere tutto in cattiva luce, fino ad arrivare al colpo di grazia degli assassinii maturati nei soliti, sporchi ambienti dove la vittima è una povera professoressa raggirata economicamente e sentimentalmente da un giovinastro omosessuale, novello Jean Genet, travestito a giorni alterni nel ruolo che più preferiva, ladro, dongiovanni o Britney Spears, per di più in combutta col suo compagno di venticinque anni più vecchio. Oppure una storiaccia senza capo né coda, all’incrocio perfetto tra Arancia meccanica e Suburra, in un romanzo criminale che pare trasferito da una delle peggiori giornate di due novelli Jack Kerouac, capaci – come lo scrittore beat che si faceva di benzedrina – di andare fuori di testa ben oltre il limite sopportabile, senza però poi mettersi a scrivere sotto effetto, come faceva lo scrittore beat, ma massacrando un povero ragazzo di vent’anni, forse attirato addirittura con la promessa di centoventi euro, una marchetta ben pagata, a prezzi che trovi sui siti come Pianeta Escort o simili.

E in tutto ciò poco conta – a me lo ha ricordato mia madre, non un sito internet, neppure di informazione gay, benedetta innocenza – se alla fine tutti questi protagonisti un po’ Genet, un po’ Kerouac dei poveri, di fronte ai giudici e ai poliziotti non hanno nemmeno le palle o la coscienza di dichiararsi omosessuali. Perché a casa, nei brandelli di noiosa normalità che attanagliava persino loro, aspiranti novelli poeti maledetti senza poesia, avevano tutti la fidanzata donna, giovane eterosessuale, inconsapevole e stupita. Carnefici e vittime.

Segreti svelati di una Brokeback Mountain di città, italiana, del 2016, tra internet, smartphone, tv e carta stampata, ai tempi della legge sulle unioni civili, in un’Italia che non riesce a non essere provinciale, proprio come la provincia americana bacchettona, assetata di mostri da sbattere in prima pagina e, in questo caso, ripagata, finalmente, da un mucchio di assassini mezzi froci e mezzi etero che sulle prime pagine dei giornali hanno sostituito facilmente l’utero affittato da Nichi Vendola in Canada (nel frattempo presumiamo tornato in Italia col bambino senza essere arrestato, come chiedeva qualcuno), riuscendo a restituire fiato alle trombe dell’ennesimo Adinolfi capace di creare con una frase scritta dal giovane ucciso a Roma su Facebook il martire del Family Day ammazzato dalla ferocia sodomita in una vicenda che, per usare infine le parole più giuste, somiglia solo a una storia di orrore splatter, altro che omosessuale.

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La morale della chiesa che dice sì ai mafiosi e no alle coppie gay https://blogs.gay.it/dario-accolla/morale-chiesa-funerali-casamonica-coppie-gay https://blogs.gay.it/dario-accolla/morale-chiesa-funerali-casamonica-coppie-gay#comments Fri, 21 Aug 2015 09:23:49 +0000 https://blogs.gay.it/?p=1484

funerali_casamonica2Era dicembre del 2012. Da oltremanica e da oltreoceano spiravano venti che poi avrebbero portato al matrimonio egualitario in Inghilterra e negli USA. Puntuale arrivò l’anatema di Joseph Ratzinger, che definì le unioni gay come “offesa contro la verità della persona umana” e “ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace”. Formula ripresa dopo il referendum irlandese dal cardinale Parolin, che sentenziò: “una sconfitta per l’umanità”. A onor del vero, in tali scomuniche finiscono anche eutanasia e interruzione di gravidanza. A quanto pare, per i rappresentanti della chiesa – ormai ridotti a ridicola imitazione di guardiani della fede – la libera gestione del corpo rientra in una sfera di fenomeni che avvicinano a Satana, distruggono la società e minacciano (manco a dirlo) i bambini. Amen.

funerali_casamonica1A proposito di eutanasia: ricordate Piergiorgio Welby? Giornalista e attivista radicale, si batté per il trattamento di fine vita. Contrariamente a quanto raccontano i nostri ayatollah all’amatriciana, una legge in merito non comporterebbe lo sterminio di vecchietti che non trovano posto alla casa di cura, ma risolverebbe le sofferenze di chi è in stato terminale. Dovrebbe essere anzi “amore cristiano” (ammesso che questa formula abbia mai significato davvero qualcosa) porre fine, in modo dignitoso, alle sofferenze di qualcuno. E se proprio vogliamo scomodare la sfera del diritto, dovrebbe essere dovere dello Stato provvedere affinché i cittadini abbiano un degno trattamento in casi similari.

