famiglia – Gay.it Blog https://blogs.gay.it I migliori Blog LGBTQ in Italia Mon, 19 Sep 2022 13:28:58 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.2 La Chiesa dopo le unioni civili https://blogs.gay.it/senza-peccato/chiesa-dopo-unioni-civili https://blogs.gay.it/senza-peccato/chiesa-dopo-unioni-civili#comments Thu, 12 May 2016 21:13:00 +0000 https://blogs.gay.it/?p=3234

La legge sulle unioni civili è stata approvata. Sono passati esattamente trent’anni (era il 1986) da quando il Parlamento italiano ha iniziato timidamente a parlare di riconoscimenti giuridici per le coppie dello stesso sesso e il 12 maggio 2016 è la data storica che sancisce un punto di partenza importante verso la piena uguaglianza di tutti i cittadini.

Galantino, segretario CeiHa perso il mondo ultra reazionario clericale e clericalista che ha tentato in ogni modo di boicottare questo necessario passaggio di civiltà ormai non più rinviabile.
Grottesche le ultime sparate di illustri esponenti del mondo cattolico, testimonianza della profonda malafede che ha mosso i difensori a oltranza di un modello famigliare mai minacciato da nessuno.
Come Mons Galantino, segretario generale della CEI, che ha affermato: “Il governo ha le sue logiche, le sue esigenze, probabilmente avrà anche le sue ragioni, ma il voto di fiducia, non solo per questo governo ma anche per quelli passati, spesso rappresenta una sconfitta per tutti”. Che dichiarazione illuminante, un commento di grande profondità teologica filosofica sui risvolti morali delle unioni civili omosessuali! E invece è un’intollerabile ingerenza politica della Chiesa nei confronti delle procedure parlamentari del governo italiano, in barba a quel Concordato ormai inutile, rispettato solo dall’Italia con l’elargizione del miliardo di euro al Vaticano grazie ad un’apposita legge truffa.

Galantino si comporta da segretario di partito, al pari della squallida opposizione che in Il sessismo di Generazione FamigliaParlamento, durante la discussione delle unioni civili, ha dimostrato ancora una volta inadeguatezza, ignoranza venata da fascismo strisciante. Non è un segreto che la Chiesa appoggi i movimenti più retrivi e sessisti, come Generazione Famiglia (già Manif pour tous) che ha twittato il fondoschiena del ministro Boschi con la didascalia “La Boschi ci mette la faccia”. Sotto stress questa gente finisce per mostrarsi senza filtri, esponendo i propri limiti cognitivi e i pregiudizi che infestano le loro menti inscatolate da sensi di colpa cattolici.

Come non sottolineare la strategia politica del movimento del Family Day? Hanno scelto come capo un neurochirurgo più in tv che in ospedale come Massimo Gandolfini, che ha pensato bene di trasformare il suo comitato a difesa di bambini mai minacciati da nessuno in un Comitato contro il referendum costituzionale. Un volo pindarico ardito e piuttosto sconcertante: che accidenti c’entra la presunta difesa di un tipo di modello famigliare con la modifica dell’assetto del Parlamento? Questa trasformazione ha il sapore della vendetta nei confronti del governo, ma rivela anche il delirio di onnipotenza degli aderenti al comitato. Parlano di popolo, ma sappiamo bene che è facile partecipare a eventi di piazza con autobus offerti dalla parrocchia (quindi dagli italiani con l’8×1000), striscioni omofobi preconfezionati e slogan ripetuti a pappagallo. Come reagiranno a una questione unicamente politica e che tradisce la motivazione religiosa alla base del Family Day stesso? Dimenticata la dissoluzione della società in caso di approvazione della legge sulle unioni civili, Gandolfini e i suoi promettono di far saltare il referendum del prossimo autunno. Credono di essere milioni, compatti, decisivi. Lui e la sua armata brancaleone avranno un brutto risveglio e scopriranno di essere davvero pochi e male assortiti.

Don Mauro Inzoli, alias Don MercedesPiuttosto che pensare alla politica, consiglierei a Galantino e Gandolfini di concentrarsi sui veri problemi della Chiesa che sono una minaccia concreta per tutti i minori. Don Mauro Inzoli, frequentatore assiduo dei convegni omofobi organizzati dalla Lega a Milano, ha scelto di risarcire cinque ragazzini vittime di abusi sessuali da lui commessi. Pedofilia, esatto, il cancro che sta divorando la Chiesa dall’interno e che Bagnasco cerca di nascondere con la scusa della “privacy”. Inzoli è stato per trent’anni a capo di Comunione e Liberazione ed è soprannominato Don Mercedes per la sua passione per il lusso sfrenato.
Ma la Chiesa e i suoi accoliti estremisti piuttosto che interrogarsi sui tanti casi di pedofilia preferiscono puntare il dito sugli omosessuali e i timidi diritti che una legge sulle unioni civili riconosce. Parlano di difesa dei loro figli, ma l’unica vera minaccia si nasconde negli oratori, ed è a tinte nere, non certamente rainbow.

