patty pravo – Gay.it Blog https://blogs.gay.it I migliori Blog LGBTQ in Italia Sun, 14 Feb 2016 15:40:43 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.3 #Sanremo2016: la trashcronaca della finale https://blogs.gay.it/trashcronaca/sanremo2016-meglio-e-peggio https://blogs.gay.it/trashcronaca/sanremo2016-meglio-e-peggio#respond Sun, 14 Feb 2016 15:40:43 +0000 https://blogs.gay.it/?p=2725

E così anche quest’anno è andata: la 66esima edizione del Festival della Canzone italiana è archiviata, il secondo della lunga era Conti che dominerà la terra a lungo stile visitors e il più visto degli ultimi 11 anni.

Per noi è giunto il momento come ogni anno di tracciare il meglio e il peggio della kermesse con gli occhi disincantati della trashcronaca targata Gay.It

IL MEGLIO DI SANREMO 2016

sanremo_arcobaleno#SanremoARCOBALENO: che ve lo dico a fa’. I veri trionfi sono stati quei nastrini che, nella prima serata, sono stati messi timidamente da Noemi in apertura e da quel momento sono diventati un’onda anomala tra cantanti in gara e ospiti. 16 cantanti su 20 li hanno indossati, quasi tutti gli ospiti (Renato Zero a parte, di cui parleremo dopo) compreso il tripudio di ieri sera di Cristina D’Avena che con il drappo sul microfono sembrava tipo una Sailor Moon tra urletti vari del pubblico. Pure Roberto Bolle ha danzato con un braccialetto rainbow (sebbene io fossi concentrato, duante la sua performance, a capire come io, dopo 3 long Island, possa fare di meglio). Insomma, quest’anno il palco dell’Ariston ha dimostrato di essere più in sintonia col Paese di tutto il nostro Parlamento. Chapeau! PS: I siparietti dei coniugi Salamoia dal pubblico sono stati il più grande spot contro la coppia etero che sia mai esistito.

CARLO CONTI: Sebbene con il sedicente smoking della finale sembrasse un allibratore di incontri clandestini a Las Vegas negli anni ’50, e la sua pelle sia il promo ideale del film “50 sfumature di nero”, il trionfatore è lui. Ha dato vita alla nuova generazione festivaliera. Ha rimpiazzato i vari Cutugno, Mietta, Mazia Bazar, Zanicchi con i morti di fama dei talent che appaiono a Sanremo poi spariscono (Noemi, Scanu e co.) e finalmente ha fatto dimenticare il radical chic targato Fazio. Bravo Carlè, ma magari l’anno prossimo impegniamoci di più sulle vallette, eh.

VIRGINIA_BELENVIRGINIA RAFFAELE: Immensa anche nella puntata finale, senza trucco. Il vero motivo per cui vale pagare i soldi del canone quest’anno. E poi l’essersi messa il vestito di Emma dell’anno prima nell’imitare Belen è stato il colpo di genio assoluto. 10, 100, 1000 Virginie.

FRANCESCA MICHIELIN: In questi giorni sui social mi sono speso per lei che nemmeno una bimbominchia con l’apparizione di Justin Bieber. Ma Franceschina ha una purezza che profuma di buono. E ha solo 20 anni. Durante le votazioni finali tutto il pubblico gay italiano era per lei, manco ci fosse Beyoncè su quel palco. E’ indubbio, se oggi dobbiamo pensare a come vorremmo il futuro della musica italiana penseremmo a lei.michielin_sanremo_2016

IRENE FORNACIARI: Vorrei spendere due parole su di lei. É arrivata ultima nelle votazioni, è stata ripescata (con un entusiasmo che manco i ripescati agli esami a numero chiuso nelle università), ha ricantato per ultima ed è arrivata ultima di nuovo. Con una canzone sui migranti, in un Paese che i migranti non li ammette. Ciao Irene, auguro che prima o poi ti arrivi una gioia!

patty_pravo_sanremo_2016PATTY PRAVO: 50 anni di carriera e non sentirli. Noi ieri sera a sbirciarle le tette sotto il vestito nonostante potrebbe essere la nostra bisnonna. Nella serata cover ha ricantato sè stessa. E sarebbe stato top se anche il videomessaggio di “incitamento” pre-finale l’avesse fatto lei da sola, tipo ideogramma atemporale. Canta in balenese? Stona qualche volta? Come dice qualcuno: le emozioni a volte sono stonate, cari miei. Ma ogni tanto c’è uno sprazzo di voce di quando Patty era veramente immensa e io mi commuovo.