Welby fece staccare le macchine e gli furono negati i funerali in chiesa. Il Vicariato di Roma precisò di non voler concedere le esequie perché la volontà di porre fine alla propria vita contrastava con la dottrina cattolica. Se ti suicidi, se interrompi la gravidanza o se più banalmente ti innamori di una persona del tuo stesso sesso, la casa del Signore ti è preclusa. Ricordiamo il caso di Barbara Johnson, che si è vista rifiutare la comunione al funerale della madre. Il motivo? “Sei lesbica, è peccato”. Dio, d’altronde, è fatto così: per ammetterti in paradiso deve rendere la tua vita un inferno. Almeno secondo quanto ci insegnano i vari Bagnasco, Parolin e Ratzinger.

funerali_casamonica3Ho citato il caso Welby perché ieri, nella stessa chiesa che gli ha negato l’ultimo saluto, si è celebrato il funerale del boss Vittorio Casamonica. Esequie pompose, con tanto di banda musicale, musiche del film Il padrino e striscioni inneggianti al “re di Roma” fin dentro la cappella. Fatto non nuovo, nella recente storia del cristianesimo: in Calabria non è raro che la Vergine Maria si inchini al cospetto di qualche capo mafioso… Ma comunque fatto strano e incomprensibile, se guardiamo chi avrebbe dovuto far di tutto per evitare questo tipo di apologia al crimine. Innanzi tutto perché siamo a Roma e forse sarebbe stato il caso di vigilare meglio, dopo i recenti scandali di “mafia capitale” nei quali, tra l’altro, i Casamonica sono coinvolti. È singolare, cioè, che il nostro ministro dell’Interno – tale Angelino Alfano – irriducibile a mobilitare i prefetti per annullare le trascrizioni dei matrimoni di gay e lesbiche contratti all’estero, poi nulla fa per evitare questo insulto alla legalità. E non è l’unico a doverne rispondere. Molti sono i parroci che, da settimane, si sono mobilitati per scongiurare il pericolo del “gender”, mettendo a disposizione pullman e sacrestie per il Family Day e impedire che venga approvato il ddl Cirinnà. Non sembra che gli stessi si stiano prodigando con la stessa forza di fronte a questo tipo di eccessi. Non mi sembra di sentire lo stesso clamore, almeno, da parte dei soliti fedeli indignati. O forse la mafia è omogenea alla dottrina cattolica?

funerali_casamonica4E ancora, ulteriori interrogativi turbano le nostre coscienze di cittadini/e per bene: come mai il parroco della chiesa dello show pro-mafia non ha invitato i suoi fedeli alla morigeratezza che si conviene a un luogo di culto? Sentiremo mai un vescovo qualunque affermare, con la stessa veemenza, che questo tipo di manifestazioni sono un pericolo per la pace o una sconfitta, se non per l’umanità, almeno per il concetto di rettitudine? Perché la sensazione che si ha, da oltre Tevere alla più piccola pieve di campagna, è che si sia persa un po’ la bussola e si confondano le scelte di persone libere e oneste per crimini aberranti. E gli stili di vita di criminali per atti di fede. Sarebbe il caso, da parte di Bergoglio in poi, di rivedere codici etici e ordini di priorità. Se non si vuole apparire ridicoli e senza credibilità alcuna, come succede da qualche tempo a questa parte.

