famiglie arcobaleno – Gay.it Blog https://blogs.gay.it I migliori Blog LGBTQ in Italia Wed, 14 Jul 2021 14:41:51 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.2 Siamo ancora “froci”: senatori specchio dell’ignoranza italiana https://blogs.gay.it/senza-peccato/ancora-froci-senatori-specchio-ignoranza-italiana https://blogs.gay.it/senza-peccato/ancora-froci-senatori-specchio-ignoranza-italiana#comments Tue, 09 Feb 2016 15:20:22 +0000 https://blogs.gay.it/?p=2655

Quando eravamo froci. Gli omosessuali nell'Italia di una volta - Andrea PiniA sentire certi discorsi dei senatori italiani sembra di essere tornati agli anni ’60, quando su settimanali e quotidiani venivano pubblicati articoli che parlavano di omosessualità come di malattia, vizio, scelta di perversione associata a reati quali prostituzione,droga e ricatti.

Era l’Italia perbenista e moralista del boom economico, che se progrediva a grandi passi sul fronte industriale e tecnologico restava ancora imprigionata ad un modello sociale clericofascista. Descrive bene quel periodo il libro di Andrea Pini “Quando eravamo froci. Gli omosessuali nell’Italia di una volta”, che attinge a documenti, pubblicazioni e raccoglie la voce dei testimoni.

Il più delle volte si nascondevano e vergognavano di una condizione percepita come sbagliata e da vivere solo di notte, con rapporti occasionali in ambienti sordidi e pericolosi. I pochi casi di persone che uscivano allo scoperto erano visti come eccentrici, folli da biasimare e non prendere troppo sul serio.

Sono passati decenni. Prima i movimenti giovanili del ’68, poi le leggi su divorzio e aborto e ancora di più la tragedia dell’Aids ha modificato la società e gli omosessuali stessi, che hanno preso coscienza di sé e, orgogliosi di una condizione diversa ma non inferiore a quella eterosessuale, hanno iniziato a reclamare uguaglianza giuridica. Proprio quei senatori che ascoltiamo discutere della legge Cirinnà dimostrano che questi anni di pride e manifestazioni pubbliche non hanno lasciato il segno come dovrebbero sulla coscienza civile. Dal Family Day, alle discussioni in tv di biechi personaggi mascherati da credenti, ai discorsi mal letti e neppure compresi di rappresentanti dei cittadini scopriamo un’Italia profondamente ignorante, incapace di osservare la società contemporanea, rispettare le differenze e accettare il principio di uguaglianza.

I termini usati a Palazzo Madama, ma anche in prestigiosi salotti televisivi dai nostri politici denunciano FD5un odio viscerale e antico, una sequela di insulti di stampo omofobo e retrivo, indegni per un Europa che dovrebbe essere fondata sul rispetto delle differenze.

Non provano alcuna vergogna nell’offendere quella categoria di cittadini apertamente discriminata dalle leggi italiane, che finora hanno sempre scelto di ignorare le coppie GLBT in ossequio allo Stato estero del Vaticano. Anzi, i vari Salvini, Giovanardi, Formigoni, Meloni e per ultimo un ridicolo Scilipoti, vanno fieri dei loro insulti e dell’ignoranza che diventa una bandiera da sventolare con orgoglio al Family Day. Se in qualsiasi altro consesso europeo si pretenderebbero le dimissioni di questi soggetti, da noi diventano interlocutori affidabili, la giusta controparte per un dibattito basato su slogan omofobi, citazioni religiose e tanto pressapochismo.

Il clima di odio che è esploso anche in seguito ad un’atroce crisi economica che ha esasperato i cittadini italiani, i quali cercano capri espiatori per sfogare le frustrazioni, deriva dalla mancata educazione civica e sessuale nelle scuole di ogni ordine e grado.

Nelle scuole non si parla e non si può parlare di uguaglianza di genere, rispetto delle differenze, e di sesso. Ragazzi mantenuti nell’ignoranza saranno cittadini preda del fanatismo religioso, avversione verso tutto ciò che ai loro occhi apparirà diverso, e quindi minaccioso.

FD1I nostri politici lo hanno capito molto bene. Guardate Salvini e la miracolosa resurrezione di una Lega Nord che era già cadavere. Ha capito che doveva far leva proprio sull’ignoranza e sui pregiudizi di una consistente fetta di popolazione per accreditarsi come guida politica cui riporre fiducia. Immigrati ladri e assassini, omosessuali che minacciano i bambini e la famiglia altrui sono i cavalli di battaglia di una destra incapace di trovare argomenti validi e che possono contare sull’appoggio, talvolta esplicito, di una Chiesa connivente.

Come possiamo sperare che la scuola torni a insegnare ed educare a quei principi costituzionali ed europei se i nostri rappresentanti istituzionali sono i primi a disattenderli? Come proporre progetti e iniziative nelle scuole volte all’abbattimento di stereotipi di genere e alla conoscenza del corpo e dei suoi meccanismi sessuali se essi vengono strumentalizzati per essere oggetto di scandalo giornalistico, invettiva, menzogna e discredito, quando non di ritorsione violenza?

Il dibattito sulla Legge Cirinnà, un provvedimento insufficiente e che attesta una discriminazione tra eterosessuali che possono accedere al matrimonio e coppie omosessuali che possono solo contare su un istituto apposito, dimostra il grado di inciviltà dal quale l’Italia non riesce ad affrancarsi.
I continui riferimenti alla gente del Family Day, con i loro striscioni offensivi tutti uguali appositamente preparati da qualcuno e sventolati spesso da bambini inconsapevoli, sono una delle caratteristiche che rivelano il tentativo di costruire una base elettorale che possa garantire stabilità alla poltrona politica. Non importa nulla ai senatori italiani della legge Cirinnà. Molti di loro hanno dimostrato di non aver mai neppure letto il testo in discussione, non discutono di leggi che possano migliorare la vita dei cittadini e tirano in ballo la libertà di coscienza per travisarla in libertà di offesa.