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P.d.F = il “Principio della Fine” di Mario Adinolfi https://blogs.gay.it/senza-peccato/pdf-il-principio-della-fine-di-mario-adinolfi https://blogs.gay.it/senza-peccato/pdf-il-principio-della-fine-di-mario-adinolfi#comments Tue, 05 Apr 2016 13:08:06 +0000 https://blogs.gay.it/?p=3075

L’obiettivo finale di Mario Adinolfi è finalmente rivelato. Altro che missione per conto di Dio, il furbo giornalista, pokerista, presenzialista televisivo, neo fondamentalista cattolico è solo assetato di potere e di una stabile poltrona politica. Se fino a qualche mese fa dichiarava sui social che non è interessato a fondare un partito (lo ha affermato anche a me rispondendo a una mia domanda diretta… prima di bloccarmi!), è improvvisamente tornato sui suoi passi, convinto, forse dal voto di fiducia sulle unioni civili da parte di NCD, gran tradimento dopo il lungo flirtare di Angelino Alfano e i suoi con gli esponenti del comitato Difendiamo i nostri figli.

2016-03-31 20.26.40Adinolfi e l’illustrissimo avvocato Amato, quello dei Giuristi per la vita, hanno scelto di dar vita a un soggetto politico da testare alle amministrative per puntare alle elezioni politiche del 2018. E’ un caso che a compiere un salto così importante siano i due comizianti più attivi nelle parrocchie d’Italia? Proprio quei due che non perdono occasione per visitare anche il paesello più sperduto e mettere in scena un recital farcito di balle sul pericolo gender nelle scuole, falsi miti di progresso e minacce di dissoluzione famigliare da parte degli omosessuali? No, rinfrancato dai migliaia di ignoranti che li osannano avranno pensato che questo è il momento giusto per sparigliare le carte e abbandonare i compagni di lotta religiosa.

Probabilmente erano queste le intenzioni di Mario Adinolfi fin dall’inizio della sua campagna di crescita mediatica. La strategia dell’ex deputato Pd, scaltra e ben congegnata è stata partorita qualche anno fa in base ai riscontri ottenuti dai suoi post omofobi e transfobici. Ha compattato un pubblico fino a quel momento disperso e poco attivo sui social, in cerca di leader cui affidare i propri sensi di colpa.

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Mario Adinolfi ha colto questa esigenza e ha saputo cavalcare l’onda con quel banale concentrato di luoghi comuni che è il libercolo Voglio la mamma. Le cose sono andate bene, il libretto stampato in proprio è diventato il più gettonato alle veglie delle Sentinelle in piedi (anche perché piccolo e scritto a caratteri molto grandi). Il giornalista che è nascosto molto bene in Mario Adinolfi ha iniziato a pensare in grande e ha fondato un quotidiano dal titolo emblematico La Croce, un’avventura che in edicola è durata una manciata di mesi e poi è diventata l’amplificatore esclusivamente digitale dei suoi poveri concetti omofobi senza alcun riscontro scientifico e sociale. L’ultimo passo della sua ascesa mediatica è consistito nell’allearsi con altri esponenti di associazioni e cani sciolti cattolicissimi ma affamati di popolarità.

Il Comitato che ha unito i fanatici contro i diritti di una minoranza di cittadini discriminati ma non abbastanza è stato un colpo di genio, propedeutico per accreditarsi quale leader laico agli occhi della Chiesa e quindi dei media più popolari. Adinolfi ha ricostruito la sua immagine pubblica e ottenuto una falsa autorevolezza televisiva che ha preparato i terreno al successivo passo, il Partito della Famiglia. Lo sostiene un manipolo di testate pseudogiornalistiche come Provita Onlus, dove milita il Direttore della Comunicazione Alessandro Fiore, figlio di Roberto Fiore, quello di Forza Nuova. Non serve aggiungere altro, vero?

2016-03-31 20.29.32Il tentativo di nascita di un neopartito conservatore e religioso che conseguenze può avere? Intanto, è tutta da verificare la capacità di raccogliere le firme per presentarsi alle prossime elezioni amministrative, ma l’immediato effetto della scelta di Adinolfi e Amato è stata quella di spaccare il Comitato che fino ad oggi era apparso molto unito. Gandolfini, il medico scelto dal mazzo di sette religiose tipo quella Neocatecumenale come autorevole portavoce, si è dissociato dalla scelta di scendere in campo e con lui buona parte degli altri ultracattolici un po’ stupiti, un po’ invidiosi.

E la Cei? Mica pensate davvero che Bagnasco e soci siano così stupidi da sostenere direttamente un partito che nella migliore delle ipotesi raccoglierà l’1% dei voti e nella peggiore non riuscirà neanche a finire sulla scheda elettorale, vero? La Cei non intende finire ingabbiata da un Mario Adinolfi qualunque, cui ha sempre guardato con sospetto non partecipando mai alle sue manifestazioni di piazza, preferisce manovrare i politici italiani senza un partito di riferimento, facendo pressioni sui singoli in modo trasversale.

2016-03-31 20.25.40La partecipazione di Adinolfi a Ballarò di una settimana fa con tanto di rosario in mano è stato l’apice della sua visibilità mediatica, ma anche il segnale dell’inizio della fine. La spaccatura con i suoi compagni del Family Day e l’aperta competizione con i politici pseudocristiani di ogni formazione partitica determinerà un isolamento che a breve constateremo anche sui media. Con la scusa delle elezioni Rai, La7 e Mediaset non lo inviteranno più per offendere in diretta cittadini LGBT e diffondere ‘balle nell’etere’. Gli resterà solo Radio Maria per prendersela con Kung Fu Panda, almeno fino a quando anche il triste Padre Livio non avrà capito che Mario Adinolfi non ha nulla a che fare con la fede cattolica e si accorgerà di aver preso un grosso, grossissimo abbaglio.

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