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Family Day: ok, in Italia ci sono gli omofobi. Che facciamo? https://blogs.gay.it/dario-accolla/family-day-ok-in-italia-ci-sono-gli-omofobi-che-facciamo https://blogs.gay.it/dario-accolla/family-day-ok-in-italia-ci-sono-gli-omofobi-che-facciamo#comments Sun, 21 Jun 2015 11:53:45 +0000 https://blogs.gay.it/?p=1283

family_day3Ok, lo capisco come vi sentite. Vedere migliaia e migliaia di persone che scendono in piazza a vomitare odio contro di noi non è una cosa che ci fa star bene. Sappiamo da dove nasce tutto questo: si sono inventati l’“ideologia del gender”, ce l’hanno appiccicata addosso recitando il mantra “giù le mani dai bambini” – manco fossimo certi preti che vanno alle loro manifestazioni – che ci irrita, perché noi le mani su bambini e bambine le mettiamo per aiutarli ad attraversare la strada o per cambiar loro i pannolini. Hanno pure potenti alleati a cominciare dal silenzio delle istituzioni che invece dovrebbero proteggerci da tutta quella cattiveria. Non crediate che la cosa mi abbia fatto piacere, per cui so come vi sentite: come abitanti di un paese profondamente ignorante.

Premesso questo, vorrei riportare la riflessione fuori dai meandri dello scoramento e invitarvi a vedere la realtà guardando alle cose per quello che sono. Andando per punti.

1. Ma davvero pensavate che nel nostro paese non ci fossero gli omofobi? Viviamo in un posto che non ha ancora legiferato contro l’omofobia e per le unioni civili. Ci permettiamo il lusso di aggressioni contro ragazzi che hanno la colpa di andare in giro mano nella mano. Solo nell’ultima settimana, ben cinque. Il popolo italiano è tra quelli che legge meno in Europa. In compenso, ha come modello sociale i calciatori (come Cassano) e le veline. Insomma, che oggi si sia radunato un nutrito gruppo di persone che ha trovato un modo più elaborato per dire “che schifo i froci” non farà piacere, ma non dovrebbe stupirci più di tanto. Gli omofobi ci sono e possiamo solo dire: dov’è la novità?

family_day2. I numeri, direte voi. Erano tanti, troppi. Ok. Ma mi chiedo se avete visto quello che è successo in Francia prima dell’approvazione del matrimonio egualitario: anche lì manifestazioni di piazza contro i diritti delle persone LGBT. Eppure questo non ha fermato il futuro. E quando negli USA si è trattato di porre fine alla segregazione dei neri, è nato il Klu Klux Klan. E non erano quattro gatti sputati. Per non parlare di quello che è successo in Italia e in Germania, ancor prima, negli anni della tragedia del nazi-fascismo: masse oceaniche a pendere dalle labbra di due delinquenti che la storia ha poi sconfitto. E, a proposito: oggi in piazza c’erano le bandiere dei movimenti neofascisti. Per capire di chi stiamo parlando.

3. Il ruolo della chiesa, poi. Noi organizziamo i pride e chi ci viene è gente motivata da un principio fondamentale: l’uguaglianza di tutti e tutte. Articolo 3, Costituizione della Repubblica. Noi non abbiamo un’organizzazione così capillare che, facendo leva sulle paure, raduna “certe” masse. Loro sì. Eppure noi, in nome della parità, arriviamo a cifre di certo non meno importanti. Non siamo pochi: solo, non abbiamo alleati così potenti e in malafede. E attenzione, le buone idee non sono mai dominio delle masse. Come un tempo per il voto delle donne. Poi ci si accorge che quei pericoli non esistevano e la gente si rasserena. Non scoraggiamoci. E ancora a questo proposito: dovrebbero riflettere quanti, genuinamente animati dallo spirito della fede, cercano un dialogo con certe realtà. La chiesa, in Italia, è veicolo primario di omofobia. Se non si capisce questo, avremo ancora altri Family Day.

family_day44. Ancora sui numeri: mettere sulla stessa bilancia le cifre non è utile. Certo, erano talmente convinti del milione di persone che hanno dichiarato, da pubblicare le foto del Family Day del 2007. Dobbiamo capire che non si tratta di soppesare questioni analoghe tra loro. Si sta mettendo sullo stesso piano chi è contro una categoria sociale con chi è per un mondo più giusto. Pensate di poter paragonare anche lontanamente, noi e loro? E vi rimando a una suggestione che mi ha regalato, qualche giorno fa, il mio amico Vincenzo Branà, presidente del Cassero di Bologna. Quando Gesù venne processato, la folla scelse Barabba. I numeri, ammesso che siano reali, non sempre stanno dalla parte della ragione. Pensiamo alle elezioni italiane negli ultimi vent’anni.