La speranza è quella che l’approvazione della legge sulle unioni civili costituisca un punto di partenzaFD4 non solo per la piena uguaglianza civile tra tutti i cittadini, ma per abbassare i toni, zittire quei personaggi senza né arte né parte riciclatisi difensori della famiglia tradizionale e ricominciare a parlare di accoglienza, rispetto, civiltà e uguaglianza. Che una volta che anche i più facinorosi capiranno che se le coppie omosessuali sono tutelate la loro vita può continuare senza alcun trauma, si possa ragionare di educazione civica e sessuale nelle scuole.

E’ fondamentale che i bambini e i ragazzi imparino a rispettare gli altri e sé stessi attraverso la conoscenza e possano essere loro i fautori di una società del domani più giusta, che ci faccia dimenticare questa italietta uscita fuori dalle pagine consunte di una brutta rivista degli anni sessanta.

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Family Day, un vero uomo non cambia i pannolini https://blogs.gay.it/senza-peccato/un-vero-uomo-non-cambia-i-pannolini https://blogs.gay.it/senza-peccato/un-vero-uomo-non-cambia-i-pannolini#comments Thu, 28 Jan 2016 13:05:30 +0000 https://blogs.gay.it/?p=2533

Family Day, centinaia di migliaia di fondamentalisti cattolici e nostalgici fascisti che si riversano al Circo Massimo per gridare la loro contrarietà alla legge Cirinnà in discussione nei prossimi giorni.

In pratica, pretendono che i diritti di cui beneficiano non vengano estesi a chi ora ne è privo. Ma cosa nascondono davvero le loro istanze? Lo scopo dei fondamentalisti cattolici è la difesa dei diritti di bambini e di un modello famigliare minacciato dai gay?

Tutta la questione dei diritti che la Cirinnà riconosce si riduce non tanto alla pratica medica dell’utero in affitto, ma alla conseguenza di esso, alla possibilità di esercitare la paternità nei confronti della prole escludendo la donna da quel ruolo di moglie e madre assegnato da Dio, depauperandola di un potere sociale che in Italia è particolarmente forte.

donnafamigliaPer i cattolici reazionari che si riempiono la bocca di tante belle intenzioni non sta a cuore il vero interesse dei minori, che già sono amati e accuditi da coloro che li hanno fortemente voluti e hanno solo bisogno di una tutela formale dalla legge, e neppure della questione dello sfruttamento femminile in Asia a scopo riproduttivo. Perché non hanno mai protestato verso quel 99% di coppie eterosessuali che ricorrono alla GPA? Perché la CEI non ha mai alzato la voce verso questa pratica medica eticamente discutibile che esiste da decenni, ma di cui ci parla solo oggi riferendosi alle coppie omosessuali?

Il problema è il ruolo di potere e supremazia della donna all’interno della famiglia e l’inaccettabile figura di un maschio che prenda il suo posto. Due uomini che decidono di fare un figlio e crescerlo da soli tradiscono un modello famigliare tipicamente italiano che pone la donna al centro dell’educazione della prole, con un potere educativo e gestionale pressochè assoluto ed esclusivo.

L’idea di Costanza Miriano di sottomissione della femmina ad un ruolo che la giornalista considera predeterminato da Dio rispecchia in pieno la missione antropologica che spetta alla moglie e madre, mitizzata dalla propaganda fascista e clericale fino alla legge sul divorzio e che oggi vede una recrudescenza negli slogan isterici del comitato promotore del Family Day.
La moglie e madre partorisce, allatta, pulisce, educa il figlio e gestisce la casa. E’ la mamma nella concezione tipicamente italiana di matrona e ha un ruolo decisionale determinante delegato dal marito, il quale fino agli anni settanta figurava come pater familias, capo formale, quando nella realtà tutto era demandato all’altra metà del cielo. La Miriano parla di sottomissione, ma sarebbe più corretto chiamarla sopraffazione nei confronti del padre, relegato a mero strumento punitivo dei bambini al ritorno dal lavoro, una figura assente quando non propriamente anaffettiva.

Per la donna ultra reazionaria del Family Day è una inconcepibile offesa che due uomini le rubino il potere materno. Un vero

Family Day, un vero uomo non cambia i pannolini - coppia gay - Gay.it Bloguomo non nutre il neonato e non cambia il pannolino, al massimo lo fa giocare mezz’ora la sera al ritorno dall’ufficio, mentre la moglie lava i piatti. Pensate che oltraggio se quei maschi che pretendono di crescere un figlio da soli sono anche omosessuali,  tradiscono totalmente la loro natura di maschi alfa e non necessitano della donna neppure per accoppiarsi. Agli occhi della moglie e madre fondamentalista cessano di essere uomini padri per diventare grottesche mamme che finiranno inevitabilmente per crescere figli schizofrenici.

Tutta la propaganda cattofascista poggia sulla questione GPA e sul diritto del bambino ad avere una madre, ma non esiste alcun diritto nello scegliersi i genitori, piuttosto spaventa il padre che assume il ruolo considerato di madre. Si parla poco e raramente delle famiglie arcobaleno dove i genitori sono entrambi di sesso femminile. Due lesbiche che fanno le mamme rispondono solo ad una chiamata naturale e sono rassicuranti. Anche il ricorso al seme maschile piuttosto che ad una gravidanza altrui è considerato meno discutibile.
Il nocciolo della campagna omofobica e cattoreazionaria che culmina nella manifestazione al Circo Massimo risiete tutto nell’identità del maschio in evoluzione e nel potere femminile messo in pericolo dall’uomo-padre-omosessuale.

Da questo quadro appaiono sbiadite tutte le altre motivazioni che hanno portato i laici reazionari, con la complicità della Chiesa a indire il nuovo Family Day dopo quello di giugno. E’ chiaro che non è in pericolo il matrimonio eterosessuale, non sono minacciati i bambini di nessuno e tantomeno in Italia il cosiddetto gender vuole invadere le scuole come un’epidemia di influenza. Sono argomenti spauracchio che nascondono una minaccia a ruoli famigliari determinati che già da diversi decenni sono in evoluzione. Le donne ultracattoliche non si rassegnano al fatto che dagli anni ’70 in poi le donne che lavorano e si realizzano fuori dall’ambiente domestico sono la maggioranza, che possono anche non fare figli ed essere felici, rinunciare ad un figlio non voluto in arrivo, essere cape e comandare anche fuori dalla famiglia.

