pregiudizi – Gay.it Blog https://blogs.gay.it I migliori Blog LGBTQ in Italia Wed, 02 Sep 2020 10:13:01 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.2 A o P: esistono davvero i ruoli attivo e passivo nel sesso? https://blogs.gay.it/serena-mente-lgbt/attivo-o-passivo-ruoli-sessuali https://blogs.gay.it/serena-mente-lgbt/attivo-o-passivo-ruoli-sessuali#comments Tue, 05 Apr 2016 13:31:54 +0000 https://blogs.gay.it/?p=3091

A o P? Questa è la domanda che più o meno tutti gli omosessuali maschi hanno almeno una volta nella vita ricevuto o fatto. Soprattutto a chi è avvezzo all’utilizzo delle chat d’incontri gay questa non suonerà affatto una domanda nuova o “strana”.  Ma cosa vuol dire essere A o essere P?

Attivo_o_PassivoEssere A è utilizzato come sinonimo ed indicatore di mascolinità e, quindi, anche vari altri aggettivi che culturalmente sono riferiti, ma non riferibili solamente all’essere di sesso maschile come: forza, virilità, intelligenza, indipendenza ecc. Le caratteristiche di chi invece è P vengono, spesso erroneamente, pensate come più tipicamente femminili, come: sottomissione, dipendenza, facile nel concedersi sessualmente.

Insomma anche gli omosessuali non sono esenti dagli stereotipi e pregiudizi culturali riferiti all’uomo e alla donna e a ciò che è considerato maschile e ciò che è considerato femminile.  Anzi, gli stereotipi sono talmente tanti che spesso si legge su vari profili delle chat d’incontri gay cose come: “solo maschili”, “no checche”, “no effeminati” e via dicendo. La stessa parola “passivo” viene spesso utilizzata dagli stessi omosessuali in termini negativi, in quanto richiamante le caratteristiche femminili. Si suppone che l’essere passivi sessualmente sia qualcosa di sbagliato, di negativo.

Questo non fa altro che confermare i pregiudizi nei confronti delle donne e della femminilità esistenti nella nostra società, una società maschilista ed eterosessista, in cui è iper valorizzato il maschio ed il maschile e si sottovaluta ancora troppo spesso la donna ed il femminile. Le persone LGBT che tanto combattono i pregiudizi e gli stereotipi, non riescono però comunque a mettersi in salvo da essi. Quante volte tu che stai leggendo hai utilizzato uno dei seguenti termini in modo dispregiativo per riferirti ad un altro omosessuale maschio?


“Passivaccia”, “troia”, “checca”, “checca isterica”, “sfranta”, “ciucciona”, “donna”, “femmina”….

Come si può vedere, anche termini come “donna” o “femmina” vengono spesso utilizzati in maniera offensiva. Le nostre mamme, le nostre donne e femmine così vengono offese, non gli omosessuali a cui vi riferite, perché nel termine donna e in quello di femmina sono presenti qualità che molti maschi, che si definiscono uomini, non avranno mai. La donna dà vita, la donna sa dare amore, la donna sa prendersi cura, la donna sa lavorare, faticare, la donna è intelligente tanto quanto un uomo e a volte di più; può essere assertiva se vuole e saper imporsi allo stesso tempo. Il linguaggio è importante nel modificare e cambiare quegli stereotipi e pregiudizi contro cui combattete, contro cui combattiamo. Non possiamo meravigliarci se le cose non cambiano quando siamo i primi a non fare nulla perchè ciò avvenga, se nel nostro agire e parlare quotidiano rafforziamo quegli stessi pregiudizi con il nostro modo di esprimerci!

Ma A e P, quindi, cosa significano?

A è inteso come “attivo”, cioè, a livello sessuale sarebbe il partner insertivo; mentre P è inteso come “passivo”, ovvero il partner ricettivo. Ma anche in questo senso esistono davvero nel sesso i ruoli dell’attivo e del passivo?

La sessualità umana, sia eterosessuale che omosessuale, è influenzata fortemente dalla cultura. Questa ha da sempre considerato l’importanza dell’orgasmo maschile, togliendo legittimità all’orgasmo ed al piacere sessuale femminile. Questo si spiega, in termini di importanza, per la procreazione: effettivamente, senza eiaculazione di sperma non vi può essere fecondazione, invece l’assenza di orgasmo nella donna non impedisce l’ovulazione.

In questo contesto la sessualità femminile si concepisce solamente come complementare, ausiliare, all’androcentrismo, cioè la situazione in cui l’uomo e i suoi bisogni sono al centro dell’attenzione, mentre la donna ed i suoi bisogni sono relegati alla periferia.

Ma essere recettivi, avere un ruolo recettivo a livello sessuale, non deve confondersi con passività. Il termine recettività, nell’accezione corrente significa accettazione, non sottomissione e tanto meno inferiorità.

Anche se la metafisica maschilista ha sempre dato maggior importanza sul piano sessuale al forte che al debole, al soggetto invece che all’oggetto, al dare piuttosto che al ricevere, il “ricevere” della donna, e nel nostro caso dell’uomo omosessuale passivo, equivale a collaborare e dare in cambio. Per questo la persona che ha un ruolo recettivo a livello sessuale non deve limitarsi a essere disponibile, ma ha invece il compito di corrispondere con segnali positivi, con azioni e reazioni, esercitando un ruolo di partecipazione attiva. In questo senso, si è arrivati ad utilizzare l’espressione “avere un orgasmo”, che richiama un’azione attiva che si contrappone alla forma passiva di “sentire un orgasmo”.