5. Detto questo, cosa rimane da fare? Rimboccarsi le maniche e andare avanti. Nelle guerre si perdono le battaglie. Quella di sabato non è stata neppure combattuta. Abbiamo semplicemente capito chi è l’esercito nemico. Noi siamo dalla parte buona della storia, che ha avviato il suo corso. E il vento del cambiamento non si ferma con le mani. Fossero pure in cento milioni a cercare di convincerci del contrario.

(foto: Simone Alliva)

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“Ho scoperto cos’è l’omofobia quando mi sono innamorata di una donna” https://blogs.gay.it/dario-accolla/ho-scoperto-cose-omofobia-quando-mi-sono-innamorata-di-una-donna https://blogs.gay.it/dario-accolla/ho-scoperto-cose-omofobia-quando-mi-sono-innamorata-di-una-donna#respond Wed, 13 May 2015 11:44:07 +0000 https://blogs.gay.it/?p=1133

lorenza_ghinelli6Ho la fortuna di conoscere Lorenza Ghinelli. Sia perché ho letto i suoi libri (centocinquantamila copie vendute) sia personalmente. Abbiamo condiviso casa per un anno intero. Ci siamo confrontati sulla scrittura, sul senso che dà alle nostre vite. Devo al suo esempio il non essermi perso d’animo quando gli editori non rispondevano alle mie mail. La rivedrò a Roma giovedì 14 maggio al Female Cut, per la presentazione del suo libro Con i tuoi occhi (Newton Compton, pp.384, 12 euro) che si terrà alle 19:00 al D-Apartment. Una serata al femminile organizzata con il Circolo Mario Mieli, per supportare il Roma Pride. Per l’occasione l’ho contattata, per chiacchierare un po’.

Hai deciso di raccontare una storia di affetti al femminile. Perché questa scelta, rispetto alle storie più noir che hai già pubblicato?
Scrivo quello in cui credo e di cui ho bisogno. Volevo elaborare un vissuto e raccontare la storia di Irma, nata a Rimini in una famiglia anaffettiva. L’unico punto di riferimento è una giovane prostituta che la inizia alla vita. Per lei si tratta di una discesa agli inferi, dove il suo corpo diventa merce di scambio e strumento di potere. Nella ricerca bulimica dei corpi Irma cerca un’intimità profonda che non riesce a trovare. Ne ha perduto la strada. Poi c’è Carla, che nasce a Favignana da una famiglia di dipendenti della Florio costretta a emigrare a Bologna. Nella sua famiglia entra Salvatore, un bambino orfano con cui Carla sperimenta quello che chiamo “legame flessibile”: prima sono amici inseparabili, poi fratelli, poi amanti e infine di nuovo amici perché Carla, finita l’università, si scopre omosessuale. Carla è acromate: non vede i colori, il mondo per lei è fatto di luminescenze. Mi piaceva che pur non vedendo i colori, fosse lei a insegnare a Irma a scorgere quelli della vita. È grazie a Carla che Irma troverà la strada verso se stessa e le proprie emozioni, sepolte da troppa vita che aveva imparato a considerare sua anche quando non lo era. È la storia di una rinascita. Ho voluto raccontare l’importanza di seguire se stessi, sempre e comunque.

lorenza_ghinelli1Hai lavorato come educatrice. Nei tuoi libri traspare questa incomunicabilità tra il mondo adulto e quello dell’infanzia. Quanto c’è della tua esperienza in queste storie?
Mi sono confrontata soprattutto con gli adolescenti e quello che ho capito è che più del trauma che una persona può vivere, è il segreto a piegarla. È il tabù, il non poterne parlare, il lasciare che dentro marcisca imputridendo tutto il nuovo che invece potrebbe nascere. Il dialogo è fondamentale, lo è il confronto. Siamo creature sociali, possiamo fare così tanto insieme, persino cambiare di segno le ferite. Resilienza è un termine che mi è infinitamente caro, tanto da essermelo tatuato sull’avambraccio diversi anni fa. In quella parola è racchiusa la mia visione del mondo. Le storture, le ingiustizie, i traumi, magari non possiamo impedire che avvengano (a volte), ma possiamo lottare affinché non si ripropongano, soprattutto, possiamo elaborarli e diventare più forti. Devo molto ai miei cattivi maestri. E poterlo dire è per me un atto di grande rivoluzione.