Family Day, un vero uomo non cambia i pannolini - moglielavoro1 - Gay.it BlogPer chi afferma di essere costretta a lavorare dall’avida società contemporanea (Miriano dixit), è già durissima delegare alla scuola o ad una baby sitter la sovranità nei confronti della prole, figuariamoci considerare la possibilità che tutti quei compiti tipicamente femminili vengano svolti da un uomo e con la stessa capacità. Ne va di mezzo la società, ne va di mezzo la famiglia! In realtà, in bilico c’è solo il ruolo della moglie e madre, già evolutosi da tempo ma a cui loro non si rassegnano.

La crisi economica che vede quasi il 50% dei giovani senza lavoro e costretti a casa dei genitori ha generato un ritorno prepotente della supremazia materna in famiglia. L’abitudine tutta italiana del considerare i trentenni come bambini incapaci è stato alimentato dall’alto tasso di disoccupazione e oggi è il riflesso di script tradizionali dai quali faticosamente ci allontaniamo.

Nelle famiglie con genitori giovani tutto è diverso e il padre già svolge compiti prima demandati alla madre. E’ necessario, se la moglie lavora quanto e più del marito, ma capita ancora di constatare che quando nasce un bambino il papà scompare ed è la madre a prendere il sopravvento. Spesso avviene in nuclei fortemente conservatori e credenti, dove le attese si confondono con abitudini imparate in chiesa. La legislazione italiana che a fatica concede permessi di paternità di certo non aiuta il percorso di responsabilizzazione del neopapà e conferma un ruolo femminile esclusivo ormai antiquato.

Con questa analisi di stampo sociologico si demoliscono gli stereotipi di genere a cui quelli del Family Day sono tanto

Family Day, un vero uomo non cambia i pannolini - donnafamiglia3 - Gay.it Blogattaccati. Le donne rivendicano la loro sottomissione (o supremazia) famigliare e gli uomini le appoggiano nella battaglia per comodità. Condividono la scelta di delegare potere educativo e gestionale per avere campo libero fuori dalla famiglia, negli ambiti lavorativi e amicali. Per loro la donna è un dolce forno che produce figli a ripetizione (i doni di Dio, certo) e quale differenza c’è tra una donna perennemente incinta che non lavora e si occupa solo della prole e della casa rispetto a una vietnamita che per ragioni economiche cede più volte il suo corpo per generare figli altrui?

La legge sulle unioni civili è un passaggio storico che segna anche l’evoluzione sociologica del modello famigliare italiano. Prende atto dei cambiamenti già avvenuti e di quelli in atto, disciplinando fattispecie famigliari che esistono da tempo e che ipocritamente chiama formazioni sociali specifiche. La legge Cirinnà è la soglia minima sotto la quale non è possibile andare pena la dignità di quelle famiglie che vuole tutelare.
Un’eventuale bocciatura sarebbe una sciagura che riporterebbe l’Italia socialmente indietro di trent’anni, proprio dove le mogli e madri del Family Day e i padri fantasmi da bar vorrebbero tornare.

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15 validi motivi per essere contrari al matrimonio gay https://blogs.gay.it/faccio-cose-vedo-gender/15-validi-motivi-per-essere-contrari-al-matrimonio-gay https://blogs.gay.it/faccio-cose-vedo-gender/15-validi-motivi-per-essere-contrari-al-matrimonio-gay#comments Sat, 09 Jan 2016 10:39:46 +0000 https://blogs.gay.it/?p=2292

Come tutti ben sapranno si sta avvicinando la fatidica data entro la quale il Parlamento sarà chiamato a votare il DDL Cirinnà sulle unioni civili. E ovviamente il dibattito fra i pro e i contro si è comprensibilmente infiammato.

Fra le tante argomentazioni contrarie all’estenzione dei diritti civili alle coppie omosessuali oggi, girando su twitter, mi sono imbattuto in un elenco di ben 15 motivi che hanno fatto vacillare le mie convinzioni. Ve li ripropongo:

1) Il matrimonio gay non è naturale! Come gli occhiali, le scarpe, l’aria condizionata e il profilattico.

2) “il matrimonio gay spingerà le persone a essere gay“. Allo stesso modo in cui andando in giro con persone alte ci farà diventare alti.

3) “Legalizzare il matrimonio gay dà il la ad ogni tipo di stile di vita folle“. Infatti subito dopo le persone vorranno sposarsi con i loro animali domestici! Perché ovviamente un cane o un gatto hanno una personalità giuridica e i diritti civili per sposarsi. E soprattutto potranno dimostrare di essere consensenzienti.

4) “il matrimonio eterosessuale esiste da millenni e non è mai cambiato” Quindi le donne sono ancora una proprietà del marito, le nozze sono decise dai genitori, il padre ha diritto di vita e di morte sui figli, i neri non possono sposare i bianchi e il divorzio non esiste.

5) “il matrimonio eterosessuale perderà valore se sarà permesso anche ai gay di sposarsi” Effettivamente la santità dei sette matrimoni di Liz Taylor, o di quello di 55 ore di Britney Spears, ne uscirebbe distrutta.

6) “i matrimoni eterosessuali sono validi perché sono fertili e producono figli”. Infatti le coppie gay, quelle sterili e le persone anziane non possono sposarsi perché i nostri orfanotrofi sono vuoti e il mondo ha un disperato bisogno di più bocche da sfamare.

7) “Da genitori gay non potrebbero che crescere figli gay” Proprio come da genitori eterosessuali nascono soltanto figli eterosessuali.

8) “il matrimonio gay è vietato dalla religione” Dunque, in una teocrazia come la nostra, i valori di una religione è giusto che siano imposti ad una intera nazione. Ecco perché in Italia c’è solo il cattolicesimo e il battesimo è imposto per legge.