Bisogna cancellare l’idea sbagliata che il partner recettivo, che sia in rapporti omosessuali omosessuali o eterosessuali, non debba dimostrare che prova piacere o, addirittura, che non possa prendere l’iniziativa. Bisogna comprendere, per vivere a pieno una sana sessualità, che in una relazione sessuale non esiste “l’attivo” ed il “passivo”, e che la sessualità va scoperta insieme, con la stessa disposizione, la stessa libertà, con lo stesso impegno e con la stessa partecipazione.

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Il peso della bellezza in amore https://blogs.gay.it/gay-teen-is-the-new-normal/peso-della-bellezza-amore https://blogs.gay.it/gay-teen-is-the-new-normal/peso-della-bellezza-amore#respond Fri, 04 Mar 2016 02:39:21 +0000 https://blogs.gay.it/?p=2872

Se c’è una comunità democratica è proprio quella gay! mi ha scritto qualche giorno fa il Direttore mentre discutevamo su un problema quanto mai attuale, quello del peso della bellezza tra gli omosessuali.

Quando ho letto il messaggio di Riccardo (il nome è inventato), nostro giovanissimo lettore preoccupato che il proprio aspetto gli impedisca di trovare un ragazzo, devo essere sincero, la mia prima idea è stata: “Ovviamente la bellezza è tutto!”.

peso_bellezzaSarà che alla mia età non si cerca il vero amore, quello di cui tanto scrivevano i poeti, e l’approccio è molto più immediato; sarà che sono anche un incorreggibile disfattista e sarà anche per il mio pessimismo patologico, ma credo che l’aspetto conti. Conta se sei DiCaprio o Pumba, conta il viso che hai, il corpo che sfoggi, i vestiti che indossi. Ai nostri giorni si pensa che un risvoltino sia in grado di raccontare la tua personalità, figuriamoci il tuo aspetto! È innegabile il fatto che, in una società conformista come la nostra, l’esteriorità sia il primo metro di giudizio, e questo, sotto un certo punto di vista, può anche andarmi bene in fondo. Dopotutto la faccia è la prima cosa che si vede, è il nostro bigliettino da visita, con lei ci giochiamo la prima fondamentale carta. Non per questo, però, intendo dire che noi brutti siamo senza speranza, eh, anzi! Io stesso sto iniziando ora ad avere le mie prime storie e, non essendo assolutamente bello, anche io mi faccio mille problemi. In questa fase della vita vogliamo tutti, chi più chi meno, la stessa cosa: divertirci. Tante volte vedo le mie amiche cambiare fidanzato ogni due settimane mentre io non posso farlo perché nessuno è attratto dal mio metro e settanta o dalla mia pancia o in discoteca nessuno ci prova con me, nessuno si gira a guardarmi.
D’altra parte chiacchierare con Alessio, il Direttore, mi ha fatto vedere anche un’altra faccia della medaglia. Pensiamo ad esempio ai ragazzi bear e a quanti tra noi li amano e a quanti adolescenti sognano di avere un daddy  maturo! bearBear e Daddy sono solo due delle tante categorie di persone che avrebbero buonissimi motivi per disperare in una relazione. Sì, è vero: la “democrazia sessuale” trionfa nei pride pieni di uomini grassi e nudi che sfilano orgogliosi come, allo stesso tempo, nessuno si disgusta nel vedere quel fusto che è Cristiano Ronaldo. Un ragazzo di sedici o diciassette anni non sta a guardare la capacità di conversazione: o meglio, sicuramente c’è chi lo fa, ma il loro numero è oggettivamente minimo. Non lo dico per semplice pregiudizio, ma perché io stesso, pur con i miei difetti, guardo prima i ragazzi belli, alti e muscolosi. La bellezza è relativa, sì, ma la bruttezza è assoluta. Nessuno a primo impatto flirterebbe con un ragazzo brutto se può optare per il figo di turno, perché, dopotutto, nonostante le belle parole che si potrebbero spendere a favore di noi brutti, i sensi arrivano sempre prima della razionalità. Però, attenzione, la speranza c’è perchè esiste altro oltre il mero aspetto fisico. Quella misteriosa alchimia del corteggiamento, quello che va oltre la bellezza: il fascino e il sex appeal. Si perchè il corpo non basta per conquistare qualcuno, si deve suscitare interesse, curiosità, desiderio!
In conclusione, quindi, caro Riccardo: oggi magari, devo dirtelo con il cuore, non verrai corteggiato da uno stuolo infinito di ragazzi affamati, ma in futuro ti accorgerai che il fisico e la bellezza perdono molta della loro importanza. Distinguiti dalla massa, sii originale! Di belli se ne vedono tanti, ma i ragazzi “stuzzicanti” ormai sono una specie protetta. E poi, come disse una volta un saggio uomo le cui parole oggi troppo spesso vengono male interpretate: ”Gli ultimi saranno i primi!”.

Io aggiungerei: ”E la vecchiaia prima o poi arriva anche per i fotomodelli!

Quindi, Riccardo, non disperare! La faccia è solo un vestito indossato molto spesso, quello che hai dentro è il tuo vero “volto” e la fortuna ha voluto che non si svaluti con le mode.

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