A quale dei tuoi personaggi assomigli di più? E quanto di te c’è nelle tue protagoniste?
Se non ci fosse un po’ di me in ognuno non avrei potuto raccontarli. Che mi piaccia o meno, in Con i tuoi occhi ad assomigliarmi di più è Irma. E dico questo perché io, come lei, ho viaggiato anni luce distante da me stessa per molto tempo, vivendo una vita violenta che credevo mi appartenesse, aderendo a modelli e stereotipi che m’illudevo potessero bastarmi. In me c’è anche Carla, c’è una tensione prepotente alla vita, un senso di meraviglia che guida le mie giornate e mi salva dalla disperazione.

lorenza_ghinelli4Cosa pensi della questione LGBT in Italia? Arriveranno questi diritti, con la situazione politica attuale?
Vorrei che questa domanda non me l’avessi fatta tu, ma lo Stato attraverso un regolare referendum. La gente è pronta, come lo era quando venne chiamata a votare in favore del divorzio e poi dell’aborto. Ma lo Stato continua a essere asservito alla Chiesa, quando invece dovrebbe essere laico e tutelare i suoi cittadini senza alcuna distinzione. Viviamo in un Paese dove la maggioranza chiama opinioni i propri pregiudizi. Il fatto che si discuta se concedere o meno gli stessi diritti a chi ama persone dello stesso sesso mi sconcerta. Nel 2015 non dovrebbe neppure essere un argomento di discussione. Negare questi diritti è semplicemente anticostituzionale, antidemocratico e fascista. Non è il fatto di essere bisex, o lesbica, o gay o trans a causare sofferenza all’individuo, ma il fatto che questa società lo stigmatizzi. È un fatto così evidente che negarlo è stupido. Il cambiamento sta arrivando, lo respiro nelle strade, ne prendo parte. Ho la fortuna di abitare a Rimini, che considero una città moderna. C’è un fortissimo senso di comunità fra le persone, la giunta comunale ha approvato il registro delle unioni civili, come quelle di Santarcangelo e di San Clemente. Potere amare chi si vuole, alla luce del sole, è la cosa più bella e naturale del mondo. Chiunque si sentisse minacciato da questo ha bisogno di fermarsi e pensare a quello che nella sua vita non va, e la risposta giusta non è nella persona contro cui punta il dito. Stare in piedi nelle piazze facendo finta di leggere un libro non significa avere opinioni. Chiedere allo Stato di impedire i matrimoni egualitari non significa essere cristiani, al massimo significa non avere una vita e non capire i libri che si tengono in mano. Significa lottare contro il nemico sbagliato.

lorenza_ghinelli3Cosa ti porta ad essere solidale con le rivendicazioni del Roma pride?
Per prima cosa il fatto di riconoscermi umana. So benissimo cosa l’amore non è: non è prevaricazione né violenza, non è coercizione, derisione e neppure costrizione. Va da sé che l’amore, in ogni sua forma, è una fortuna e una benedizione, e come tale va tutelato. In un Paese civile, per fare sì che questo sia possibile, occorrono delle leggi. Ho amato diversi uomini, di alcuni di loro serbo un ricordo bellissimo, di altri no. Come chiunque. Ho sempre considerato stupida l’omofobia, ma non mi rendevo conto di cosa volesse dire davvero nascere omosessuali in Italia. Almeno fino a quando non mi sono innamorata di una donna. A quel punto, per la prima volta ho avuto paura. Paura di non potere più avere una vita “normale” come quella che avevo prima, paura che anche il minimo gesto d’amore venisse interpretato come esibizionismo. È stata una fortuna immensa innamorarmi di una donna, perché mi ha portato a pormi ottime domande. Da quel giorno mi sono fatta una promessa, e ora che vivo una nuova storia so che la sto onorando: non permettere alla paura di governare i miei passi. Non nascondermi. Non rinunciare alle meraviglie della vita. Non permettere a nessuno di ridurmi. La vita è un dono meraviglioso e appartiene a tutti. Non esistono amori di serie B. Esistono storie d’amore e storie che non lo sono. E so per certo che non è il genere a determinare questa differenza.

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