9)”i bambini non saranno mai sereni ed equilibrati senza un modello maschile e uno femminile fra le mura domestiche”. Per questo motivo nella nostra società quando un genitore è da solo, o perché vedovo o perché è stato lasciato, gli vengono tolti anche i figli.

10) “il matrimonio gay cambierà i fondamenti della nostra società e noi non potremmo mai adattarci alle nuove norme sociali”. Proprio come non ci siamo mai adattati alle automobili, al lavoro in fabbrica e all’allungamento della vita media.

11) “le relazioni gay non sono durature perché i gay, per loro stessa natura, sono promiscui.” Infatti i mariti etero e le mogli etero non hanno mai relazioni extraconiugali e non divorziano mai. Ma mai, mai, mai eh.

12) “i bambini cresciuti da una coppia gay verranno derisi e discriminati dagli altri coetanei”. A differenza di quelli con le orecchie a sventola, quelli con il naso grosso, quelli grassi, quelli effemminati, quelli di colore, quelli con la erre moscia o quelli troppo bassi che sono invece accettati da tutti i coetanei e mai presi in giro da nessuno.

13) “il matrimonio gay è vietato perché la religione cattolica vieta l’atto sessuale omosessuale che è considerato peccato”. Per questo motivo i gay non possono sposarsi ma gli assassini, i pedofili, i maniaci sessuali, i ladri, i mafiosi, i serial killer, i truffatori, i mercanti di organi e/o di schiavi sì.

14) “il matrimonio omosessuale comporta l’atto sessuale fra persone dello stesso sesso che è vietato dalla Bibbia“. Al pari della masturbazione, del sesso prematrimoniale e di quello non a scopo riproduttivo.

15) “perché verrebbe meno l’antica tradizione calcistica italiana visto e considerato che di sicuro ci saranno meno calciatori“. Infatti è risaputo che i gay odiano il calcio e i loro figli non potranno che fare altrimenti, preferendo al pallone la danza classica, la ginnastica ritmica, il pattinaggio artistico, lo shopping, la manicure, le lampade e le bolle di sapone.

15 motivi che fanno riflettere. Soprattutto il quindicesimo, per uno juventino sfegatato come me è impossibile pensare ad un’Italia senza calcio. Perché sono come la Clerici: “Io senza c….alcio non posso vivere”.

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Cara sinistra, a che serve questo dibattito sull’utero in affitto? https://blogs.gay.it/faccio-cose-vedo-gender/utero-in-affitto-dibattito-dario-ballini https://blogs.gay.it/faccio-cose-vedo-gender/utero-in-affitto-dibattito-dario-ballini#comments Sat, 05 Dec 2015 12:03:32 +0000 https://blogs.gay.it/?p=2070

utero-affitto-repubblicaDevo essere sincero: a me questo dibattito sull’utero in affitto tra “femministe 2.0” VS movimento LGBT a colpi di “voi affittate uteri” e “zitte, omofobe!” mi lascia non poco perplesso.

Dico subito che io non ho verità in tasca, e non voglio farvi una lezione su cosa è omofobia e cosa non lo è. E non voglio manco farvi una lezione su cosa è sfruttamento del corpo della donna e cosa non lo è.

Io voglio portare il dibattito ad un livello proprio terra terra. Ad un conto della serva, all’utilitarismo come direbbero quelli più bravi di me.

Quindi, per favore, qualcuno mi può spiegare a che serve questo sto dibattito? E visto che ci siete mi spiegate pure a che serve sto dibattito adesso, in questo preciso momento storico e politico in Italia. Perché io proprio non lo capisco. Non lo capisco ma mi sono fatto un’idea: questo dibattito non serve assolutamente a nulla per le finalità che i partecipanti, in buona fede (?) si sono posti.
E dobbiamo avere il coraggio di dircelo chiaramente.

In italia la GPA et similia sono vietate. E continueranno ad esserlo anche a legge Cirinnà approvata. E quindi ve lo chiedo ancora: a cosa serve, adesso, questo dibattito, collegandolo alle unioni civili oltretutto?! A che serve un appello delle femministe italiane contro pratiche già vietate in Italia e senza che nessuno dei gruppi parlamentari o dei singoli membri del parlamento abbia chiesto una modifica della legge 40 in quel senso?

imagePerò dobbiamo ammettere, serenamente e pacatamente, che questo dibattito, inutile al tema, ha avuto un solo scopo fin dall’inizio: uccidere le stepchild adoption per uccidere le unioni civili.

Sì perché il tema dell’ “utero in affitto” è stato introdotto nel dibattito politico italiano dalla destra reazionaria cattolica con la menzogna che il ddl Cirinnà avrebbe sdoganato in Italia queste pratiche.

A loro si sono accodati i cosiddetti teodem, alcuni cattolici del PD, che hanno avuto la geniale idea di provare (e continueranno a farlo) a sostituire le stepchild adoption con una sorta di affido continuato fino ai 18 anni dando poi al ragazzo la possibilità di decidere se essere adottato o no. Un istituto giuridico copiato dalla sharia, la legge coranica, che con la scusa di tutelare il bambino in realtà lo discriminerà in base all’orientamento sessuale del genitore. E colpisce che anche la cosiddetta minoranza PD, auto definitasi di sinistra, per bocca di vannino-chitiVannino Chiti si schieri per questa mediazione definendola “ragionevole” sulle colonne di Avvenire e bollando come “ideologica” la scelta della stepchild adoption.
Sarebbe opportuno che la minoranza del PD chiarisse se questa è una loro posizione o il senatore Chiti stia invece parlando a titolo personale.

Occorre anche ricordare brevemente che senza stepchild adoption anche la legge italiana verrà dichiarata discriminatoria e quindi illegittima dalla CEDU che pone come modello la legge tedesca.
Quindi: niente stepchild adoption, niente legge sulle unioni civiliEd è questo l’intento dei cattolici reazionari dentro e fuori al parlamento.

Per questo motivo resto stupito nel vedere che alcune realtà che si definiscono di sinistra, e addirittura qualche attivista dei diritti Lgbt, si sia infilato in questo dibattito dando dignità di interlocutori a gente squalificata e squalificante del calibro di Adinolfi, Miriano, e a tutto quel mondo intriso di omotransfobia che ruota intorno a loro.