SIMONA VENTURA: voi direte che c’entra? É stata tanto bistrattata ad X Factor, ma nel Sanremo dei record ha mandato uno dei suoi giovani in finale (Mahmood) e una delle sue vincitrici al secondo posto (Franceschina) e dei talenti dei vari Morgan? Nessuna traccia. Altrochè l’Isola: a lei deve andare la direzione artistica (ovviamente insieme a Alba & Valeria che tra il pubblico ci ha fatto riscoprire le “notti magiche”, ça va sans dire)

Menzioni d’onore a ANNALISA , tanto cara, ma che ha cantato un pezzo senza ritornello che sembra la versione all’amatriciana di quelle robe astratte che canta ogni tanto Beyoncé per fare la figa. (ricordiamoci che l’anno scorso cantava Kekko) e ROCCO HUNT solo per il testoNei programmi al pomeriggio imbambolate questa Italia“: ed è subito stacco su Parodi e Liorni in platea.

IL PEGGIO DI SANREMO 2016

GABRIEL_GARKO_SANREMO_2016GABRIEL GARKO: il suo outfit di ieri sera riassumeva al meglio il livello della sua performance nelle 5 notti sanremesi: quello di un ascensorista di un hotel a 5 stelle. Anzi 4 superior.

GLI STYLIST: A parte la poracciata dello stylist della Iurato che si è dissociato dall’abito che lui stesso gli ha dato (non ci sono più i gentleman di una volta), devo dire che Mengoni, tra le tante colpe che ha, ha anche quella di avere insegnato a vestire tutti i giovani virgulti della musica italiana come alla prima comunione. Ragazzi, osate, divertitevi. Fate come il buon Mahmood. Di tempo per imbalsamarvi ne avrete a iosa. (ovviamente non mi riferisco a Clementino: lui è già vestito come buona parte delle alternative milanesi)

ALESSIO BERNABEI: Voleva diventare il Nek 2016. Senza calcolare che se avesse vinto avrebbe dovuto mandare Ariana Grande a ritirare il premio. Tesoro, se proprio vuoi #escilo che sei bono, ma basta con questa musica da pubblicità di telefonia.

MARIA DE FILIPPI Vs GLI STADIO: Ebbene sì. Il festivalone più seguito ci ha dato due lezioni di vita: che chi si ribella alla rottamazione in Italia continua a vincere. Che tra il mondo del divano, quello senza internet (che per noi non esiste e ce lo descrivono in cartolina) e il social-mondo a cui tutti siamo abituati ha vinto il primo. E, come qualcuno ha scritto: “Gli Stadio hanno ucciso Maria De Filippi e tutto quello che rappresenta. Perché è questo, alla fine: tra dieci anni Annalisa, Scanu, Fragola saranno pvc ingiallito. Gli Stadio saranno sempre gli Stadio.”

renato_zero_sanremo_2016RENATO ZERO: Speravo che durante il suo speech uscisse Olga Fernando a tradurre il suo discorso sugli alieni e le scie chimiche e credevo che durante il suo “lui chi è?“, cantando il triangolo uscisse Garko con la faccia stralunata da dietro le quinte. Qualcuno si aspettava un discorso rainbow in questo clima da vecchia Unione Sovietica, dove pur di non dire gay si raccontano storie criptate. E invece, come era prevedibile, nulla. E più penso che tu sia un mito, mio caro Renato, e più mi rode, perché potevi essere d’esempio per tanti ragazzi e ragazze, a vivere liberi. Fortunatamente ci stanno pensando le nuove generazioni a fare il lavoro che tu, immeritatamente, hai deciso di non portare avanti.

E voi? Quali sono i vostri top e flop di questo #SanremoArcobaleno?

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Festival di Sanremo 2016: trashcronaca della terza serata https://blogs.gay.it/trashcronaca/sanremo-2016-terza-serata https://blogs.gay.it/trashcronaca/sanremo-2016-terza-serata#comments Fri, 12 Feb 2016 10:19:20 +0000 https://blogs.gay.it/?p=2713

É un Sanremo dei record: super ascolti, superospiti, supercritiche… insomma, siamo destinati a tenerci Carlo Conti per le prossime ere geologiche.

caccamo_iurato_sanremo_2016E ieri più che mai è stato #SanremoArcobaleno: siamo arrivati a 16 cantanti su 20 che hanno indossato qualcosa di rainbow con addirittura Caccamo che, dopo la reprimenda della prima serata, si lancia in un accoratoW l’amore universale” che “Gigi ti amo” al confronto levati. A questo punto gli unici “fuori dal coro” sono rimasti: Dear Jack, Lorenzo Fragola, Stadio e Zero Assoluto. Praticamente la vecchiaia del Festival: anagrafica o artistica che dir si voglia.

Ma andiamo con le nostre annotazioni su questa terza serata, dedicata inizialmente al prosieguo della gara dei Giovani.