Cara sinistra, a che serve questo dibattito sull'utero in affitto? - lucacoverspalle - Gay.it BlogAvrei una richiesta da fare a tutti quelli che da sinistra si stanno precipitando a dichiarare la loro contrarietà alla GPA (legittimo, per carità): se vi avanzano 5 minuti fra una dichiarazione e l’altra potete farci sapere se l’approvazione del ddl Cirinnà, così com’è, comprensivo di stepchild adoption è ancora un nostro obbiettivo comune?

Giusto per sapere e regolarsi.

Perché va bene il dibattito accademico anche aspro e senza sbocchi pratici, ma non perdiamo di vista un punto: l’Italia non ha uno straccio di legge che riconosca i diritti e i doveri delle coppie same-sex e che riconosca diritti e doveri a genitori che esistono già e soprattutto a bambini che esistono già e oggi sono figli senza diritti.

Sanare questo scandaloso vuoto normativo è ancora una priorità della sinistra italiana in tutte le sue declinazioni ( intellettuali, associazioni,movimenti e partiti) dentro e fuori al parlamento?

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Luca e i suoi papà arrivano su Canale 5 – VIDEO https://blogs.gay.it/michele-giarratano/luca-suoi-papa-gay-su-canale-5 https://blogs.gay.it/michele-giarratano/luca-suoi-papa-gay-su-canale-5#respond Tue, 08 Sep 2015 13:46:40 +0000 https://blogs.gay.it/?p=1621

Durante l’ultima puntata di Forum, su Canale 5, si è parlato di coppie gay e omogenitorialità. Qualche settimana fa, una giornalista della redazione della trasmissione era venuta a casa nostra per conoscerci e vedere con i suoi occhi come vive una famiglia come la nostra, una famiglia come tante.
Le abbiamo raccontato di noi, di com’è nato Luca, del rapporto con la donna che l’ha partorito e delle difficoltà che il non essere riconosciuti dalla legge italiana comporta.
Mi limito a questo e vi lascio alla visione del video con la nostra intervista. Buona visione!

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Le unioni civili e la politica che si allontana dal cuore https://blogs.gay.it/camilla-seibezzi/le-unioni-civili-e-la-politica-che-si-allontana-dal-cuore https://blogs.gay.it/camilla-seibezzi/le-unioni-civili-e-la-politica-che-si-allontana-dal-cuore#comments Sat, 05 Sep 2015 11:14:27 +0000 https://blogs.gay.it/?p=1596

unioni_civili_serie_b1Un esercito di parlamentari super pragmatici sta aggredendo le vocali del ddl Cirinnà sulle unioni civili, le cancella fino a rendere alcune parole una sfilza di consonanti illeggibili. “Formazione sociale specifica” alle mie orecchie suona così. Il linguaggio dovrebbe servire a spiegare i concetti, in breve, a designare le cose. Ma in questo caso la sua funzione è opposta. “Formazione sociale specifica” non significa nulla, se non il rifiuto di accettare che una coppia di persone dello stesso sesso, magari con figli, possa dirsi famiglia. A questo punto è evidente che siamo inciampati nel paradosso di una legge che, per riconoscere dei diritti, sancisce e rinforza la diseguaglianza. La stessa sorte, in fondo, della legge contro l’omofobia corretta dall’emendamento Gitti Verini, che ne ha stravolto l’essenza.

Molti i commenti di dissenso. Sicuramente i parlamentari che fanno da ponte tra le dinamiche dei diversi gruppi in Commissione Giustizia al Senato e la realtà in crescita fuori da quella stessa aula, stanno agendo in buona fede. Ma questo a volte non basta. A questo punto serve una riflessione, ci dobbiamo chiedere se, nonostante l’investimento emotivo e intellettuale, il risultato dei nostri sforzi ci avvicini o ci allontani dal traguardo che ci eravamo posti. Negli Le unioni civili e la politica che si allontana dal cuore - lucacoverspalle - Gay.it Blogultimi due anni ho dedicato la mia vita a costruire alleanze sociali intorno ad atti amministrativi che spostassero l’ago della bilancia dei diritti dal concetto di tolleranza a quello di piena uguaglianza. Non è facile, perché le minoranze che cerchi di tutelare e valorizzare spesso sono le stesse che alle urne si illudono di appartenere ad una maggioranza formale che le comprenda. Non è una colpa dei singoli, è l’effetto coercitivo di una macchina del potere che premia sempre gli stessi. Gli stessi fortunati e gli amici che, pur essendolo meno, si rivelano accondiscendenti.

Ora vorrei che anche noi provassimo a cambiare la lettura assuefatta della realtà politica del nostro Paese. Vorrei che tornassimo a dare senso alle parole, insieme. Ancora oggi chi pretende che lo Stato garantisca e tuteli in eguale maniera le famiglie same-sex e le coppie eterosessuali viene in qualche modo ritenuto un disturbatore. Un’insidia per chi ci vuole al confino, una spina nel fianco per chi da vent’anni lima le parole fino a consumarle, un tormento per chi crede che i diritti si conquistino un pezzettino alla volta. Chi chiede a pieno titolo l’uguaglianza, oggi viene sistematicamente piazzato in un’ala oltranzista della sinistra utopica. Eppure, se ci fermassimo ad osservare con attenzione il depauperamento del ddl Cirinnà, la prima cosa che dovremmo notare è che le modifiche approvate ieri in commissione giustizia non rendono affatto conto di un arco di Governo troppo esteso, bensì di uno sguardo politico, a destra come a sinistra, incredibilmente vetusto e inadeguato.

diritti_civili_associazioniL’Europa che circonda il nostro Stivale riconosce il matrimonio egualitario tanto nei Paesi conservatori quanto in quelli progressisti. Ognuno ci arriva in modo diverso, chi per l’estrema tutela dell’istituto matrimoniale in sé, chi perché crede nell’universalità dei diritti. Ci arrivano tutti, ma non noi. Non qui. Qui siamo ancora un “noi” e un “loro”. La stampa di tutto il mondo ha gli occhi puntati su Venezia per via della censura dei libri di favole che raccontano le diverse realtà famigliari. Dal New York Times a The Guardian, alla Foha de San Paulo del Brasile. Il mondo intero ci sta guardando, i Paesi profondamente cattolici quanto quelli di ispirazione francamente laica. Rinunciare oggi al principio egualitario nella sua formula piena è a mio avviso decisamente rischioso. Non solo un cambiamento di forma, ma anche di sostanza. La fiducia accordata a Monica Cirinnà è fuori di discussione.

Ciò che invece va definito con chiarezza è la soglia oltre la quale la scissione tra il piano sociale e quello giuridico entra in aperta contraddizione. Come funamboli su di una corda molto sottile, siamo chiamati a seguire con estrema attenzione l’iter parlamentare di questo disegno di legge. Giudicarlo ora, quando ancora è in corso d’opera, sarebbe funesto. Pur con il cuore in subbuglio, l’auspicio è che nel corso dell’iter del ddl Cirinna’ possano essere inserite delle modifiche sostanziali sia sul piano terminologico che sul piano degli specifici contenuti in funzione di garantire un riconoscimento e una tutela effettiva della famiglia, al plurale. Il diritto deve farsi secondo rispetto alla realtà. Qualora ciò non accadesse, l’invito è che qualcuno faccia un passo indietro, perché se ne possa fare finalmente tutti insieme, uno di vero in avanti.

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Luca andrà al nido: dopo le vacanze, la realtà dei diritti negati https://blogs.gay.it/michele-giarratano/luca-asilo-nido-papa-gay https://blogs.gay.it/michele-giarratano/luca-asilo-nido-papa-gay#comments Tue, 01 Sep 2015 11:44:37 +0000 https://blogs.gay.it/?p=1563

luca_asilo_nido1Fin dai tempi del liceo l’inizio di settembre era il momento in cui fare i bilanci, molto più che la fine dell’anno: il bilancio dei mesi di studio e di lavoro e poi anche il bilancio delle vacanze.
Allo stesso tempo era il momento migliore, ricaricato com’ero dalle settimane in relax, per fare progetti entusiastici a breve e lungo termine, metà dei quali poi non avrebbero visto nemmeno la luce o si sarebbero spenti con l’arrivo dell’inverno: dare tutte le materie all’università in tempo, prendere tutti 30, più avanti fare meravigliosi progetti lavorativi e soprattutto iscrivermi in palestra, cosa che per anni ho fatto in modo assolutamente puntuale (per poi puntualmente disertarla dopo poche settimane).
La voglia dei bilanci di inizio settembre, per fortuna, col passare degli anni è passata anche lei, quando ho compreso che ogni momento in cui mi fermo a pensare è un momento che rubo alla vita reale, vissuta… anche se l’attitudine rimane e così all’improvviso, quando meno me lo aspetto o me ne rendo conto, mi ritrovo a fare un bilancio di questo o di quello.

luca_asilo_nido2La voglia di fare progetti entusiastici a breve e lungo termine, invece, è rimasta intatta e mi auguro non mi travolga a tal punto da diventare uno di quei genitori odiosi che progetta per i figli, anche quando loro sono nell’età di capire e di fare le proprie scelte da soli. Se sarà così ho già dato mandato alle mie amiche di sempre di zittirmi in malo modo.
Intanto mi gusto il ritorno a casa dopo una vacanza bellissima in giro per l’Italia insieme a Sergio e Luca, dalla Sicilia all’Alto Adige, passando per la Puglia e Gaeta: ancora una volta abbiamo avuto la riprova che la società ci vede (come è normale che sia) come qualsiasi altra famiglia, da sud a nord.
E mentre sono qui che ancora godo dell’effetto benefico delle vacanze e penso a tutto quello che mi aspetta di bello nel nuovo anno ecco che all’improvviso mi ricordo che ad ottobre Luca inizierà il nido.

Sono felice certo, però ecco che all’improvviso mi vengono in mente milioni di preoccupazioni: starà bene? Sapranno prendersi cura di lui? Si troverà bene con gli altri bambini e le altre bambine? Si ammalerà spesso? Al nido mangerà luca_asilo_nido3quello che gli propongono? Gli mancheremo troppo?
Ecco, la verità è che lui sicuramente starà benissimo, e io semplicemente mi preparo a vivere la “sindrome del nido vuoto” dopo tutti questi mesi in simbiosi.
L’unica vera fatica, se ci sarà (ma io spero di no), sarà quella di dover avere a che fare con una burocrazia che non riconosce Sergio legalmente come padre di Luca… e pensare che mi potrebbero chiedere una delega scritta perché lui vada a prendere da scuola suo figlio mi riporta alla triste realtà e mi fa sperare che questo medioevo dei diritti in Italia finisca presto.

Ps: domenica pomeriggio 6 settembre su Canale 5, all’interno di Forum, ci sarà uno speciale sulle famiglie in cui c’è anche una video intervista alla nostra famiglia… Se vi va date un’occhiata! 🙂

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Dolce e Gabbana, il dietrofrónt e le menzogne che diventano verità https://blogs.gay.it/dario-accolla/dolce-e-gabbana-il-dietrofront-e-le-menzogne-che-diventano-verita https://blogs.gay.it/dario-accolla/dolce-e-gabbana-il-dietrofront-e-le-menzogne-che-diventano-verita#comments Tue, 18 Aug 2015 09:25:30 +0000 https://blogs.gay.it/?p=1454

dolce_gabbana_dietrofront1Ricordiamo tutti e tutte il caso Dolce & Gabbana. Il primo, alcuni mesi fa, si è scagliato contro le famiglie omogenitoriali, con frasi quali: «Uteri in affitto, semi scelti da un catalogo. E poi vai a spiegare a questi bambini chi è la madre […] oggi neanche gli psichiatri sono pronti ad affrontare gli effetti di queste sperimentazioni». Opinioni di cui si fa benissimo a meno, fosse non altro perché la surrogacy non è come comprare biancheria intima sul Postalmarket. Per non parlare della dicitura “utero in affitto”, che non corrisponde ed esaurisce la realtà delle famiglie arcobaleno, visto che interessa in misura maggiore le coppie eterosessuali.