FRANCESCO_GABBANI_RAINBOWPrima sfida: MIELE (che si scrive Miele ma si legge Mile come le cucine) vs. GABBANI. La prima è una canzone talmente sanremese che manco Francesca Alotta nel ‘95 avrebbe saputo fare di meglio. Gabbani , invece, ha un po’ la base di A Kind of Magic e Amen è sicuramente una canzone destinata a diventare virale tra i commentatori della pagina Facebook di Radio Maria. Vince il secondo dopo un delirio di corsi e ricorsi sull’aggeggio delle votazioni che non funzionava in sala stampa.

mahmood_sanremo_2016Seconda gara: MICHAEL LEONARDI vs. MAHMOOD. Il primo, dicono sia il nuovo protetto della signora Caselli e canta un misto tra “Cervo A Primavera” e “Skyfall” Sembrano il Volo messi uno sopra l’altro. Finita la canzone, il buon Michael sbatte le orecchie e vola via. Mahmood, invece, un’altra classe. Uno di quei gioiellini preziosi che ci ha regalato X Factor che fu. Intonato, vestito finalmente in maniera contemporanea e con una canzone non banale: noi tifiamo per lui e nella sfida a due vince a mani basse.

francesca_michielin_rainbowA questo punto viene da chiedersi: e se nei Big vincesse Francesca Michielin e nei Giovani Mahmood? Bisognerebbe dare a Simona Ventura la direzione artistica del Festival? Io dico di sì. #credercisemprearrendersimai.

Ma andiamo anche a raccontarvi della notte delle cover: quella in cui i cantanti in gara hanno reinterpretato le canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana.

Carlo Conti ha esordito dicendo: «l’impossibile accadrà su questo palco». Probabilmente Gabriel Garko imparerà a leggere. Si, perché diciamocelo, il punto debole di questa edizione sono le “spalle” (Virginia Raffaele a parte, questa sera in una Donatella Versace in grande spolvero). Belen al confronto di Madalina era Lettermann e fa rivalutare persino la Canalis. Sembra quasi sia l’addetta alle scale. Le pulisce, facendo avanti ed indietro con lo strascico, per non fare accumulare la polvere.

La gara è stata vinta dagli Stadio con una paraculata: la cover de “La Sera Dei Miracoli” di Lucio Dalla, loro collega e amico fraterno, compagno di tante scorribande. Ma c’erano tante cose che meritavano di più.

ARISA_RAINBOWDalla sublime Patty Pravo (ma che ve lo dico a fa) che reinventa sè stessa autocoverizzandosi con coraggio e intensità (anche se non c’era per forza bisogno del rapper) con “Tutt’al più”, ad Arisa: pazzesca con tanta voglia di strass in un abito che ricorda le righe verticali del monoscopio della tv di una volta. “Cuore” di Rita Pavone è una delle canzoni più belle mai scritte. Francesca Michielin, poi, è in stato di grazia in questo festival. La sua cover de “Il Mio Canto Libero” sembrava un featuring con Florence & the Machine.

clementino_sanremo_2016Faccio coming out anche in merito a Clementino: la sua esibizione su “Don Raffaè” dell’immenso De Andrè sulla carta era una cagata pazzesca e invece ha infuocato la platea e i nostri animi.

Diciamo che la napoletanità ha preso un po’ il sopravvento a partire da Penelope Cruz che sussurra “Tu si’na cosa grande” nella pubblicità Carpisa: tra “’O Sarracino”, “Tu vo’ fa l’americano” “A canzuncella” hanno cantato più canzoni napoletane qua che al capodanno con Gigi D’Alessio.

Ovviamente non tutti sono stati all’altezza. Tipo gli Zero Assoluto hanno fatto la cover di una cover di Goldrake. Si meriterebbero che Venusia gli sparasse addosso dalle zinne. Poi Caccamo & Iurato non hanno esattamente quel feeling che dovrebbero. Cioè al loro confronto la coppia Costanzo / De Filippi è un menage di assatanati. E poi ragazzi, ascoltate me: se aveste coverizzato “Fiumi Di Parole” avreste sbancato l’internet. L’esibizione di Morgan si commenta da sola, la versione di Annalisa di “America” era talmente moscia che avrebbe dovuto chiamarsi Canada, Dolcenera sembra abbia uno stock di abiti dismessi da Pamelona Anderson, “A Mano A Mano” cantata da Bernabei con gli adorabili Benji e Fede diventa un karaoke ubriaco a notte fonda. Ah e poi Fragola, una cosa: sulle scale, seduta, ci sta solo Maria.

pooh_sanremo_2016Meno male che poi arrivano loro: i mitici POOH pronti a celebrare i loro 50 anni di carriera. Hanno pure richiamato il buon Fogli (che è un po’ il Robbie Williams de noatri) per i festeggiamenti. Intanto devo ringraziarli per averci regalato la migliore delle imprecazioni al mondo: «Dio Delle Cittààààà» e poi è sempre un piacere sentirvi, anche se ormai Facchinetti canta con la stessa pronuncia di Garko quando parla.

Peccato per il finale: nonostante la puntata sia durata quanto un matrimonio in Calabria e ci sia stato chiunque su quel palco, Hozier è stato liquidato in due minuti contati. Ma anche questo è Sanremo.

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