Non voglio tornare sul caso in sé, perché molto si è già detto. Vorrei però fare notare un tic linguistico che in molti hanno quando si parla di omogenitorialità e omosessualità più in generale: non ne sai nulla, raccogli tutta l’inesperienza dettata dai tuoi pregiudizi e proferisci verità immani. Adesso, funziona così per l’uomo della strada su migranti, rom, donne (sì, anche voi amiche mie…) e ovviamente persone LGBT. Con la differenza sostanziale che se lo dice il barista, la cosa si conclude con una chiacchiera da bancone. Se lo dice un personaggio pubblico, quella inesattezza diventa “verità” mediatica. E il problema è dunque questo: possiamo far passare per reale ciò che è disinformazione, se non vera e propria menzogna? Nel caso di Domenico Dolce, per altro, quel richiamo alla psichiatria denuncia una sostanziale ignoranza rispetto a quanto dice la scienza sulle famiglie arcobaleno, ovvero: i figli e le figlie di genitori LGBT non palesano criticità maggiori rispetto alla prole delle famiglie eterosessuali. Dati APA, studi trentennali. Eppure lo stilista ha sentenziato. In nome di chissà chi e forte di niente. Dovrebbe bastare solo questo per far capire la violenza del caso. Ma la violenza, purtroppo, non si ferma a quelle dichiarazioni.

dolce_gabbana_boycottLeggo qua e là, infatti, commenti sgomenti e scandalizzati di chi fino a ieri applaudiva a Dolce perché, in quanto gay, aveva denunciato l’abominio del mercimonio di bambini e adesso, invece, si arrende alle pressioni dei “lobby gay”. Adesso, io non ho problemi a credere che questa retromarcia possa essere motivata dagli estratti conto delle vendite all’estero dei prodotti D&G. Alla fine, se ti inimichi una fetta di mercato, in un modo o nell’altro devi recuperarla. E non è pressione di gruppo di potere, questa, ma appunto capitalismo. Al di là del fatto economico in sé, emerge però un sostanziale analfabetismo civile in chi si avventura in commenti quali “La lobby gay è la nuova inquisizione. Ovviamente nessuno crede alla sincerità di queste scuse, così come gli inquisitori non credevano alle abiure, ma le accettavano lo stesso come atto di sottomissione” e amenità simili che potete leggere in calce all’articolo apparso sul Corriere.

Non è questione di inquisizione, così come non è questione di libere opinioni. Forse dovremmo parlare di ignoranza, che può produrre un effetto valanga fino ai discorsi d’odio. L’omofobia sociale funziona così e ha, ho cercato di dimostrarlo altrove, un alleato formidabile nella sua riproduzione linguistica più o meno automatica. Sarebbe libera opinione, oggi, se io dicessi che i neri hanno il ritmo nel sangue (ma magari puzzano), che gli ebrei sono attaccati al denaro, che le donne non sanno guidare e che i rom rapiscono bambini? Sì, sarei libero di dirlo. Nessuno me lo vieta. Ma Salvini a parte, chi si avventura oggi a proferire tali enormità in consessi pubblici? Nessuno. Sia perché è dequalificante per chi afferma certi luoghi comuni, sia perché genera, appunto, una comunicazione dolce_gabbana_dietrofrontcollettiva in cui quelle categorie vengono viste non nella loro umanità, ma nella limitazione della stessa. Secondo questa narrazione, spacciata per libera opinione, i gay e le lesbiche sono destrutturanti per la famiglia. Nonostante le evidenze scientifiche che dicono esattamente il contrario.

Ciò che si condanna(va) a Dolce, non è il fatto di essere stato pessimo come qualsiasi italiano medio e mediocre (poi bisognerebbe chiedergli, semmai, quanto ha bisogno uno come lui di scendere a livello di massa incolta e becera), ma di aver contribuito ad alimentare quel clima di diffidenza e inesattezze. Poi ognuno è libero di credere a quello che vuole, dalle scie chimiche alla bontà delle sentinelle in piedi. Ma non spacciamole per opinioni. Stiamo parlando di ignoranza. Errore, a mio giudizio, che occorrerebbe evitare. Sempre.

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Noi siamo la storia che va avanti, il futuro che non si può fermare https://blogs.gay.it/dario-accolla/catania-pride-storia-futuro-famiglia-gay https://blogs.gay.it/dario-accolla/catania-pride-storia-futuro-famiglia-gay#respond Sun, 05 Jul 2015 14:41:55 +0000 https://blogs.gay.it/?p=1351

catania_pride2Ho avuto il piacere di essere tra gli organizzatori del Catania Pride 2015, al quale ho contribuito sviluppando il tema di quest’anno, “L’io, il corpo e l’eros”. Sono stato chiamato sul palco, a un certo punto, dai miei amici che hanno voluto la mia testimonianza su quella piazza, di fronte alle migliaia di persone – eterosessuali e non – che hanno sentito il dovere di manifestare per i diritti delle persone LGBT. Confesso che non mi ero preparato nulla e ho deciso di lasciar parlare la mia anima. Proverò, adesso, a ricostruire l’ordito di quel discorso, donato al pride etneo, mettendo in gioco le grammatiche dell’istinto (politico) e della militanza.

“Buonasera a tutte e a tutti! Non posso fare a meno di vedervi e pensare che siete bellissimi/e. E come ogni anno sento il dovere di dire – e vi giuro che è qualcosa che provo davvero e non certo un complimento di circostanza – che oggi non dovete ringraziare solo l’organizzazione di questo evento, che ha indubbiamente dei grossi meriti, ma dovete fare un applauso a voi stessi/e, perché senza di voi il Catania Pride non sarebbe possibile. Per questa ragione sono io che dico grazie a voi, per esserci, come sempre. Perché il pride siete voi!

Oggi sono stati fatti molti ringraziamenti da questo palco, che condivido. Ma non posso non ricordare che questa piazza, poco fa, è stata varcata per prima dal gruppo delle Famiglie Arcobaleno. Credo che questo sia un simbolo catania_pride1importante, perché queste famiglie rappresentano, insieme a tutte le altre, una parte del futuro. Sono il nostro domani. I simboli sono importanti, ed è bellissimo che quella promessa di futuro sia stata la prima a prendersi questa piazza, oggi. Ed un applauso va fatto a queste splendide persone, per le loro scelte coraggiose.

Sento dire a volte, a questo proposito, che un bambino ha diritto ad avere un padre e una madre. Penso che un bambino abbia il diritto di avere genitori capaci e possibilmente felici. E bisogna far capire a quelle persone che dicono certe cose, che ogni volta che si pronunciano frasi quali “un bambino ha bisogno di un padre e di una madre” si sta affermando, implicitamente, che i figli e le figlie di noi gay e lesbiche non devono esistere e questa è una cosa che non possiamo accettare. Quei bambini hanno tutto il diritto di esistere, come chiunque altro, hanno la stessa dignità, ed è questo che dobbiamo ricordare a chi si oppone a questa realtà!

C’è un altro saluto che vorrei fare da qui: ad una comunità lontana da noi, che forse poco conosciamo o che non ricordiamo come dovremmo. Gli amici e le amiche LGBT di Istanbul, che la scorsa settimana nella più grande città trans_istanbuldella Turchia hanno fatto un pride e sono stati caricati dalla polizia. Li hanno colpiti con gli idranti, ma loro si sono rialzati e hanno ripreso a marciare. E l’acqua degli idranti, sui loro corpi, propagandosi intorno ha creato l’effetto dell’arcobaleno ed anche quello è un simbolo, un simbolo importantissimo! Rappresenta il fatto che noi non ci fermeremo mai, ci rialzeremo sempre e marceremo verso il raggiungimento della piena uguaglianza!

Questa piazza oggi ha detto sì – alzando i cuori tutti e tutte insieme, nel flash mob di prima – alla nostra dignità di persone LGBT. Quel sì è venuto anche da lontano. È venuto dall’Irlanda, col referendum di maggio. È venuto la settimana scorsa dalla Corte Suprema degli Stati Uniti, che ha reso legale il matrimonio in tutto il paese. Noi siamo la storia che va avanti, noi siamo quel futuro che non si può fermare. Questo oggi è il Catania Pride: non ci fermeranno perché è questo che siamo qui, noi, oggi. Protagonisti e protagoniste di quel percorso verso il domani. Grazie a tutte e a tutti, grazie Catania!”

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Se Luca fosse grande gli spiegherei cosa succede in Usa e cosa qui https://blogs.gay.it/michele-giarratano/figli-matrimonio-gay-usa https://blogs.gay.it/michele-giarratano/figli-matrimonio-gay-usa#respond Thu, 02 Jul 2015 10:31:34 +0000 https://blogs.gay.it/?p=1329

lostessosiLuca come ogni mercoledì sera che si rispetti è andato a dormire presto: forse continua a temere che in tv ci sia The Voice.
Stasera invece avrebbe sentito buona musica: dalle finestre di casa spalancate oltre ad un po’ di aria fresca arriva ben distinta la voce di Tiziano Ferro, impegnato in un mega concerto che visto il numero di omosessuali coinvolti si gioca senz’altro il titolo di evento gay dell’anno con il Pride.
Io intanto distrattamente penso agli eventi di questi giorni e fantastico su quanto sarebbe bello poterli già raccontare al mio piccolo nano, senza dover aspettare qualche anno.

Luca essendo nato negli Usa ha la doppia cittadinanza, americana ed italiana.
Se fosse più grande gli spiegherei che pochi giorni fa, in una delle due nazioni in cui ha la cittadinanza, la Corte Suprema ha riconosciuto con una sentenza storica il diritto costituzionale al matrimonio fra persone dello stesso sesso in tutti gli stati.

matrimonio_usa_figli2Gli spiegherei che questa decisione è stata presa anche e soprattutto nell’interesse di persone come lui, figli che crescono in famiglie omogenitoriali, perché (cito testualmente) “dando un riconoscimento e una struttura giuridica alla relazione tra i loro genitori, il matrimonio consente ai figli di comprendere l’integrità e l’unione della loro propria famiglia e la sua corrispondenza con le altre famiglie nella comunità e nelle loro vite quotidiane” conferendo anche “la permanenza e la stabilità che sono rilevanti per l’interesse superiore dei figli”. Secondo la Suprema Corte, inoltre, il mancato riconoscimento del matrimonio fra persone dello stesso sesso, fa soffrire ai loro figli “lo stigma di sapere che le loro famiglie in qualche modo sono inferiori. Essi soffrono anche i significativi costi materiali dell’essere allevati da genitori non sposati, venendo relegati senza nessuna loro colpa a una vita familiare più difficile e incerta”. Le leggi che vietano il matrimonio fra persone dello stesso sesso, in definitiva, secondo la Corte Suprema “pregiudicano e umiliano i figli delle coppie omosessuali”.

matrimonio_usa_figli1Se Luca fosse più grande, sentendo queste cose, sarebbe fiero di essere anche americano, e meno fiero di essere cittadino di una nazione in cui non si riesce tutt’oggi ad approvare una legge che estenda il matrimonio a tutte e tutti, ed è tuttora in salita persino l’approvazione di una legge sulle unioni civili che includa la stepchild adoption e gli consenta di avere finalmente due genitori legali anche qui in Italia (perché negli USA, fin dalla nascita, Luca ha due papà anche legalmente).
Se fosse più grande forse Luca biasimerebbe chi è sceso in piazza a Roma per negargli i diritti che gli spettano, chi vuole condannarlo allo stigma di sapere che la sua famiglia, in questo paese, non ha tutele ed è in qualche modo inferiore, di serie B.

Ma quando Luca sarà più grande, forse, tutto questo sarà solo un lontano ricordo, un po’ come il divieto di nozze fra bianchi e neri, perché il progresso non si può fermare e questa sentenza mi conferma che siamo dalla parte giusta della Storia e che le cose presto cambieranno, proprio come mi ha “spiegato” qualche settimana fa una bambina, al parco. 🙂

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